POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

domenica, novembre 18

TEMA A CONFRONTO: ROBERTO DI PIETRO e DANIILA OPPIO - I RICORDI



Torino, novembre 2018
Per  Danila.
Giorni fa,  seduto in sala d’attesa nello studio del mio dentista, forse anche per estraniarmi da quell’ambiente a dir poco asettico, assecondavo un mio estro creativo: fra me e me,  rivisitavo da cima a fondo quell’ultima bella poesia che mi aveva voluto inviare  affinché ne rettificassi il ritmo e gli eventuali errori nell’impianto metrico, come da lei concepito. Del resto, quel suo componimento l’avevo proprio sotto gli occhi, essendomelo portato dietro in cartella quel pomeriggio nella eventualità di poterlo magari assaporare meglio in quelle ore d’ozio prevedibilmente piuttosto lunghe.
Ebbene, non so con quali parole potrei ringraziarla! Di colpo, quasi stessi leggendola per la prima volta, quella sua lirica mi ha procurato un’improvvisa vera e propria illuminazione:  fulmineo,  ne ho tratto spunto per ripensarla radicalmente a modo mio: inquadrandola istintivamente in una mia ottica, l’ho vista perfettamente  riconducibile ad un mio travaglio esistenziale: una sorta di intimo   ‘dilemma’ che da parecchio tempo in qua mi perseguita, e sempre più mi turba nel profondo dell’anima con una serie di ‘pensieri’ (chiamiamoli pure ‘interrogativi escatologici’) che mi si affacciano alla mente con insistenza persino durante il sonno.  Data la mia quotidiana solitudine non solo interiore, le sarà forse più comprensibile questo genere di assillo.
Ecco, però, diversamente spiegato con un paragone, quanto mi è successo: come per una cosiddetta “traccia” proposta per un tema d’esame, aspettando poi che ogni singolo studente ne ricavi  una propria riflessione  e uno svolgimento individuale, da quel suo testo mi è provenuto un invito automatico, anzi uno stimolo incoercibile, alla scrittura. E verso di lei, cara amica, non esito a dichiararmene profondamente in debito.
Del  suo bellissimo componimento, non so quale uso lei possa già aver fatto o abbia in mente di fare. Dal mio punto di vista, è poeticamente troppo valido perché lei non lo pubblichi nell’esatta versione primitiva in cui (metrica o meno) quel suo testo era venuto spontaneamente alla luce; e lo faccia pure con la massima fierezza, dovunque possa ricevere ogni più meritato apprezzamento. E tuttavia, al tempo stesso, non le nascondo che nemmeno il mio elaborato oggi mi pare accantonabile come se per me rappresentasse una semplice esercitazione di scrittura in versi, anziché il frutto di una nuova ispirazione tutt’altro che epidermica. Al di là di qualche indubbia affinità di superficie, si tratta ormai di due opere nettamente distinte e obiettivamente differenziabili (alla lettura,  avrà modo di constatarlo lei stessa, con la sua finezza percettiva); e questo non solo per quanto riguarda la veste formale, sarebbe il meno,  ma soprattutto per l’impalcatura dei contenuti, da me studiatamente congegnata in funzione di un preciso messaggio ultimo che a me più premeva, e che ho scelto di veicolare attraverso una determinata ‘argomentazione a tappe’, per così dire  – o, in altri termini,  uno sviluppo concettuale non a caso progressivo, sempre più incalzante e, di strofa in strofa, intimamente concatenato.
Stando così le cose, mi domando e le chiedo onestamente: non è forse auspicabile che ad entrambe queste liriche sia ora consentita un’identica opportunità di distinguersi rispettivamente nell’ambito di circuiti pubblici autonomi e paralleli? Pur dando per ferma, anzi assolutamente indiscutibile, ogni sua qualunque altra scelta di divulgazione del suo testo poetico in qualunque sede più le aggradi, secondo ogni suo più che legittimo desiderio personale, per parte mia avrei deciso di aggirare in partenza ogni eventuale altrui perplessità nella maniera, credo, più corretta e lineare possibile.  Quale? Assegnando alla mia lirica un sottotitolo di per sé significativo: “Meditazioni  su un tema di Danila Oppio” – e sottolineo significativo, in quanto già avvalorato da illustri precedenti specie nella storiografia musicale. Passi Beethoven con le sue monumentali, benché forse meno comunemente note, ”Variazioni su un tema di Diabelli”; ma che dire, invece, di quella celeberrima Ave Maria il cui  tessuto melodico Gounod non esitava a definire scopertamente “Meditazione sul primo preludio di Johann S. Bach”?
Ma quanti altri esempi simili si potrebbero citare! E non solo nel campo della musica. In ogni caso, ciascun autore intendendo così pubblicamente manifestare, oltre alla semplice fonte della propria opera, un implicito riconoscimento personale al valore dell’artista dal quale essa aveva potuto trarre preziosa ispirazione. Spero, quindi, che in questo mio volutamente palese tributo a Danila Oppio,  chiunque possa saper scorgere un’ulteriore, concreta testimonianza dei miei sinceri legami di stima e gratitudine alla medesima.
Con l’affetto di sempre, che ormai ben conosce.
 Roberto
P.S.
Il testo della mia poesia, come lo leggerà qui di seguito, per il momento può considerarsi  quasi definitivo; dico quasi, non potendo io escludere a priori l’evenienza di qualche opportuno ritocco.
 A Roberto rispondo così:
 Carissimo Roberto, mi ha commosso davvero questa sua meravigliosa toccante lettera. Se poi, grazie alla mia povera poesia cui lei gentilmente ha suggerito qualche modifica, le è nata questa sua ode di una rara bellezza, ne sono felice, ma proprio tanto!
Quale miglioria potrebbe mai apportare, a un simile capolavoro? Mi piacerebbe, se lei me ne dà consenso, pubblicare il tutto sul mio blog, ovviamente come inedite, in modo tale che poi possano essere rese pubbliche sotto altra forma. 
Ricordo che scrissi all'amico poeta: Cerco di fare del mio meglio: Il fatto è che il mio meglio corrisponde al suo peggio, ed entrambi non esistono”.
Mi rispose ridendo, e mi consolò dicendomi che in certi casi ho più fantasia di lui. Non è assolutamente vero. Ci sono giorni in cui sono priva di qualsiasi ispirazione, e allora mi diletto a leggere le poesie altrui, le sue, soprattutto, perché sono scuola di metrica, fono simbolismo e post-modernismo allo stato puro.
 Danila

La mia poesia:
 A chi affidare i ricordi?

Non affidare mai i tuoi bei ricordi
a un angelo custode ormai sfinito.
Consegnali ad allegri cherubini
e per l’eternità sapranno bene
nell’infinito Amore custodirli.

Oppure affidali all’ala del vento
che, svelta, li dissemini nel tempo
come fili d’argento dondolanti
sui rami verdi d’un antico abete.

Non affidare mai i tuoi bei ricordi
a chi non sia capace di curarli:
a chi distrattamente può ignorarli
serrandoli in un logoro baule
l’arrugginita chiave può scordare.

Affida il tuo ricordo al fiume in piena
nel suo lento percorso verso il mare
lo condurrà sulla schiumante onda
dove risplenderà come un diamante.

Non affidare ma i tuoi bei ricordi
nelle ammuffite stanze soffittate
finiranno imbrigliati in ragnatele
d’Aracne divenute ambite  prede.

Affidali all’audacia delle aquile
li porteranno in vetta all’alta rupe
dove posano i nidi del rapace,
che se li coverà fra i suoi pulcini.

Affida il tuo ricordo ai fili d’erba
Intrisi di rugiada mattutina.
Affidalo alla nostra Madre Terra
nelle sue grotte lo difenderà
dall’esca dei fantasmi della notte.

Danila Oppio

Ed ora la versione squisitamente cesellata e d'alto gradimento dell'amico Poeta Roberto Vittorio Di Pietro



DAVANTI A UN PORTAGIOIE…
                           UN TESTAMENTO
(Meditazioni su un tema di Danila Oppio)

Troppi, i ricordi tuoi! Non puoi affidarli
a un angelo custode che hai stremato.
 Promettili al migliore suo sodale
che al Cielo, giunta l’ora, come pegni
li sappia restituire a capo chino.

  Ma, prima, tu nascondili a ogni gente
che non ti mostri un garbo nelle dita:
 a chi, i preziosi affetti, li deturpa,
li stipa alla rinfusa in un bauletto
gettandone il lucchetto oltre la siepe.

Né, in quell’attesa, hai da tenerli avvolti 
nel buio malsano di cassette e armadi:
 li scopriresti afflitti, i tuoi gioielli,
fra mille polverose ragnatele
festa soltanto per ingorde tarme.

Piuttosto allàcciali all’ala dei venti:
che, lesta, li riporti lungo gli anni
 come lacrime incerte, un po’ smarrite
fra nostalgiche pigne ancora appese
sui rami verdi d’un vetusto abete.

Oppure spargili nel fiume in piena
mentre, più ardito, anela ad una foce:
li frangerà tra i flutti, scaglia a scaglia
li lustrerà; e, al sogghigno di una nube,
li sfoggerà come conchiglie rare.

O porgili agli artigli d’un rapace!
Li involerà?... E (magari…a fin di bene?...)
se non li scambierà per suoi pulcini,
vorrà lasciarli andare (ah, i bei ricordi…)
per sempre in qualche oceano inesplorato. 

No, meglio: dona il tuo vissuto intero
a un campicello, un fiore, un ciuffo d’erba:
  quaggiù Lei sola, nostra Madre Terra,
nel grembo suo saprà serbarlo indenne,
impervio anche ai misteri della tomba.
Roberto V. Di Pietro

2 commenti:

  1. Complimenti! Sono molto belle tutte e due. A te, della tua, l'avevo già detto, Dani, quando me
    l'hai inviata qualche giorno fa.
    Strano il destino che mi porta, da sola, a ispirar due poeti...
    Angie

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  2. La prima ispirazione è stata la mia, Angie, e Roberto ha desiderato rivederla a modo suo. Nel suo stile che gli è congeniale e senz'altro mille volte migliore del mio. Ma tu sai che quella mia poesia è dedicata a te. Grazie per l'apprezzamento.
    Dani

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