Parlando di riso (quello edibile) – stessa sera, 10 luglio
2014, Angela Fabbri alle prese con I supplì ed io con la paella comperata in una
gastronomia spagnola.
Io mi arrabbio sempre quando faccio la roba fritta. E lava
l'uovo e sbatti l'uovo. E poi questi supplì qui che ho trasformato nella
forma in crocchette, bisogna che metti un po' d'uovo per legare il risotto e
poi ti aiuti con un cucchiaio e tiri su le palle di riso (le palle di riso...
che tenerezza!) che tanto ti si sporcano tutte e due le mani, e poi le butti
nella farina e poi le appoggi su una carta del pane, che poi quando hai finito
il giro delle palle ormai sono venute anche a te. E devi ricominciare a
passarle nella farina per dargli forma dopo esserti lavata le mani dalla precedente
impiastricciatura. Ohhhh, finalmente sono ferme sulla carta da pane.
Intanto butti via quella con la farina sporca rimasta lì.
E prepara un altro sacchetto da pane, che lo divido in due
perché in uno ci metto il pan grattato e nell'altro ci appoggerò quelle palle
di supplì che mi stanno guardando tutte bianche da in fondo al tavolo di marmo.
E via le palle bianche dentro all'uovo sbattuto giallo e
poi giù nel pan grattato e coprila e mettine un' altra nell'uovo e pareggia
quell'altra dal pan grattato e deponila nella sua sistemazione definitiva. E
vai così! Con tutte queste palle di supplì.
Che poi, SUPPLI', che vorrà dì?
Adesso giù l'olio che la padella è già pronta, accendi il
fornello, metti su e prendi una boccata d'aria dalla finestrona aperta.
Girati e sfarina (forse non si dice, si dice 'spana') un
po' di pan grattato nell'olio e quando crocchia giù le crocchette, sì
perché i supplì nel frattempo mi si sono trasformati in crocchette che è una
forma più facile, ma supplì mi è servito per le rime fino a qui.
Alla fine, qualunque cosa fossero, comunque si
chiamassero, sono venuti buoni.
Perché se venivano cattivi, se venivano cattivi.... li
buttavo nel bidone del paciugo per non vederli più.
Invece erano buoni saporiti e croccanti. Gnam! Gnam!
Dani, te l'ho detto molte volte, se ci fosse il
TRANSMATERIA, avresti avuto la tua parte.
Non so, forse se mi concentro molto come ho fatto nel
farli, magari riesco a inviarteli col pensiero.
A domani.
Angie
Angie, ho letto dei tuoi supplì, e li hai descritti
tanto bene da "obbligarmi" a pubblicare...non posso farli finire nel
paciugo letterario! Una sola cosa manca, in tutta la tua meravigliosa
descrizione: con che ripieno li hai farciti? Oppure hai lasciato solo il riso?
Di norma, nel loro interno ci mettono un ragù o mozzarella, o salsa di
pomodoro...fammi sapere, prima che io mi accinga a servirli nel blog!
Intanto
l’origine del nome l’ho cercata sul web. La parola supplì deriva
dal francese /surprises/, e la sorpresa è proprio quello che ci puoi trovare
all'interno .. e adesso abbiamo entrambe risolto la derivazione del
vocabolo supplì! Lo ignoravo!
Conservane uno per me.
Conservane uno per me.
Dani
E allora ti dirò che “ Surprizë (che si legge Surprìs’) “
è la prima parola di albanese che ho imparato. La pronunciò la mia amica
vedendomi arrivare da lei inaspettata in Cattedrale dove lavora.
Sgranò gli occhi e sorrise orgogliosa, vedendomi avanzare
verso di lei lungo la navata di sinistra del Duomo di Ferrara.
Stava per finire il suo orario di lavoro così siamo state
insieme tutto il giorno.
Grazie di avermi riportato alla mente quei momenti
bellissimi che esistono ancora, ne sono sicura, sia nel mio che nel suo cuore.
Dani, te l'ho detto molte volte, se ci fosse il
TRANSMATERIA, avresti avuto la tua parte.
Non so, forse se mi concentro molto come ho fatto nel
farli, magari riesco a inviarteli col pensiero.
Puoi servirli sul blog, in effetti il racconto mi pareva
buono. Ma era tardi e non l'ho nemmeno riletto.
Il ripieno è costituito non da semplice riso ma, come si
conviene quando avanza, dal risotto che era su base di cipolla, carota e tante
zucchine di quelle piccole piccole + naturalmente tanto parmigiano. E' un
risotto bianco leggero perché io uso solo un velo d'olio e NIENTE burro.
Ho detto. Augh! (che non è la firma, è una roca
esclamazione da pellerossa, perché di questi ho parlato stamattina con la mia
dirimpettaia che ho incontrato per caso e per strada).
Divertiti, come penso tu ti sia divertita a leggere quel
frenetico cucinare che ho descritto stanotte.
Infatti il ritmo me lo ricordo bene.
Angie
E certo,
mi sono divertita e non solo, ho anche imparato nuovi vocaboli sia in albanese
che la derivazione dal francese dei tuoi
famosi supplì.
Grazie Angie!
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