POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

sabato, luglio 12

Al paradiso del riso

Supplì di Angela Fabbri

Parlando di riso (quello edibile) – stessa sera, 10 luglio 2014, Angela Fabbri alle prese con I supplì ed io con la paella comperata in una gastronomia spagnola.


Io mi arrabbio sempre quando faccio la roba fritta. E lava l'uovo e sbatti l'uovo. E poi questi supplì qui che ho trasformato nella forma in crocchette, bisogna che metti un po' d'uovo per legare il risotto e poi ti aiuti con un cucchiaio e tiri su le palle di riso (le palle di riso... che tenerezza!) che tanto ti si sporcano tutte e due le mani, e poi le butti nella farina e poi le appoggi su una carta del pane, che poi quando hai finito il giro delle palle ormai sono venute anche a te. E devi ricominciare a passarle nella farina per dargli forma dopo esserti lavata le mani dalla precedente impiastricciatura. Ohhhh, finalmente sono ferme sulla carta da pane.
Intanto butti via quella con la farina sporca rimasta lì.
E prepara un altro sacchetto da pane, che lo divido in due perché in uno ci metto il pan grattato e nell'altro ci appoggerò quelle palle di supplì che mi stanno guardando tutte bianche da in fondo al tavolo di marmo.
E via le palle bianche dentro all'uovo sbattuto giallo e poi giù nel pan grattato e coprila e mettine un' altra nell'uovo e pareggia quell'altra dal pan grattato e deponila nella sua sistemazione definitiva. E vai così! Con tutte queste palle di supplì.
Che poi, SUPPLI', che vorrà dì?  
Adesso giù l'olio che la padella è già pronta, accendi il fornello, metti su e prendi una boccata d'aria dalla finestrona aperta.
Girati e sfarina (forse non si dice, si dice 'spana') un po' di pan grattato nell'olio e quando crocchia giù le crocchette, sì perché i supplì nel frattempo mi si sono trasformati in crocchette che è una forma più facile, ma supplì mi è servito per le rime fino a qui.
Alla fine, qualunque cosa fossero, comunque si chiamassero, sono venuti buoni.
Perché se venivano cattivi, se venivano cattivi.... li buttavo nel bidone del paciugo per non vederli più.
Invece erano buoni saporiti e croccanti. Gnam! Gnam!
Dani, te l'ho detto molte volte, se ci fosse il TRANSMATERIA, avresti avuto la tua parte.
Non so, forse se mi concentro molto come ho fatto nel farli, magari riesco a inviarteli col pensiero.
A domani.
Angie 

 Angie, ho letto dei tuoi supplì, e li hai descritti tanto bene da "obbligarmi" a pubblicare...non posso farli finire nel paciugo letterario! Una sola cosa manca, in tutta la tua meravigliosa descrizione: con che ripieno li hai farciti? Oppure hai lasciato solo il riso? Di norma, nel loro interno ci mettono un ragù o mozzarella, o salsa di pomodoro...fammi sapere, prima che io mi accinga a servirli nel blog!
Intanto l’origine del nome l’ho cercata sul web. La parola supplì deriva dal francese /surprises/, e la sorpresa è proprio quello che ci puoi trovare all'interno  .. e adesso abbiamo entrambe risolto la derivazione del vocabolo supplì! Lo ignoravo! 
Conservane uno per me.
Dani

E allora ti dirò che “ Surprizë (che si legge Surprìs’) “ è la prima parola di albanese che ho imparato. La pronunciò la mia amica vedendomi arrivare da lei inaspettata in Cattedrale dove lavora.
Sgranò gli occhi e sorrise orgogliosa, vedendomi avanzare verso di lei lungo la navata di sinistra del Duomo di Ferrara.
Stava per finire il suo orario di lavoro così siamo state insieme tutto il giorno.
Grazie di avermi riportato alla mente quei momenti bellissimi che esistono ancora, ne sono sicura, sia nel mio che nel suo cuore.

Dani, te l'ho detto molte volte, se ci fosse il TRANSMATERIA, avresti avuto la tua parte.
Non so, forse se mi concentro molto come ho fatto nel farli, magari riesco a inviarteli col pensiero.
Puoi servirli sul blog, in effetti il racconto mi pareva buono. Ma era tardi e non l'ho nemmeno riletto.
Il ripieno è costituito non da semplice riso ma, come si conviene quando avanza, dal risotto che era su base di cipolla, carota e tante zucchine di quelle piccole piccole + naturalmente tanto parmigiano. E' un risotto bianco leggero perché io uso solo un velo d'olio e NIENTE burro.
Ho detto. Augh! (che non è la firma, è una roca esclamazione da pellerossa, perché di questi ho parlato stamattina con la mia dirimpettaia che ho incontrato per caso e per strada).
Divertiti, come penso tu ti sia divertita a leggere quel frenetico cucinare che ho descritto stanotte.
Infatti il ritmo me lo ricordo bene. 
Angie

E certo, mi sono divertita e non solo, ho anche imparato nuovi vocaboli sia in albanese che  la derivazione dal francese dei tuoi famosi supplì.
Grazie Angie!






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