I seguenti componimenti poetici
sono tratti
dalla nuova silloge di Roberto Vittorio Di Pietro
intitolata ORFEO,
ORA PUOI…
(Edizioni Helicon)
“Viviamo in una società letteraria basata sulla molteplicità dei linguaggi,
e soprattutto sulla coscienza di questa molteplicità. Beato chi ha un modo e
uno solo d’esprimersi ed è sempre sicuro e pago di quello. Ma beato anche
Picasso che adopera contemporaneamente i linguaggi più diversi, in un unico
slancio di libertà, ed è sempre Picasso.”
(Italo Calvino)
“Se la narrazione di una storia e la declamazione di una poesia tornassero
ad unirsi, potrebbe succedere qualcosa di grande e molto importante. Gli uomini
non si stancheranno mai di raccontare storie. E se al piacere di ascoltare un
racconto si associa il piacere procurato dalla nobile fattura del verso, allora
il poeta potrà dirsi nuovamente un artefice a tutto tondo. Voglio dire che si
dimostrerà capace di narrare una storia e di cantarla pure; e noi non
percepiremo le due cose come distinte, così come una volta non le percepivamo
diverse in Omero o Virgilio.”
(Jorge Luis Borges: “Lezioni Americane - Invenzione della Poesia”)
“Il mio ideale,
più che di una poesia scritta, è di una poesia pronunciata, se non altro
mentalmente: una poesia che inerisca integralmente all’uomo, la cui musica sia il respiro stesso della voce, il cui ritmo sia il gioco stesso dei muscoli, l’ampliarsi del torace nel respiro. E questa poesia penso non possa fare a meno
di strutture tradizionali, perché la tradizione formale si è elaborata
attraverso la struttura stessa dell’uomo nel corso della storia.”
(Sergio Solmi)
“Il cinema è forma di scrittura in cui
al posto dell’inchiostro c’è la luce.”
(Jean Cocteau)
*
“Poesia è forma di scrittura in cui
al posto della carta c’è una scena
e al posto dell’inchiostro c’è la voce.”
(Roberto Vittorio Di Pietro)
I.
Te lucis ante terminum
rerum Creator poscimus
ut pro Tua clementia
sis praesul et custodia.
Procul recedant somnia
et noctium phantasmata.
Pietà per la nazione
che dorme il sonno di quelli
che hanno la
pancia troppo piena.
(Pierpaolo Pasolini)
Dichiararsi sereni
significa
non avere pensieri che ci riguardino.
(Jules Renard)
LA NOTTE
(epigramma)
Fra morbide coltri
tranquille?...
Tra i molli profumi
d’un sogno?...
Respirarla da insonni
la Notte!
Ad uno ad uno
saggiarne gli odori:
con fervore
inseguirne
gli affanni i sussulti i tormenti:
senzienti inoltrarsi
nel buio d’un altrove
che invoca riposo
e in pace non dorme.
II.
“Gadda usava l’aggettivo
spastico per qualificare le deformazioni dell’espressione letteraria vista come
‘spasmo poetico’ o ‘tensione spastica dell’intelligenza dell’autore e del
lettore’. E’ questa macchina letteraria spastica che agisce attraverso
l’autore, la vera responsabile dell’opera; ma essa non funzionerebbe senza gli
spasmi di un io immerso in un tempo storico, senza una sua reattività, una sua
ilarità convulsa, una sua rabbia da dar la testa contro i muri.”
(Italo Calvino)
In
omaggio a Bertolt Brecht
UN SIPARIETTO
Quante scene mi hanno provveduto
le mie scene medesime…
(Carlo Goldoni)
A QUATTR’OCCHI
nel dehors
di un anonimo
Bar/Tavola Calda
nel
cosiddetto“Triangolo Industriale”
(ovvero: fra turpi
imprecazioni
e assurdi solecismi
S C A M P O L I
di più infami oscenità)
-…Mio fratello…dicevo…cinque
lingue,
tre lauree a pieni voti e, in più, alle spalle
una carriera proprio… eccezionale…
-Già pensionato?...
-Appunto…
-Embèh?...Cioè?...
-Sai quanto gli
dà l’INPS a fine mese?
Mille e sette! All’incirca la metà
di un lordo falcidiato dalle imposte!
-Anch’io
son tartazzato…cosa credi?!
Da
quando sto a riposo…diobassstardo…
Fra
l’IRPEF… comunaali… reggionaaali…
Puliti…quattro
e otto.
– Ossiaa…di
netto?!
-Netto o pulito il conto è sempre uguale…
E
l’IMU? Per… due muri! che ci ho ‘n giro?
E’
l’ora di finiàmola…checcazzo!
-Sicché…fammi
capire…avresti un lordo?…
-…ch’è il doppio, cristo! Eccome, una merdaaata…
-Non eri?...se
non erro… un dipendente…
-…Minchia, statale sì! Più di trent’anni
a rompermi i coglioni, come
un…fesso!
Porcamadonna a fare il
passacarte…
Puttanatroiacagna…se ci
penso!
-Non lamentarti…
-
Ah no?... e che ci fai?
oggi? con un mensile come il
mio?!
Con questa… moglie! che ci
ha… la diabete…
oltre al polistirolo…e i
treglicèeeri…
E ci devi sborsare… i
specialisti!!!…
E tacche! e risananze! e
tutte quante
le pillole… cumpresse …che
da un po’
anch’io mi tocca
prendere…perché…
ci ho sta pressione del
cazzo che balla…
-La
mutua…non?...
- Ma ccùcila, sta bocca!
Che sto governo stronzo,
cazzo, gneente…
più gnente non ti passa se
non paaghi!
Manco se ci hai …la
pròsteta…che scoppia!
-Non ti lagnare.
In fondo…ai tempi tuoi…
c’è stato chi t’aveva…come dire?...
collocato…per beeene…al posto giusto…
-Camerieeere! Su, portaci al
miooo…amico…
Ti posso ‘ffrire…almeeeno…
- Lascia stare…
-
Un goc…ciat…tino?... Eddàai!…
- No, no…non
bevo.
Mio figlio…ch’è ingegnere…hhh… da tre anni,
non riesce…hhh…ancora….
-
E booono! …Statti zitto.
Lùngami quel… folietto. Dài,
Giannn…
-…Claudio.
Capiiito…che ci avevi di
bisogno.
S’oggi mi ho mosso…fino da
Sanremo…
l’ho fatto per iutarti…o
no?...
-Sì…grazie.
- Come che già si chiama, il
tuooo?...
- Gil…berto…
-Beh, un posticcino forse ce
lo trovo…
ci ho sempre qualche
gancio…’ndove conta.
Camerieereee!
Checcazzo…questo qui…
manco ti caaaga…
- Andiamo, lascia perdere…
-Non dico… come usciere ‘n parlamento…
mica si riccia ‘l naso al
tempo d’oggi.
Può darsi qualche buco… in
un culsèenter?...
Bisogna di sapersi
contentare.
Domani chiamo a Mimmo e lui…
il tuo figlio…
vedrai che, se ci ha culo,
faccio bingo.
Ma te?...sei ‘ncora…attivo?
cioè ‘n servizzio?
Fai sempre il raggio…gnere?
o che cos’eri…
Non ci ho memoria ormai…
-Insegno…hhh…lettere.
-Qui a… Rho?...
- Ma no! A
Vercelli, da un bel pezzo.
Vivo a Milano…faccio
il…hhh…pendolare…
-Quando che puoi…
staccare?...
– E chi lo sa.
-Salta sull’APE…
- Meglio…un
monopattino...
-Cio…èee? Che minchia dici?...Sai, alle volte…
mi sembri un…telequiz…come
che parli!
Ehi, ca…mee….ri…eee…re!
– Arr…iii…vooo…
– E allora…forzaaa…
Un’ora, cazzarola! per
servire?...
E adesso…posa lì…cos’altro
spetti?...
Sco…gliàmoci…il grappino…cin…
cin cin!…
Al tuo venire e quello anche
del figlio…
-Non bevo, ho
detto…
-
Ass…chènio? Quante storie!
Guarda che…t’offre Viiito…mica
un… tirchio!
Due spicci di…risparmio…in
paradiso…
ce l’ho ‘mboscati… (Maaa…ssssilenzio…zzzìttati!
‘Tento che qua c’è gente…che ti sentono…)
-Chi? Lui?!…Il ragazzo?...
-
(Sssss…bàsssala…sta
voce!...
Quello, dai retta a me, ch’è un…farrabbutto…
Non vedi?...Ronza… e…scooolta…)
– Ah sì? E…hhm…
maa…gaariii?...
-(…Uno che non fa ‘n cazzo e…puppa! a sbaffo…
Te guardaci…la pelle… è n’affricano…
tutto orecchini…e orecchi! Un gran…ricchione…
di quelli che… sul Fèisspuk…ti sputtanano…)
-Senza maschera
al volto, eppure in maschera?...
Fammiii… pagaa…re. Via, Lo Bianco…alziàmoci!…
-
Che mminchia, e mo’!… ci dàaai?...puree…la mancia?!
- Come ebbe a
dire un tale…un romanaccio:
“M’hai
provocato?... E io…io me te magno!”
R.V.D.P.
alias Momo Sabazio
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