... sotto povero cielo
era immobile e chiuso
in un torpido sogno
come chi più non soffre.
Cesare Pavese)
IN VITA
Spoglio aggranchito e anch'io là controvento
appeso, o pianticella
riarsa e dall'arsura assimilata
a ogni altra sitibonda senza nome...
da chissà chi fidata...
da chissà quando...all'unico
ronciglio
di quel displuvio senza una
ringhiera.
Con te lassù e in te: che moribonda
nel folgorato gelo
di questo inverno arido
certa non sei d'esistere, se non
per aspettare in vita
niente altro
che l'agonia di un'altra primavera.
Roberto Vittorio Di Pietro
ndr: Se la
leggiamo ad alta voce, ci accorgiamo di quanto i versi suonino come note su di un pianoforte, e
scivolano dolcemente fino al termine. Notare i vocaboli che l’autore ha usato:
aggranchito, sitibonda, ronciglio, displuvio. Sono parole che esprimono suoni,
non solo il loro significato intrinseco, fonosimbolismi.
Di Pietro è
inimitabile Maestro.
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