POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

giovedì, novembre 5

QUADERNI DI IPAZIA di Rina Brundu e Danila Oppio

Da Rosebud ai Quaderni di Ipazia

Posted on 5 November 2020
di Rina Brundu.
Alla fine se n’è andato anche lui, ma no, non l’ha ucciso il Covid, l’ho fatto fuori io! Rosebud è sopravvissuto a numerosi affronti: agli attacchi renzisti e grillorenzisti, agli attacchi degli zozzoni wikipedici (su cui torneremo nel giusto tempo); ma, soprattutto, Rosebud è sopravvissuto a dieci anni in cui tra le sue pagine non mi sono risparmiata nulla (e insieme a me i tantissimi che hanno frequentato il sito), proprio come sempre dovrebbe accadere quando a provarsi, a sperimentarsi è uno spirito libero.
Ciononostante, Rosebud non è riuscito a sopravvivere all’offesa più grande che, purtroppo, gli ho procurato io stessa. Contestualmente, io non sono riuscita a superare il dolore determinato dall’avere offeso, insieme a Rosebud, la mia stessa anima. Ancora oggi, io mi chiedo come sia potuto accadere, cosa mi abbia portato a usare queste pagine per incensare alcuni tra i più grandi malfattori politici che abbiano camminato su questo pianeta. Cosa mi abbia portato a usare queste pagine, per così tanto tempo, onde contribuire, come di fatto ho contribuito, a creare l’immonda casta politica che attualmente disonora le nostre istituzioni, peraltro, senza vergogna alcuna, come ben si addice ai peggiori poltronari che abbiamo avuto la sfortuna di far sedere nel nostro Parlamento.
Rosebud, complice del malfatto, doveva morire. Ma, in realtà, Rosebud doveva morire anche perché era un sito dedicato al giornalismo. Ovvero, a quella professione che, ancora dieci anni fa, quando nacque la rivista, io consideravo un faro, una luce guida nel mare magnum dell’indecenza etica che ci circonda, e che oggi, dopo averla studiata nel dettaglio, specialmente quella “perpetrata” in Italia, io considero un mestiere più pericoloso del terrorismo, con alcuni suoi “praticanti” (adepti?), che, se i crimini deontologici fossero puniti dalla legge, dovrebbero essere chiusi in galera a vita. Di fatto, alla radice dei mali odierni della nostra nazione, non vi è il terrorismo sessantottino, ma la cosiddetta “guerra dei venti anni”, un momento tremendo della nostra storia, un lungo, infinito, momento che ha visto due avvoltoi senza uguali, sovvenzionati con i contributi editoriali pubblici, procurare un danno nazionale unico, un danno che ricadrà su infinite generazioni di posteri nel silenzio connivente di tutti.
Un danno che oltre al nostro colossale debito pubblico (la cui esistenza è stata accortamente rimossa dalle coscienze dei connazionali dai giornalini italiani che in questi tempi disgraziati festeggiano da par loro il governo-amico), ha procurato un appiattimento totale della capacità intellettuale; ha favorito la creazione di mostri analogici nelle redazioni di detti giornali, nelle redazioni del nostro servizio pubblico televisivo, così come nelle università e ovunque sarebbe servito avere ben altri cervelli pensanti e al passo con i tempi.
Lo ripeto: Rosebud doveva morire! Paradossalmente, però, Rosebud doveva morire anche perché, almeno per quanto mi riguarda, aveva esaurito il suo compito. Quella rivista online mi ha infatti accompagnato in un periodo di cambiamento straordinario, ha aiutato la crescita che avevo auspicato, ricercato, che sapevo sarebbe avvenuta, un giorno. Rosebud, come a suo tempo lo fu Terza Pagina World, è stato per me una palestra unica. Una palestra in cui ho testato tutto ciò che avevo da testare, in cui mi sono confrontata con tutto ciò che, da un punto di vista intellettuale, era necessario confrontarmi. Senza nascondermi mai, senza paura, senza timore, senza mai desiderare di fare un passo indietro, a qualunque costo.
Da questo punto di vista, l’aspetto negativo è che è attualmente molto difficile trovare qualcosa che susciti la mia curiosità, il mio interesse. Negli scorsi anni la fisica quantistica è stata il mio porto d’approdo. Il problema della fisica è però dato dal fatto che procede lenta e una volta che hai visto tutto ciò che c’è da vedere comincia a muovere in circolo, così ti capita pure di ascoltare Susskind preoccupato di dover riconoscere l’esistenza di un architetto universale, incapace di ragionare oltre, di venire a patti con il “problema”, e allora cominci a vomitare visto che il “problema” non è in fondo così complesso. D’altro canto, per questo singolo aspetto negativo, gli input positivi non si contano: se riuscirò a scrivere e a portare a compimento tutti gli studi, le ricerche che ho già in mente di realizzare, diventerò lo scrittore più prolifico nella lingua di Dante, o almeno in una versione inglesizzata di tale idioma. Altrimenti creperò, ma almeno avrò vissuto eticamente fino al mio ultimo respiro! E avrò indegnamente vissuto come tutti gli intelletti (pochi, in verità) che ho sempre ammirato.
Anche per questo grazie Rosebud: benvenuta Ipazia!


DA ROSEBUD A VERSI IN VOLO
Di Danila Oppio  5 novembre 2020 
Partecipando ai funerali di Rosebud
Prima o poi doveva accadere. In questi lunghi anni, ho visto i continui cambiamenti effettuati su Rosebud.  All’inizio era una rivista online aperta al pubblico dove tutti coloro che avevano qualcosa da dire, sia sotto il profilo letterario che quello sociale o politico, avevano accesso sia con i propri articoli che con semplici commenti. Poi sono stati quasi del tutto allontanati, chiusa la possibilità di commentare. E Rosebud è diventata quasi esclusivamente monotematica. Scrivevi solo tu, trattavi di sola politica con pochi, ma veramente pochi, altri argomenti. Rosebud interessava solo a te, per gli altri non c’era posto. Era la tua vetrina dove potevi sfoggiare il tuo egocentrismo alla massima potenza. Dove potevi dettar legge perché avevi eliminato tutti coloro che avrebbero potuto contraddirti. Su Rosebud per gli altri non c’era posto, tranne pochi eletti.
E allora è evidente che Rosebud doveva morire. E’ nata Ipazia e questa ha spodestato dal suo trono la vanitosa Rosebud. Perché questo era diventata negli ultimi anni. Rosebud rappresentava solo Rina Brundu. E la faccenda era limitante e piuttosto noiosa. Sì, Rina, perché quanto si chiudono tutte le porte che portano qualche ventata di voci fuori dal coro (sarebbe meglio dire, fuori dal tuo canto solitario) subentra
 l'appiattimento, per quanto colto, per quanto studiato al meglio,  è risultato come il canto notturno di un pastore  errante dell’Asia. Solitario. 
Ci eravamo stancati di veder deluse le nostre aspettative.
La tua volubilità si era diretta a L’Approdo, poi a La Barba di Diogene, quindi avevi programmato l’uscita dell’Antologia La Barba di Diogene, mai avvenuta,  poi ti sei dedicata quasi esclusivamente alla Casa Editrice Ipazia, e ora nascono I Quaderni di Ipazia. 
Non hai esitato a gettare nello Stige (o dell’odio) nel Cocito (o dei pianti), nell’Acheronte(o del dolore), nel Flegetonte (o del fuoco) e nel  Lete (o dell'oblio) chi non condivideva le tue idee, o che si prendeva la licenza di darti qualche consiglio. Cancellati. 
Non ho mai respirato, in Rosebud, aria di libertà, di democrazia. Tuo era il diktat, pena essere depennati. Rosebud lo consideravamo comunque “cosa nostra”, uno spazio dove poter collaborare con gioia,  mentre poco alla volta si è tramutato in “cosa tua”. Troppe restrizioni, sempre dettate dal quel che definivi a ogni piè sospinto “deontologia”. Anche quando non era il caso. E tutte quelle minacce di far causa a chi ti criticava? Quel modo aggressivo di affrontare i problemi di incomprensioni, per l'incapacità di gestire con diplomazia i rapporti interpersonali! 
L’unica persona, oltre a te, che ha sempre avuto spazio sul tuo giornale online era Massimo Pittau, il tuo mentore. Ti ha dato fastidio che veri giornalisti sardi, su testate regionali, abbiano ricordato con stima e affetto il professore, come se il personaggio fosse di tua esclusiva proprietà. Ah, non dimentico certo!  Felice nell'udire i tuoi “mea culpa”. E non solo per l’appoggio politico dato a coloro che poi CI hanno deluso. Lo stesso avevo fatto anch’io: entusiasta di Grillo e dei Grillini che promettevano di cambiare lo status quo dei precedenti governi. Per loro andrebbero meglio i grilletti, quelli che si azionano sparando aria compressa, perché sono contro la violenza. 
Idem per Marco Travaglio e il suo Fatto Quotidiano: altra tremenda delusione. In parole povere, dobbiamo rassegnarci al fatto che chi raggiunge le alte cariche governative, alla fine se non corrompe, si fa corrompere. Si siede sul proprio scranno e ci si incolla sopra. Ci hanno illuso, molto semplicemente.
Tornando a bomba, mi piaceva Rosebud così come lo avevo conosciuto dagli inizi, e mi piaceva la sua ideatrice. Poi Rosebud ha perso poco alla volta la sua fisionomia, diventando il tuo diario personale. 
Ed io ho perso interesse dal momento in cui ha cominciato a svirgolare, perdendo la sua precedente identità.
Bene per aver deciso di assassinarlo. E sarà mia premura offrire decorosi funerali a quel vecchio Rosebud che amavo tanto. 
Auguri per I QUADERNI DI IPAZIA anche questa molto selettiva. Ma ho piacevolmente notato che ora accetti nuovamente articoli e commenti, solo se seguono una certa linea da te ben individuata.
Pubblico questo tuo articolo e il mio commento seguente, sul mio Blog che non ha la pretesa che aveva Rosebud, ma l’umiltà di un piccolo spazio che, a differenza del tuo sito in fin di vita, offre a tutti indistintamente l’opportunità di farne parte, senza formalismi, senza paletti, perché un luogo democratico deve accogliere e mai allontanare.
Buone cose, Rina! 

Ps:  un appunto leggo: QUADERNI DI IPAZIA, Dublin (EIRE) – 17 Years Online. Se Rosebud è morta, Quaderni di Ipazia è sorto dalle sue ceneri, e non può essere da 17 anni online!  Tu eri online, come hai chiarito, con altri siti. Questo è un falso d'autore. Sarebbe stato onesto mettere la data della prima pubblicazione con il nuovo nome, perché questo è: morto il re, viva il re! Ma nulla è cambiato, il nuovo titolo
Quaderni di Ipazia, conserva tutto quanto pubblicato in precedenza (tranne quel che hai eliminato) e vive perciò di riflesso a Rosebud, quindi fa ancora comodo poter affermare che esiste da 17 anni. No, non è così, se Rosebud è morto, Quaderni di Ipazia è appena nata, una poppante da allevare con cura. 

Danila Oppio

7 commenti:

  1. Ho letto, conoscendo Rina Brundu, ma non ci ho capito molto. Allora mi limito, come correttore di bozze anche TEMPORALE, a dire che ROSEBUD ha al max 9 anni (2011-2020)... Tutto il resto lo sa chi ha scritto quel che ha scritto. Forse.
    Angela Fabbri

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  2. Nel 2011 abbiamo cominciato a conoscere Rosebud, ma era già in vita qualche anno prima. Pare anche a me che non siano 17 anni, ma saprà meglio di noi la creatrice del sito quando gli ha fato vita. Quel che ho scritto, in base alla cancellazione di Rosebud, è la conseguenza dei continui cambiamenti. Evoluzioni in meglio? Non saprei, per me, lettrice di Rosebud da anni, anche collaboratrice casuale, questi continui cambiamenti mi hanno spiazzato. Se prima il sito era una piattaforma dove ci si poteva incontrare...anche noi ci siamo conosciute in quella sede, dopo è diventato un luogo inospitale. Questo è quanto.
    Danila

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    1. No. Nel dicembre 2011 era ancora attivo TERZA PAGINA WORLD.
      Angela

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  3. Ieri sera ho scritto di getto, oggi ho apportato alcune modifiche, poiché sono entrata nel sito ti Rina è ho notato cose che ieri mi erano sfuggite, compresi anche alcuni refusi. Angela, se vuoi rileggere la mia parte, ora è più chiara.
    Danila

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    1. Per la precisione, la prima email in cui RB mi comunica, da Terza Pagina World, che cominciava a lavorare a Rosebud e mi invitata a parteciparvi, è del 1° dicembre 2011...
      Angela

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  4. Pare però che La Terza Pagina Word fosse già in vita parecchio tempo prima che tu ricevessi l'invito a parteciparvi. Anch'io, proprio la vigilia di Natale 2011 sono stata contattata da Rina, ma era già in funzione Rosebud. Insomma questa benedetta donna ha cambiato idea mille volte e si fatica a starle dietro.
    Ciao
    Danila

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  5. O, ma sai leggere?
    Che Terza Pagina World fosse attivo è quel che ho scritto. Infatti è da lì che mi parla per la prima volta di Rosebud l'1/12/2011!

    Aggiungo che mi scriveva da Terza Pagina World dai mesi precedenti e anche prima, quando NON avevo ancora il pc. E mi scriveva sul pc del negozio della mia amica grafica e fu da lì che le scrissi che avrei partecipato al suo strano concorso (mai arrivato a termine) e poi ci partecipai con ELIZABETH. Ci siamo conosciute così io e RB.
    La questione RB non mi riguarda + da un pezzo. Avevo scritto le mie precisazioni solo per te. Giuro che non lo farò +.
    Angela

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