Leggendo il libro di Paulo Coelho, L'Alchimista, sono rimasta colpita dalle sue illustrazioni, firmate Moebius. Era un nome che avevo già sentito, ma non essendo una lettrice di fumetti, non sapevo quali fossero le opere di Jean Giraud. E soprattutto non sapevo bene chi fosse. Una lacuna che dovevo colmare. Così ho scoperto che questo versatile disegnatore è scomparso il 10 marzo 2012, a 74 anni di età.
Moebius
Intervista
Biografia
Moebius, ovvero Jean Giraud,
nasce l'8 marzo 1938 a Fontenay-sous-Bois, vicino a Parigi. Quando nel 1941 i
genitori divorziano, Jean viene affidato alle cure dei nonni materni, presso
Fontenay. E' in questo periodo che guardando i fascicoli di Les Tours du monde scopre le
incisioni dell'Ottocento, che avranno molta influenza nei suoi lavori
successivi. Dopo essere stato rifiutato alla scuola superiore di arte, Jean
Giraud nel '54 si iscrive ad un corso di disegno per corrispondenza.
Viene successivamente accettato alla Scuola Tecnica d'Arti Applicate di Parigi, dove frequenta un biennio. Nel 1954 pubblica la sua prima storia a fumetti Les Aventures de Franck et Jeremie sulla rivista di fumetti per ragazzi Far West.
In seguito collabora con il periodico cattolico Coeurs Vaillants per il quale scrive e disegna alcune storie a carattere umoristico. Con i soldi guadagnati se ne va in Messico a trovare sua madre che si è appena risposata.
Resterà in questo paese per otto mesi. Nel 1961, dopo il periodo di ferma militare, comincia a collaborare con Spirou dove aiuta Jije nella realizzazione delle avventure di Jerry Spring. Per la casa editrice Hachette realizza alcune illustrazioni, e nel 1963 inizia a collaborare al settimanalePilote con Charlier. Il settimanale vuole dar vita ad una nuova serie Western e avrà dai due autori la creazione del 'tenente Blueberry' (Fort Navajo). In questa occasione Jean Giraud comincia a firmarsi con lo pseudonimo 'Gir'. Sempre nel '63 sulla rivista Hara Kiri incomincia a pubblicare alcune storie con lo pseudonimo 'Moebius', che si allontanano notevolmente dallo stile classico delle storie firmate 'Gir'.
Viene successivamente accettato alla Scuola Tecnica d'Arti Applicate di Parigi, dove frequenta un biennio. Nel 1954 pubblica la sua prima storia a fumetti Les Aventures de Franck et Jeremie sulla rivista di fumetti per ragazzi Far West.
In seguito collabora con il periodico cattolico Coeurs Vaillants per il quale scrive e disegna alcune storie a carattere umoristico. Con i soldi guadagnati se ne va in Messico a trovare sua madre che si è appena risposata.
Resterà in questo paese per otto mesi. Nel 1961, dopo il periodo di ferma militare, comincia a collaborare con Spirou dove aiuta Jije nella realizzazione delle avventure di Jerry Spring. Per la casa editrice Hachette realizza alcune illustrazioni, e nel 1963 inizia a collaborare al settimanalePilote con Charlier. Il settimanale vuole dar vita ad una nuova serie Western e avrà dai due autori la creazione del 'tenente Blueberry' (Fort Navajo). In questa occasione Jean Giraud comincia a firmarsi con lo pseudonimo 'Gir'. Sempre nel '63 sulla rivista Hara Kiri incomincia a pubblicare alcune storie con lo pseudonimo 'Moebius', che si allontanano notevolmente dallo stile classico delle storie firmate 'Gir'.
Nel '65 compie un secondo viaggio in Messico
dove sperimenta i funghi allucinogeni e realizza degli schizzi destinati ad
illustrare le poesie di Alexandro Jodorowsky, esule cileno, autore e attore
teatrale, che conoscerà diversi anni dopo. Le sue storie sviluppano
parallelamente temi più classici, e altri assolutamente fantastici. Nel '73
pubblica La deviazione su Pilote,
un manifesto per una nuova generazione di fumetti. Un fumetto che non è più
legato ad un riscontro esclusivamente commerciale o ad una lettura per ragazzi,
ma che con valenze artistiche e culturali si rivolge ad un pubblico
adulto,.
Nel '74 insieme a Mandryka, Bretcher e Gotlib pubblica sul n.8 de l'Echo des Savanes, Incubo Bianco che è una denuncia del razzismo xenofobo dei francesi, totalmente al di fuori degli schemi del fumetto tradizionale. Nel '75 è contattato da Jodorowsky per la progettazione del film "Dune", tratto dal romanzo di Frank Herbert. Grazie a questa collaborazione conoscerà lo sceneggiatore Dan O'Bannon che scriverà per lui "The long Tomorrow" Sempre nel '75, assieme a Druillet, Dionnet e Farkas, fonda la rivista "Metal Hurlant", che rivoluzionerà il fumetto internazionale.
Nel '74 insieme a Mandryka, Bretcher e Gotlib pubblica sul n.8 de l'Echo des Savanes, Incubo Bianco che è una denuncia del razzismo xenofobo dei francesi, totalmente al di fuori degli schemi del fumetto tradizionale. Nel '75 è contattato da Jodorowsky per la progettazione del film "Dune", tratto dal romanzo di Frank Herbert. Grazie a questa collaborazione conoscerà lo sceneggiatore Dan O'Bannon che scriverà per lui "The long Tomorrow" Sempre nel '75, assieme a Druillet, Dionnet e Farkas, fonda la rivista "Metal Hurlant", che rivoluzionerà il fumetto internazionale.
E' su "Metal
Hurlant" che Moebius realizzerà i suoi migliori capolavori: "Arzach" e il "Garage ermetico di Jerry Cornelius".
Moebius progetta i costumi per Alien,
lo storyboard di Tron e partecipa alla creazione del cartone animato Le maitres du temp, diretto da Rene Laloux.
Nel 1980 inizia la saga dell'Incal su testi di Jodorowsky. In questo stesso
anno conosce Appel-Guerry guida spirituale del gruppo Iso-Zen, cui Moebius si
unisce trasferendosi a Tahiti. Tornato a Los Angeles fonda con la moglie
Claudine e i coniugi Jean Marc e Randy Lofficier la Starwatcher Graphic, una
società che cura i suoi diritti negli U.S.A. Su testi del mitico Stan Lee,
Moebius disegna per la Marvel una miniserie di due episodi su Silver Surfer.
Sono di Moebius e di Merzier i disegni
preparatori da cui sono state tratte le scenografie del film Quinto Elemento. Recentemente
(maggio-giugno '99) opere di Mobius, assieme a quelle di Giger e Bilal, sono
state esposte nella mostra 1999: Ritorno
alla terra. Il fumetto e la grafica di fantascienza come anticipatori di
visioni.
Studente dell’Ecole des Arts appliqués, a soli 18 anni Jean
Giraud inizia a disegnare la sua prima striscia a fumetti. Il titolo è Frank e Jeremie, e compare sul magazine Far West.
Il genere western, in auge durante quel decennio, permette al giovane disegnatore di sperimentare un tratto dinamico, realista, preciso.
Assieme allo scrittore belga Jean-Michel Charlier è autore delle avventure del tenente Blueberry, personaggio che resterà nel pantheon delle creazioni di Moebius e che non abbandonerà mai completamente, nel corso di una carriera lunga cinquant'anni.
Giraud adotta lo pseudonimo Moebius nel 1963, nel momento in cui comincia a collaborare con il settimanale di satira Hara-Kiri.
Quando, dopo dieci anni di silenzio, Giraud torna a firmarsi Moebius, quel nome diventa presto il marchio inconfondibile e proverbiale di un autore senza più limiti, capace di frequentare e innovare generi diversi col suo segno elegante e icastico, e sempre filtrando stereotipi e convenzioni narrative al passino sottile del suo stile personalissimo e originale.
Quella che comincia con la sua collaborazione alla rivista Metal Hurlant è una stagione nella quale Moebius si coprirà di allori.
Epitome di questa new wave della fantascienza sarà la storia intitolata Il garage ermetico, da subito considerata dalla critica un oggetto alieno nel panorama sci-fi: sequenze apparentemente incoerenti, dialoghi rarissimi o assenti, approccio postmoderno alla grammatica del medium.
Moebius diventa un maestro, ma di quelli che non hanno epigoni: nel corso degli anni successivi sarà soprattutto il cinema a beneficiare delle atmosfere descritte dalla matita del grande disegnatore.
Nel frattempo nasce e si consolida il sodalizio con uno sceneggiatore altrettanto sui generis: le storie di John Difool e dell'Incal sono il frutto della collaborazione con l'argentino (ma cosmopolita per vocazione) Alejandro Jodorowski.
La saga, di grande successo commerciale, anticipa temi e suggestioni che - ancora una volta - daranno forma all'estetica di un'intero decennio.
Da un articolo dedicato a Moebius l'indomani della sua morte: "[...] dobbiamo in gran parte anche a Moebius il colpo d’occhio che ancora ci condiziona sulle città del futuro, in cui la tecnologia si veste di forme arcaiche [...]". E in effetti nelle bellissime tavole delle storie a fumetti di Jean Giraud troviamo metropoli verticali, strutturate come pozzi profondissimi, automobili volanti che incrociano tra grattacieli altissimi...
Sono spesso visioni di sogno, impregnate di riferimenti esoterici che sono accessibili solo ad un secondo, più attento livello di lettura.
Gli ultimi anni della produzione di Moebius sono segnati da una rarefazione ulteriore del segno, che apre a immagini di grande respiro e marca un nuovo ambito espressivo per questo maestro del fumetto.
Il genere western, in auge durante quel decennio, permette al giovane disegnatore di sperimentare un tratto dinamico, realista, preciso.
Assieme allo scrittore belga Jean-Michel Charlier è autore delle avventure del tenente Blueberry, personaggio che resterà nel pantheon delle creazioni di Moebius e che non abbandonerà mai completamente, nel corso di una carriera lunga cinquant'anni.
Giraud adotta lo pseudonimo Moebius nel 1963, nel momento in cui comincia a collaborare con il settimanale di satira Hara-Kiri.
Quando, dopo dieci anni di silenzio, Giraud torna a firmarsi Moebius, quel nome diventa presto il marchio inconfondibile e proverbiale di un autore senza più limiti, capace di frequentare e innovare generi diversi col suo segno elegante e icastico, e sempre filtrando stereotipi e convenzioni narrative al passino sottile del suo stile personalissimo e originale.
Quella che comincia con la sua collaborazione alla rivista Metal Hurlant è una stagione nella quale Moebius si coprirà di allori.
Epitome di questa new wave della fantascienza sarà la storia intitolata Il garage ermetico, da subito considerata dalla critica un oggetto alieno nel panorama sci-fi: sequenze apparentemente incoerenti, dialoghi rarissimi o assenti, approccio postmoderno alla grammatica del medium.
Moebius diventa un maestro, ma di quelli che non hanno epigoni: nel corso degli anni successivi sarà soprattutto il cinema a beneficiare delle atmosfere descritte dalla matita del grande disegnatore.
Nel frattempo nasce e si consolida il sodalizio con uno sceneggiatore altrettanto sui generis: le storie di John Difool e dell'Incal sono il frutto della collaborazione con l'argentino (ma cosmopolita per vocazione) Alejandro Jodorowski.
La saga, di grande successo commerciale, anticipa temi e suggestioni che - ancora una volta - daranno forma all'estetica di un'intero decennio.
Da un articolo dedicato a Moebius l'indomani della sua morte: "[...] dobbiamo in gran parte anche a Moebius il colpo d’occhio che ancora ci condiziona sulle città del futuro, in cui la tecnologia si veste di forme arcaiche [...]". E in effetti nelle bellissime tavole delle storie a fumetti di Jean Giraud troviamo metropoli verticali, strutturate come pozzi profondissimi, automobili volanti che incrociano tra grattacieli altissimi...
Sono spesso visioni di sogno, impregnate di riferimenti esoterici che sono accessibili solo ad un secondo, più attento livello di lettura.
Gli ultimi anni della produzione di Moebius sono segnati da una rarefazione ulteriore del segno, che apre a immagini di grande respiro e marca un nuovo ambito espressivo per questo maestro del fumetto.
Jean
Giraud aveva 74 anni: era uno dei più grandi disegnatori di sempre. Lo
pseudonimo nacque nel 1963
MILANO - Jean Giraud, morto all'età di 74 anni dopo
una lunga malattia, è stato tra i disegnatori e sceneggiatori di fumetti più
noti, conosciuto con lo pseudonimo di Moebius. Era nato a Nogent sur Marne,
alle porte di Parigi, nel 1938. Studente dell'Ecole des Art appliquees, a soli
18 anni aveva iniziato a disegnare la sua prima striscia a fumetti, 'Frank e
Jeremiè, per il magazine Far West.
Il tema western rimase tra i suoi favoriti per tutti gli anni Sessanta, quando insieme
allo scrittore belga Jean Michel Charlier diede vita a uno dei suoi personaggi
più noti, il tenente Blueberry. Lo pseudonimo 'Moebius' nacque nel 1963, quando
Giraud iniziò a disegnare per il magazine satirico Hara-Kiri. Dopo un decennio
di silenzio, nel 1975, lo utilizzerà per i lavori con tema fantascientifico e
fantasy che gli daranno nuova fama internazionale, pubblicati dalla rivista
Metal Hurlant, che lui stesso aveva creato.
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