Questa poesia è stata pubblicata oggi sul sito poetico-letterario Gli Occhi di Argo, ed entrerà a far parte di un'antologia la cui edizione avverrà verso il mese di febbraio. La potete leggere anche cliccando nel sottostante link, che vi riporta al sito.
Vela latina
Autrice: Danila Oppio
Accarezzo il cuore l'anima il viso
Tutto quanto di più sensibile
Ti appartiene, da ambigue lontananze
Eteree, immense, eppur attigue
Ormeggiata la mia barca al porto
Paventando tempeste e marosi
Rinuncio a intraprendere
Itinerari sconosciuti e avventurosi
Al richiamo del rabbioso vento
Di questa mia imbarcazione
La direzione all’istante inverto
Prendendo con audacia il largo
Issata la vela latina, mi abbandono
Nell’affannosa ricerca di quel non so
Che almeno mi porti lontano
Dall’immensa profonda solitudine
Che i miei giorni avversa
La solitudine, il possibile amore: questi i temi scandagliati con leggerezza e densità da Danila Oppio, che concentra l’attenzione soprattutto sulla bella immagine di una vela, inevitabilmente sensibile, quando è issata, alla variabilità dei venti. L’amore chiama ma in esso non c’è spazio solo per la passione e la luminosità, l’ambiguità e la rabbia ne fanno ugualmente parte.
Il “tu” che potrebbe esserci ma (ancora) non c’è è figura dominante, in questi versi di Danila Oppio. La “ricerca del non so” è la reazione alla solitudine ormai avversata: un complesso tragitto interiore fa da preambolo ad essa, e l’autrice è bravissima a mostrarcelo, tra l’altro con un’invidiabile musicalità dei versi.
La vela è stata issata, il viaggio intrapreso. La poesia, ancora, sarà certamente diario di bordo.
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