Ho sepolto la spada
tra fiori di campo
perché nascesse
una sorgente di sangue
a perenne memoria
della bestia nell’uomo.
Ho messo ferite
alle finestre ad asciugare
e rantoli bui
nel vecchio grammofono
che graffia
come un cecchino sul tetto.
Ho provato a volare
con ali di angelo
su quei poveri corpi
confusi tra membra
in fosse comuni.
Non mi resta che piangere
la solita storia
di ossa spaccate
e petti trafitti
tra soldatini di piombo
con i potenti
che stanno a guardare
con quanti morti
si vincerà.
Lorenzo Poggi
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