Parto da questa dichiarazione del comico Fabrizio, pubblicata su FB dal cantante Simone Cristicchi, con questo commento: È un pugno nello stomaco, ma la pubblico. L'ha scritta il comico Fabrizio Casalino.
Si, lo penso anch'io che si tratti di un vero pugno nello stomaco, ma non certo per quanto il comico ha voluto esprimere. Il mio pensiero è altro.
Quando il mondo degli umani si è formato, creato da Dio o per un'evoluzione naturale poco importa in questo contesto, le religioni non esistevano. Però gli esseri umani hanno sempre combattuto tra loro, per una qualsiasi ragione che ritenevano giusta.
Nacquero poi le religioni, che sono state dichiarate sotto ispirazione di qualcuno che sta in alto, forse è vero, forse no. Certamente sono state pensate per insegnare ai popoli come si dovrebbe vivere. Ma essendo l'uomo, anche il più intelligente ed istruito, sempre imperfetto, ha farcito gli insegnamenti a stampo religioso, di ideologie prettamente umane e non certamente divine.
Anche nella Bibbia si trovano incitamenti alla violenza. Eccone alcuni:
Nacquero poi le religioni, che sono state dichiarate sotto ispirazione di qualcuno che sta in alto, forse è vero, forse no. Certamente sono state pensate per insegnare ai popoli come si dovrebbe vivere. Ma essendo l'uomo, anche il più intelligente ed istruito, sempre imperfetto, ha farcito gli insegnamenti a stampo religioso, di ideologie prettamente umane e non certamente divine.
Anche nella Bibbia si trovano incitamenti alla violenza. Eccone alcuni:
Il Dio di Abramo è lo stesso cui credono gli ebrei, gli islamici e i cristiani...se dunque questo Dio è il creatore di ogni cosa, compresi gli uomini, perché mai dovrebbe desiderare la distruzione delle sue creature, sia pur che appartengano ad un credo diverso l'una dall'altra? In nome di quel Dio, che lo si chiami Yahweh, Allah, o Signore,si sono compiuti efferati omicidi. Da parte di tutti, nessuno escluso. Credo che quel NOSTRO Dio, e per nostro intendo proprio quello che viene pregato da ebrei, musulmani e cristiani, pianga lacrime di sangue, per un'umanità che non ha compreso nulla del suo messaggio, che è di Pace di Amore e di Felicità per ogni essere vivente. Allah Akbar lo dobbiamo dire tutti, sono gli uomini a non essere grandi, ma molto piccoli.
In base a questo mio pensiero, affermo che sono più che convinta che tutti coloro, Charlie compreso, che fanno della satira pesante contro la religione di un popolo, non agiscano per libertà di espressione, per la semplice ragione che la nostra libertà finisce là, dove si calpesta quella altrui.
Anche nel mondo cristiano, proprio gli stessi battezzati che poi hanno preso le distanze dalla religione in cui sono cresciuti, si leggono barzellette o frasi satiriche contro la loro religione ed il loro Dio. Oppure si gridano bestemmie, e non sono solo quelle che Benigni ha "benignamente" considerato ininfuenti. Lo sono tutte quelle che vanno contro la dignità dell'uomo, che distruggono la vita degli esseri umani, come fosse insignificante.
Diceva bene, la mia amica scrittrice Angela Fabbri, quando sosteneva che è l'intolleranza il peggior difetto dell'uomo.
Ho amici musulmani, che rispettano il mio credo, ed io rispetto il loro, al punto di essermi procurata una copia del Quran, per meglio comprendere il loro pensiero religioso. Ho amici ebrei, e poiché Cristo era ebreo, rispetto le Sacre Scritture e la Torah, in quanto la religione cristiana è fondata su quelle stesse basi, anche se poi Gesù e Maometto, hanno aggiunto il Vangelo e il Corano. Ma anche Maometto proveniva dalla cultura ebraica, pure se discendente non da Isacco figlio di Sarah, ma da Ismael, il figlio dell'egiziana Hagar, entrambi figli dello stesso padre Abramo o Ibrahim.
Noi cristiani, indegni figli di Dio, andammo a "convertire" le civiltà precolombiane, uccidendo e saccheggiando. Poi partimmo per le Crociate, contro i musulmani. Quindi con la Sacra Inquisizione mettemmo al rogo un'infinità di persone che avevano preso le distanze dalla Chiesa Cattolica, per abbracciare un cristianesimo un poco diverso, quello predicato da Calvino o da Lutero, accusandoli di stregoneria o di chissà quali altre colpe.
Hitler ha commesso, da buon cristiano, atti ignobili contro gli ebrei. Beh, che altro aggiungere?
Sulla libertà di stampa: se mi volessi permettere di ironizzare, di fare della pesante satira sul pensiero religioso di chi non condivide le mie idee, ledo la libertà altrui.
Quindi si, affermo di essere contraria a qualsiasi tipo di satira, vignetta, frase o articolo che inciti alla derisione di un essere umano che vive su questo nostro Pianeta.
Tutto questo non significa che prenda la difese di chi ha tolto la vita ai membri della redazione della rivista francese. Assolutamente sono per il rispetto della vita di ogni uomo.
Tornando all'intolleranza, non vedo grandi differenze tra l'intolleranza del vignettista contro chi segue il Corano, da quella dei fanatici che hanno ucciso. Entrambi intolleranti, con una sola ma sostanziale diversità. Coloro che professano un'altra fede e prendono in giro i cristiani, non ricevono da questi ultimi, lo stesso trattamento che è stato riservato a Charlie e compagni. I cristiani, quelli odierni, conoscono il perdono.
Come mai i Buddisti non hanno mai cercato di fare proseliti con la violenza? Come mai accettano le altre religioni senza contrastarle? Forse hanno compreso meglio di tutti, che la Pace è il modo migliore di vivere? Forse hanno capito che il Creatore ama tutti gli uomini indistintamente? Che sono sue creature a qualsiasi religione appartengano?
Sarebbe bellissimo, seppur utopico, che finalmente si comprendesse che ogni essere umano ha il sacrosanto diritto di professare la propria fede religiosa e la propria idea politica e viverla secondo gli usi e costumi della sua Nazione.
Sono stata in Syria, l'unico paese musulmano che ho visitato, quando ancora c'era la pace.
Fui accolta con calore e simpatia, curata da un beduino (quando caddi rovinosamente dal teatro romano di Diocleziano) il quale si è premurato di pormi del ghiaccio, dopo averlo avvolto nella sciarpa del suo turbante, sulla parte dolente.
Ho rispettato gli usi e costumi della loro patria, indossando un abbigliamento idoneo, anche se il caldo era opprimente. Ho visitato le loro splendide moschee, indossando quanto mi hanno consigliato, ovvero un mantello con cappuccio, che copriva interamente il mio corpo. E ho lasciato le scarpe al di fuori del santo luogo di preghiera.
Mi è sembrato giusto e doveroso.
Palmyra o Tadmur- via Colonnata o cardo romano |
Ho visitato le rovine di Palmyra, cavalcando uno di questi splendidi cammelli bianchi |
Uno dei meravigliosi bambini beduini di Tadmur |
Non posso non ricordare con il cuore colmo di gratitudine e gioia, quei giorni trascorsi in Syria, senza provare dolore, pensando a quanto ora sia sconvolta da una guerra fratricida.
Amo i musulmani, esattamente come amo gli ebrei e i cristiani. Sono tutti figli dello stesso Padre Celeste.
Allora chiedo agli islamici e agli ebrei, ma anche ai non credenti, agli atei, di accettare che, quando vengono nelle nostre Nazioni di stampo occidentale e cristiano, accolgano di buon grado quello che vige nelle nostre abitudini e leggi. Se nelle scuole viene affisso il crocifisso, lo si accetti, fa parte delle nostre tradizioni così come voi conservate le vostre, e giustamente desiderate che coloro che visitano i vostri Paesi vi si adeguino.
L'intolleranza è una brutta malattia, che avvelena il mondo. E questo Pianeta è già tanto ferito da guerre, da inquinamento e calamità naturali, senza dover aggiungere al male, altro male. Lo dico a tutti, indistintamente, che il rispetto della persona, delle sue origini, delle sue tradizioni, del suo credo politico religioso è la primaria fonte di Pace e di Giustizia.
Danila Oppio
Brava Danila Oppio.
RispondiEliminaAngela Fabbri
Considerazioni amare, quella di Fabrizio e di Danila, ma che ci portano lontano, in quei tempi bui quando l'Uomo ha creduto di fondare una sua religione, facendo e aggregando popoli e nazioni dei quali non conosceva la storia e men che meno la dignità.
RispondiEliminaL'appello, se così vogliamo chiamarlo, di Danila è giusto e sacrosanto. La libertà di opinione e di pensiero, quale è anche la satira, deve appartenere a tutti ma nessuno può permettersi di offendere l'altro, chiunque esso sia, perché si cade in quell'errore, non nuovo, che ha sfidato mortalmente Charlie e tutti coloro che "credono" in quella libertà non ancora raggiunta, che ci piaccia o no.
La storia insegna e noi, che dovremmo imparare, ancora quel banco di scuola non l'abbiamo occupato..anzi!
Scusate, ho dimenticato di firmarmi
RispondiEliminaSono io, Gavino
Ciao
Ringrazio Angela Fabbri per lo spunto che mi ha portato a scrivere questo articolo, quel suo parlare di intolleranza, che ritiene appartenga un po' ad ognuno di noi. Certo è così, ma occorre poterla gestire con intelligenza. Quando discutevamo su questo difetto umano, non era ancora accaduto quel grave fatto a Parigi. Ma l'argomento "Intolleranza" funziona in questo contesto.
RispondiEliminaRingrazio Gavino, per il gradito commento, che ovviamente condivido, perché è l'ideale proseguo del mio articolo. Grazie ad entrambi, di tutto cuore.
Danila
Rispondo a Gavino perchè non sono d'accordo con lui.
RispondiEliminaPrima di tutto l'Uomo che ha messo insieme gli altri uomini sotto le religioni conosceva senz'altro la storia del popolo che voleva raccogliere sotto Un Nome Solo perchè altrimenti non sarebbe stato ascoltato e tantomeno seguìto. E senza sèguito le religioni non si costruiscono.
Poi voglio dire a Gavino che la satira significa colpire qualcuno o qualcosa, cioè, principalmente è offesa. Con lo scopo di evidenziare aspetti che forse forse sono eccessivi o possono essere cambiati.
Chiaro che finchè la satira si applica all'interno del proprio gruppo culturale o sociale è comprensibile a quel gruppo che ne può ridere senza troppi problemi e magari cominciare a pensare a dei cambiamenti.
La satira fatta invece verso un altro gruppo, colpendo l'altro gruppo solo nei suoi aspetti esteriori, visto che è sconosciuto nelle sua cultura e nella sua società, può diventare ben di più di un'offesa, può diventare provocazione.
Per quel che ne so, la provocazione fine a se stessa o è inutile o fa solo danno.
Angela Fabbri