Tutto è cominciato da me, Dani, che, oops, avevo scritto
"anno", voce del verbo avere, senza la acca iniziale, per un semplice
errore di battuta. Ma è straordinario come, da un particolare, ne siano
scaturiti ricordi….
Sai che in prima elementare,
quando non si è ancora arrivati a insegnare la lettera 'H', ma pure si
cominciano a insegnare i 'pensierini', là dove ci va si sostituiva con 'a'
accentata? Cioè, invece di 'hanno' ancora sconosciuto, 'ànno', 'à' per 'ha' e
così via.
Non me lo ricordavo più e me l'hai
fatto ritrovare, grazie. Un pensiero a mia madre.
Angie
A me hanno subito insegnato a mettere la H davanti
alle coniugazioni del verbo avere, quando necessitano. Dell'accento non me ne
hanno mai parlato, né la maestra né i professori in seguito.
Mi fa piacere che ti sia ricordata degli insegnamenti
della tua mamma!
Dani
E' solo che non te lo ricordi più,
come capitava a me. Ma una volta era la prassi quella di insegnare a usare nei
pensierini solo la materia studiata. E le lettere si studiavano una a una, come
la si rappresentava maiuscola e come la si rappresentava minuscola. Parlo
proprio dei primi mesi della scuola elementare. Io ho imparato a scuola a
leggere e scrivere perché, come ti ho già detto, la mia mamma maestra mi lasciò
'nature' fino all'ottobre del 1957 quando entrai in prima.
I professori cosa vuoi che
sappiano dei trucchetti che si usano alle elementari, per insegnare a scrivere
qualcosa anche se non conosci tutto l'alfabeto.
Dirò di più, se mancavi alle
lezioni per un'influenza, dovevi recuperare le lettere perdute!
Angie
Ricordo benissimo che ho iniziato con le aste, e si
doveva stare dentro i quadretti grandi. Poi le A le O, le C le G che dovevano
toccare i quattro lati del quadretto, senza debordare.
Quindi le lettere, poi le sillabe, ba be bi bo bu. Poi
le parole più lunghe. Ma, ripeto, l'insegnante mi ha insegnato le H e non
l'accento al loro posto. L'accento doveva essere alla fine di una parola, come
Verità, per esempio. Oh, si, ricordo tutto, perché la mia maestra Angela Mura
(che coincidenza, Angela anche lei!) era sarda di Cagliari, ma anche
severissima. Tant'è che vi erano solo 3 classi (A - B - C) ed io ero nella A e
tutti dicevano che era la maestra più brava ma anche la più severa.
Ma ora ti faccio ridere. Sono arrivata a Milano da
quel paesino nel Veneto, senza sapere una parola d'italiano, perché in casa si
parlava dialetto. E sono arrivata pochi giorni prima di iniziare la prima
elementare. Di conseguenza, non sapevo parlare che in dialetto, il che causava grasse
risate da parte delle mie compagne. Per fortuna almeno capivo l'italiano,
perché i miei genitori erano andati a Milano senza di me, e mi hanno affidata
per 3 mesi ad una famiglia toscana, che abitava nel paese, Il marito era
carabiniere di stanza lì. Loro parlavano un perfetto italiano, ed io ho
imparato a capirlo, ma non ancora a parlarlo.
La maestra era di una severità che rasentava la
crudeltà. Oggi, malgrado siano stati una vera sofferenza quei cinque anni, devo
ringraziare quella maestra, perché mi ha corretto così bene, che ora se faccio
un errore nello scrivere, è solo perché uso la tastiera in modo veloce e
qualcosa mi sfugge. Ma non certo perché non conosco l'ortografia!
Beh, sai, nel raccontarti questi episodi, mi è venuto
in mente tutto il resto, e ne verrebbe fuori un lungo racconto, con scenette
che allora mi facevano piangere, ma sulle quale oggi sorrido.
Dani
Oh per fortuna che ci sorridi su!
Altrimenti mi verrebbe a pensare che c'è stato solo un grande passato di
crudeltà sulle tue spalle.
Angie
Quando si è bambini ogni cosa fa soffrire molto di più
di quanto si soffre da grandi, perché crescendo si è imparato a fregarsene un
poco di più e forse si è anche sofferto di più e quindi le cose vissute male da
piccini, diventano inezie!
Dani
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