Mario Ceroli: l'uomo e la sua ombra |
Le ombre…..(collaborazione a distanza)
La differenza tra me e la mia ombra è che lei fa quello che io faccio,
senza alcuna fatica, ma tra me e l’ombra non c’è alcuna alcuna eguaglianza: é
solo subalternità.
Io scrivo in questo momento e nello stesso momento parlo
con te perché ti penso al mio fianco. Quando sono in giro e non sono distratto
da altre cose che debbo fare, tu sei con me e col pensiero indico gli oggetti
del luogo che tu non conosci.
La poesia va bene per essere una cosa che vive
di se stessa, anche se il pensiero l’ha posta in relazione. Tu puoi seguirmi
come un'ombra ma non essere mai la mia ombra perché saresti solo l’apparenza
di me stesso, e io non ti vedo così.
Una poesia fa armonia con sé stessa e tutta
insieme resta poesia per ciò che dice. Noi siamo due pensieri che si accolgono
in uno spazio e si vogliono bene anche quando non si vedono. Sono come il
ricordo di un qualcosa realmente vissuto e che non è destinato a morire.
Tutto questo lo penso e lo vedo come l’amicizia. Cerca di vedere
l’amicizia tra due persone come fossero un euro e un euro. Se questi due euro
li metti insieme quale differenza ci vedi? NESSUNA!
Ebbene, due che si vogliono bene sono come due euro e
quei due euro sono come due amici che si amano in eguaglianza.
Un passo più su: tra queste due piante amiche si
assiede l’amore che governa in armonia tutte le azioni.
Tommaso Mondelli
Oh certo, non intendevo definirmi la tua ombra, ma
mi è piaciuta la disquisizione che ne hai fatto. Nel nostro caso particolare,
non potendo affiancarti direttamente, mi sono descritta come la tua ombra, nel
senso che ti seguo, che ti sto accanto (tutto dipende dalla posizione del
sole!) invisibile, ma presente.
Anche le ombre, come il pensiero o un sentimento, non
sono visibili né tangibili, ma esistono. Ed io esisto accanto a te, a volte ti
precedo, a volte ti seguo, altre volte ti sto a fianco. Questo è il perfetto
rapporto umano. Nessuno sarà sempre davanti ad un altro, così neppure sempre
dietro, ma come quando si passeggia. Se si è sottobraccio, allora si sta
al fianco, alla pari. Talvolta c'è chi si ferma ad osservare un panorama o un
fiore, e l'altro procede, oppure c'è chi corre avanti, per raggiungere una
panchina dove sedersi e prendere posto anche per il compagno. Sono esempi allegorici ma così dovrebbe
essere, e nessuno mai dovrà sentirsi inferiore o superiore ad un altro.
Danila Oppio
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