Il Pensatore di Rodin |
Mi capita di dovermi fare spesso questa domanda, che poi non è la sola. Cioè sulla riflessione, è o non è il caso di riflettere? Al primo attimo in cui ci si pensa, appare sensato e utile. Dopo qualche istante, si ha la sensazione di avere davanti la solita visione del cane che cerca, a ruota, di voler raggiungere la coda, senza riuscirci, e perché lo faccia. Lo sa o non lo sa? Non lo sa, perché dopo un po' dovrebbe desistere davanti alla prova che non ci riesce. Potrebbe essere un ostinato che voglia provare la sua tenacia e, pertanto, continua a girare intorno a sé stesso.
Possiamo intanto riflettere sul fatto che il cane potrebbe essere privo di un certo raziocinio e, quindi, non accorgersi dell'inutilità della sua insistenza. A parte il fatto che l'animale non vorrà certamente dare, a chi lo guarda, la prova di aver inventato il moto perpetuo e, dopo aver capito, la nostra ironia, saggiamente o per stanchezza, decide da sé di spegnere l'interruttore e fermarsi, anche se solo dopo un grugnito di insoddisfazione.
L'uomo, animale totalmente raziocinante, è difficile che si porti ad iniziare qualche operazione, senza un minimo di tempo a riflettere su cosa e su come imbarcarsi in qualche piccola o grande avventura.
Il risultato quale potrebbe essere?
Se non riflette intorno all'idea che gli si è parata davanti, nove su dieci le sbaglia tutte; se non riflette abbastanza, può andare incontro a un risultato in parte sbagliato, ovvero in modo diverso da come lo aveva immaginato o voluto (il matrimonio è un caso tipico): se si riflette troppo, finisce col non decidere affatto e si trova senza prender moglie (ancora una volta, caso tipico, può essere il matrimonio).
Intanto, riflettere, che senso ha?
In senso letterale, si dice: c'è il ri e flettere. Il prefisso accostato ad alcune parole ha il significato di ripetere: appunto riproporre, ritirare, ritardare, rimestare. Vedete quante cose si possono mettere in campo? Mentre flettere suggerisce qualcosa sul piegare (si spezza ma non si piega), resta il detto popolare, che è qui solo per essere ricordato.
Così, piegare il ramo e, tipicamente: piegare schiena, le ginocchia, la testa.
Beh, su questi casi è meglio rifletterci abbastanza, nel caso si presentino, per cercare di vedere se e quanto ri-flettere e cosa decidere di fare.
Tommaso Mondelli
Da 3Mila Antologie per un anno 2013
Riflettere è tipico di uno specchio: chi riflette forse non fa altro che continuare a guardare se stesso? Be', il discorso è un po' lungo per esaurirlo in un commento, caro Tommaso. Bello e foriero di seguiti quel che ha scritto.
RispondiEliminaRiguardo invece all'opera d'arte che correda l'articolo, Danila ne rida con me, mi è apparsa nuova:
Il Pensatore di Rodin, dal punto di vista che ci offre la foto, sembra più intento a una concentrazione puramente corporale e indubbiamente necessaria...
Angie
Trovo l'articolo di Tommaso molto ironico, e mi ha divertito pubblicarlo. Per quanto riguarda Il Pensatore di Rodin, certo potrebbe anche sembrare in una posizione un po', diciamo così, intima, ma è sempre stata considerata un'opera scultorea di grande effetto espressivo, e l'ho trovata indicatissima per rappresentare il contenuto del testo. Grazie Angie per il commento!
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