Il dolore e la beffa
ovvero il furto di identità
Eleonora,
bionda liceale di diciotto anni, sta
tornando a piedi dal cimitero del suo minuscolo paese, strofinandosi gli occhi
con le dita, visibilmente affranta. Ha accompagnato per l’ultimo viaggio il suo
amato nonnino, che l’aveva cresciuta e coccolata fin dalla sua più tenera età.
Nonno Carlo, un imprenditore agricolo con la passione del computer, aveva col
suo lavoro e la sua tenacia costruito una piccola fortuna economica che aveva
depositata nella Cassa di Risparmio del paese. Inoltre, per diversificare gli
investimenti, aveva anche comprato una bottega di generi alimentari ed un
piccolo peschereccio. Eleonora, con gli occhi velati di lacrime, passa in
rassegna la sua vita col nonno: le uscite in mare col peschereccio affittato al
cugino Marco, le passeggiate lungo le placide sponde del lago. Ed il nonno che
le raccontava tanti avvenimenti della sua gioventù e della guerra. Ora il lago
la vede sola, il peschereccio è al largo, il sole volge al tramonto ed il
crepuscolo che si avvicina le infonde una maggiore tristezza. Ma subito si
rincuora ricordando l’ottimismo ed il vigore del nonno al quale vuole rendere
un omaggio particolare. Ritorna in paese, prende la macchina e guida sicura
fino alla città più vicina dove vi è una bella fabbrica di marmi.
Dopo
i saluti di circostanza, Eleonora chiede al commesso che le è venuto incontro
se è possibile ordinare una scultura di marmo. Spiega con dovizia di
particolari che desidera porre sulla tomba del nonno una spiga di grano,
scolpita, sormontante una falce. Si accordano sul colore e la qualità del
marmo, viene elaborato un preventivo di spesa e si arriva quindi al pagamento. Eleonora
prende dalla sua borsetta la carta di credito, la inserisce con disinvoltura
nel lettore, digita il PIN ed attende il completamento della transazione. Ma la
sua banca per ben due volte rifiuta il pagamento ed Eleonora, con grande
meraviglia, procede col pagamento per contanti.
Ritornata
a casa, nel suo mondo abituale, accende il computer regalatole dal nonno e si
collega al sito della banca. Accede al suo conto e chiede il saldo. Dopo pochi
secondi la pagina web le mostra il saldo del suo conto: 0,00 euro. Il suo conto
è vuoto. Trasale, il cuore le batte forte... si chiede che sia mai successo?
A
migliaia di chilometri, in un remoto centro minerario della Siberia, tre
giovani ragazzi con vistose magliette a strisce e jeans azzurri brindano... al
successo della loro impresa: hanno ripulito un altro conto.
Ma
come hanno potuto fare questo? Pochi mesi prima della morte di nonno Carlo, nelle
e-mail di Eleonora erano comparsi alcuni messaggi che le chiedevano di
aggiornare i parametri di accesso al suo conto bancario. Aveva sempre evitato
di rispondere, ma un giorno cedette e fornì i suoi dati al mittente della
e-mail che le sembrò essere la sua stessa banca.
A
questo punto i tre giovani siberiani, che le hanno rubato, o meglio a cui lei
ha comunicato imprudentemente la propria identità digitale, con le sue
credenziali, quindi spacciandosi per lei, si sono collegati alla sua banca e le
hanno ripulito il conto.
Quello
che ha subito Eleonora è il cosiddetto “Furto di Identità”, ed è oggi un
crimine informatico dilagante. Si stima che nei principali paesi europei si
siano verificati 7.300.000 furti di identità nel solo 2009. Gli stati cercano di
porre rimedio a questo fenomeno misconosciuto ma pericoloso per i singoli e per
la comunità.
L’Italia
nel 2011 ha emanato un decreto legge che così recita: Ai fini del presente
decreto legislativo per furto d'identità si intende:
a) l'impersonificazione
totale: occultamento totale della propria identità mediante l'utilizzo indebito
di dati relativi all'identità e al reddito
di un altro
soggetto.
L'impersonificazione può riguardare
l'utilizzo indebito di dati riferibili sia ad un soggetto in vita sia ad un soggetto deceduto;
b) l'impersonificazione parziale:
occultamento parziale della propria identità mediante l'impiego,
in forma
combinata, di dati relativi alla propria persona e
l'utilizzo indebito di dati relativi ad
un altro soggetto, nell'ambito di quelli di cui alla lettera a).
Silvio Coccaro
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