Torino, 28 gennaio 2016
Cara Danila,
Le invio un saluto - e le inoltro una poesiola che mi è capitato di ritrovare per caso isolata in un file conservato in memoria. Spero la trovi quanto meno divertente. Fa parte della mia ultima silloge, in buona parte filosofico- satirica, intitolata Remainders. Ovviamente determinanti sono anche i diversi caratteri (font) usati nel contesto e nelle due epigrafi.
Ancora grazie della Sua gentile considerazione.
DI PIETRO
con grande dispiacere mi sono accorta che il blog non mi consente di inserire gli stessi caratteri usati nel brano poetico. Ho cercato di fare del mio meglio, ma non risultano esattamente gli stessi voluti dal poeta. Chiedo scusa, ma il blog non ha una vasta scelta dei caratteri come con word.
Colpito da tanta sincerità di sentimenti,
l’usignolo spiccò il volo e andò in cerca di una rosa rossa…
Quando fece ritorno, porse la rosa alla ragazza;
ma lei, da ingrata, la rifiutò.
(Oscar Wilde – L’usignolo e la rosa)
Affascinato dalla rosa, intorno ad essa
l’usignolo gorgheggia notte e giorno.
(Aleksey
Koltsov/Rimskji Korsakov)
S
I B I
L L I
N A… M E
N T E
Si domandò al serpente – e in questo mondo
non c’è chi non lo
preghi, senza posa… –
se, per la storia grama
della mela,
già fu di lei o di lui l’orrenda colpa.
Si consultò il Signore e -- a chi lo invoca,
con fede lo interpella - ancora esclama:
“Figliolo mio! Figliola!
Eh, cooome andò?!...
che soggiogò la rosa l’usignolo…”
Roberto Vittorio Di Pietro
(dalla silloge Remainders, 2014)
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