POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

martedì, ottobre 8

SULLA POESIA DELLA MERINI di DANILA OPPIO


Leggevo, circa un mese fa, questo articolo riportato sul Blog di Nicola Porro. A seguito dell'articolo ho perso del tempo per leggere anche molti commenti, pro e contro il parere dell'inserzionista. Mi era stato indicato dal Professore e Poeta Roberto Vittorio Di Pietro, che non si è sbilanciato, ha solo voluto farmi conoscere il pensiero di questo signore che a tutti i costi si è accanito su quella che è un'icona dei Navigli Milanesi e non solo. Quando avrete letto questo, dirò la mia a sui poeti in generale.
Merini, la poetessa per i cretini
Gian Paolo Serino



Alda Merini? Una poetessa a vanvera. Le case editrici continuano a celebrarla puntualmente con raccolte, plaquette, inediti provenienti da ogni dove: appuntati di suo pugno, dettati a voce de visu o addirittura al telefono: ci sono più possessori di poesie inedite di Alda Merini che suoi veri lettori. Alda Merini è la poetessa più decantata della pagina scritta e più cantata su internet e sui social network: è diventata come Jim Morrison, Charles Bukowski o Oscar Wilde: ogni frase che nessuno sa a chi attribuire la attribuiscono a lei.
Così, incuriosito dal fenomeno sempre più dilagante di questa poetessa “regina degli ignoranti”, una sorta di Celentano non della via Gluck ma dei Navigli, facendo delle ricerche sul web sono rimasto ancora più sorpreso. Cercando se qualcuno avesse mai stroncato in precedenza Alda Merini su Google, motore di ricerca che ha sostituito oggi la nostra memoria celebrale, ho inserito parole chiave in un crescendo di curiosità emotiva poi trasformata in sorpresa. Cerco  “Alda Merini stroncatura”: nessuna traccia, se non un suo aforisma; cerco “merini stroncata” e trovo decine di articoli sui suoi funerali – celebrati in Duomo a Milano come quelli di Mike Bongiorno. In un crescendo di curiosità diventato accanimento terapeutico – non verso la Merini ma verso me stesso- ho preso coraggio e sempre più deciso sono arrivato al punto di scrivere in sequenza esatta: “Merini distrutta”, “Merini  poetessa del niente”, e poi “inutile”, “sopravvalutata”, “sopraelevata”, “superficiale”, “baci Perugina”, “Merini niente”, “Merini Nulla” e arrivato dopo un viaggio stremante a un liberatorio “Merini merda”, chiedo scusa ma è la realtà, ne sono uscito sconfitto: persino con Merini m… è uscita una poesia scritta da lei. Mi sono trovato come Fantozzi davanti alla statua della madre del Mega Presidente Galattico immortalata nel marmo mentre faceva la maglia.
Ancora frastornato da aforismi, libri, versi, aforismi per ogni ricerca ho adottato il sistema più doloroso. Andare a rileggermi l’opera omnia della fu Merini Alda. Ne sono uscito quasi vivo, dopo tre settimane esatte, già tentato di firmare quest’articolo con “il fu Gian Paolo Serino”. Privo di ogni forza mi accascio sulla tastiera. Mi sveglio dopo mesi. E ritrovo trascritte qualcuna delle sue poesie ritenute più “belle”. Eh sì, perché oltre a “che bella poesia”, che “che anima infelice”, “una grande poetessa” non è che, anche nei discorsi accademici dei filologi, i giudizi siano poi tanto diversi. Penso al mio sodale Federico Roncoroni, che condivide con me questo mio giudizio sulla Merini e l’affanno scompare. Anche se poi mi imbatto ne La carne degli angeli che così recita:
Un punto è l’embrione
un secolo di vita
che ascolta l’universo
la memoria del mondo
fin dalla creazione.
L’uomo che nascerà
è un’eco del Signore
e sente palpitare in sé
tutte le stelle.
Controllo sull’opera omnia della Merini se non sia una poesia scritta da un bambino delle elementari per raccontare la vita. Purtroppo è proprio la Merini: mancano “cielo, cuore e amore” e, con qualche cambiamento, sarebbe un testo perfetto.
Mi tocca poi “La città nuova”
Ecco un bianco scenario
per tratteggiarvi l’accompagnamento
degli oggetti di sfondo che pur vivono.
non ne sarò l’artefice impaziente.
Berrò alle coppe della nostalgia,
avrò preteso d’ozio nelle lacrime…
perché non mi ribello alla natura:
la mia lentezza li esaspera…
La mia lentezza? No, la mia fiducia.
Per adesso è deserto.
Il mondo può rifarsi senza me,
E intanto gli altri mi denigreranno
Bene, adesso che il sommo critico letterario che si è dilettato a cercare stroncature sulla poetessa milanese, vorrei proprio toccare questo tasto dolente.
Ci sono poeti che si spacciano per tali e non sono che scribacchini. Ci sono poeti che si rifanno ai classici e altri che scrivono liberi versi. Ma secondo il mio modestissimo parere, non è tanto lo stile quello che fa il poeta, quando i sentimenti che lo ispirano e le parole che usa per esprimersi. Certo, ci sono persone che scrivono in versi in rima, toccando il nulla e altri che scrivono versi prosastici e dicono molto. Ci sono quelli che inventano uno stile proprio e poi nascono le correnti, come quelle pittoriche. Oh, ognuno si esprime come vuole o come può. Vedo che molti concorsi letterari premiano poesie che a mio parere non valgono quelle di altri che invece sono stati esclusi dalla premiazione. Un poeta che conoscevo mi tranquillizzava dicendomi che la giuria decide secondo la sua pancia, se le fa male, boccia, se si sente bene, promuove. Non è certo questo il metro con cui misurare la capacità poetica di un autore, ma ridiamoci su.
In questo periodo sto leggendo poesie di autori sconosciuti, che mi toccano nel profondo, e poesie di autori famosi che non mi trasmettono nulla, ma proprio nulla. 
Tornando alla Merini, posso capire che il Talk Show con Maurizio Costanzo l'abbia portata a farsi conoscere da un vasto pubblico. Posso capire che la sua storia personale, triste davvero, abbia toccato il cuore di tanta gente, ma le sue poesie dicono qualcosa, trasmettono quello che lei sentiva. E visto che di poetesse e di poeti che meriterebbero lo stesso trattamento mediatico ce ne sono parecchi, ma che non per tutti sono aperte le porte della notorietà, dobbiamo accettare che Alda Merini sia osannata dai critici letterari e restar muti. 
La pazzia di Gian Paolo Serino, nel voler cercare a tutti i costi qualche stroncatura sulla poetessa milanese, e non trovandola, si evince dal fatto che a quel punto ha ritenuto doveroso scriverla lui. In modo direi anche un tantino volgare. I commenti sotto il suo articolo si possono leggere, insieme allo stesso, qui:
Poiché non riporto cose d'altri, se non rimandando al sito stesso.
Il titolo: Alda Merini, la poetessa per i cretini, mi pare non solo offensivo per l'artista scomparsa, ma anche per tutti coloro che hanno amato o apprezzato le sue opere.
 Se poi siamo tutti cretini, a non aver capito che Alda in fondo non fosse proprio una vera poetessa, questo non lo so. Si va a gusti, c'è chi legge Pavese, chi Quasimodo, chi Keats, o Byron, tanto per fare i primi nomi che mi sono venuti alla mente, non per questo l'uno è più cretino dell'altro. Ma vogliamo scherzare?
Se la Merini non è mai stata stroncata, se molti concorsi poetici sono a lei dedicati, ci sarà pure un motivo o no? 
Bon, sentivo il bisogno di parlarne, ora aspetto anche il vostro parere, se vorrete esprimerlo, altrimenti fa lo stesso. Non ho voluto sbilanciarmi più di tanto, ognuno è libero di esprimere la propria opinione come ha fatto Serino, ma forse se avesse usato parole diverse, dato degli esempi concreti e - diciamo - tecnici, lo avrei apprezzato. A prescindere dal mio punto di vista sulla poetessa in questione. Ritengo che la libertà di opinioni e di pensiero sia sacra, ma come ha dato da pensare a me questo articolo, penso che varrebbe la pena rifletterci su.
Danila Oppio

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