Leggevo, circa un mese fa, questo articolo riportato sul Blog di Nicola Porro. A seguito dell'articolo ho perso del tempo per leggere anche molti commenti, pro e contro il parere dell'inserzionista. Mi era stato indicato dal Professore e Poeta Roberto Vittorio Di Pietro, che non si è sbilanciato, ha solo voluto farmi conoscere il pensiero di questo signore che a tutti i costi si è accanito su quella che è un'icona dei Navigli Milanesi e non solo. Quando avrete letto questo, dirò la mia a sui poeti in generale.
Merini, la poetessa per i
cretini
Gian Paolo Serino
Alda Merini? Una
poetessa a vanvera. Le case editrici continuano a celebrarla puntualmente con
raccolte, plaquette, inediti provenienti da ogni dove: appuntati di suo pugno,
dettati a voce de visu o addirittura al telefono: ci sono più possessori di
poesie inedite di Alda Merini che suoi veri lettori. Alda Merini è la poetessa più decantata della
pagina scritta e più cantata su internet e sui social network: è diventata come
Jim Morrison, Charles Bukowski o Oscar Wilde: ogni frase che nessuno sa a chi
attribuire la attribuiscono a lei.
Così,
incuriosito dal fenomeno sempre più dilagante di questa poetessa “regina degli
ignoranti”, una sorta di Celentano non della via Gluck ma dei Navigli, facendo
delle ricerche sul web sono rimasto ancora più sorpreso. Cercando se qualcuno
avesse mai stroncato in precedenza Alda Merini su Google, motore di ricerca che
ha sostituito oggi la nostra memoria celebrale, ho inserito parole chiave in un
crescendo di curiosità emotiva poi trasformata in sorpresa. Cerco “Alda Merini stroncatura”:
nessuna traccia, se non un suo aforisma; cerco “merini stroncata” e trovo
decine di articoli sui suoi funerali – celebrati in Duomo a Milano come quelli
di Mike Bongiorno. In un crescendo di curiosità diventato accanimento
terapeutico – non verso la Merini ma verso me stesso- ho preso coraggio e sempre
più deciso sono arrivato al punto di scrivere in sequenza esatta: “Merini
distrutta”, “Merini poetessa del niente”, e poi “inutile”,
“sopravvalutata”, “sopraelevata”, “superficiale”, “baci Perugina”, “Merini
niente”, “Merini Nulla” e arrivato dopo un viaggio stremante a un liberatorio
“Merini merda”, chiedo scusa ma è la realtà, ne sono uscito sconfitto: persino
con Merini m… è uscita una poesia scritta da lei. Mi sono trovato come Fantozzi
davanti alla statua della madre del Mega Presidente Galattico immortalata nel
marmo mentre faceva la maglia.
Ancora
frastornato da aforismi, libri, versi, aforismi per ogni ricerca ho adottato il
sistema più doloroso. Andare a rileggermi l’opera omnia della fu Merini Alda.
Ne sono uscito quasi vivo, dopo tre settimane esatte, già tentato di firmare
quest’articolo con “il fu Gian Paolo Serino”. Privo di ogni forza mi accascio
sulla tastiera. Mi sveglio dopo mesi. E ritrovo trascritte qualcuna delle sue
poesie ritenute più “belle”. Eh sì, perché oltre a “che bella poesia”, che “che
anima infelice”, “una grande poetessa” non è che, anche nei discorsi accademici
dei filologi, i giudizi siano poi tanto diversi. Penso al mio sodale Federico
Roncoroni, che condivide con me questo mio giudizio sulla Merini e l’affanno
scompare. Anche se poi mi imbatto ne La carne degli angeli che così recita:
Un punto è
l’embrione
un secolo di
vita
che ascolta
l’universo
la memoria del
mondo
fin dalla
creazione.
L’uomo che
nascerà
è un’eco del
Signore
e sente
palpitare in sé
tutte le stelle.
Controllo
sull’opera omnia della Merini se non sia una poesia scritta da un bambino delle
elementari per raccontare la vita. Purtroppo è proprio la Merini: mancano
“cielo, cuore e amore” e, con qualche cambiamento, sarebbe un testo perfetto.
Mi tocca poi “La
città nuova”
Ecco un bianco
scenario
per
tratteggiarvi l’accompagnamento
degli oggetti di
sfondo che pur vivono.
non ne sarò
l’artefice impaziente.
Berrò alle coppe
della nostalgia,
avrò preteso
d’ozio nelle lacrime…
perché non mi
ribello alla natura:
la mia lentezza
li esaspera…
La mia lentezza?
No, la mia fiducia.
Per adesso è
deserto.
Il mondo può
rifarsi senza me,
E intanto gli
altri mi denigreranno
Bene, adesso che il sommo critico letterario che si è dilettato a cercare stroncature sulla poetessa milanese, vorrei proprio toccare questo tasto dolente.
Ci sono poeti che si spacciano per tali e non sono che scribacchini. Ci sono poeti che si rifanno ai classici e altri che scrivono liberi versi. Ma secondo il mio modestissimo parere, non è tanto lo stile quello che fa il poeta, quando i sentimenti che lo ispirano e le parole che usa per esprimersi. Certo, ci sono persone che scrivono in versi in rima, toccando il nulla e altri che scrivono versi prosastici e dicono molto. Ci sono quelli che inventano uno stile proprio e poi nascono le correnti, come quelle pittoriche. Oh, ognuno si esprime come vuole o come può. Vedo che molti concorsi letterari premiano poesie che a mio parere non valgono quelle di altri che invece sono stati esclusi dalla premiazione. Un poeta che conoscevo mi tranquillizzava dicendomi che la giuria decide secondo la sua pancia, se le fa male, boccia, se si sente bene, promuove. Non è certo questo il metro con cui misurare la capacità poetica di un autore, ma ridiamoci su.
In questo periodo sto leggendo poesie di autori sconosciuti, che mi toccano nel profondo, e poesie di autori famosi che non mi trasmettono nulla, ma proprio nulla.
Tornando alla Merini, posso capire che il Talk Show con Maurizio Costanzo l'abbia portata a farsi conoscere da un vasto pubblico. Posso capire che la sua storia personale, triste davvero, abbia toccato il cuore di tanta gente, ma le sue poesie dicono qualcosa, trasmettono quello che lei sentiva. E visto che di poetesse e di poeti che meriterebbero lo stesso trattamento mediatico ce ne sono parecchi, ma che non per tutti sono aperte le porte della notorietà, dobbiamo accettare che Alda Merini sia osannata dai critici letterari e restar muti.
La pazzia di Gian Paolo Serino, nel voler cercare a tutti i costi qualche stroncatura sulla poetessa milanese, e non trovandola, si evince dal fatto che a quel punto ha ritenuto doveroso scriverla lui. In modo direi anche un tantino volgare. I commenti sotto il suo articolo si possono leggere, insieme allo stesso, qui:
Poiché non riporto cose d'altri, se non rimandando al sito stesso.
Il titolo: Alda Merini, la poetessa per i cretini, mi pare non solo offensivo per l'artista scomparsa, ma anche per tutti coloro che hanno amato o apprezzato le sue opere.
Se poi siamo tutti cretini, a non aver capito che Alda in fondo non fosse proprio una vera poetessa, questo non lo so. Si va a gusti, c'è chi legge Pavese, chi Quasimodo, chi Keats, o Byron, tanto per fare i primi nomi che mi sono venuti alla mente, non per questo l'uno è più cretino dell'altro. Ma vogliamo scherzare?
Se la Merini non è mai stata stroncata, se molti concorsi poetici sono a lei dedicati, ci sarà pure un motivo o no?
Bon, sentivo il bisogno di parlarne, ora aspetto anche il vostro parere, se vorrete esprimerlo, altrimenti fa lo stesso. Non ho voluto sbilanciarmi più di tanto, ognuno è libero di esprimere la propria opinione come ha fatto Serino, ma forse se avesse usato parole diverse, dato degli esempi concreti e - diciamo - tecnici, lo avrei apprezzato. A prescindere dal mio punto di vista sulla poetessa in questione. Ritengo che la libertà di opinioni e di pensiero sia sacra, ma come ha dato da pensare a me questo articolo, penso che varrebbe la pena rifletterci su.
Danila Oppio
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