Mi dispiace essere stata fraintesa da persona che stimo e ammiro molto. Poiché desidero esprimere il mio pensiero senza che le mie parole vengano manipolate, qui dico quel che mi pare giusto mettere in evidenza.
Noi donne ci lamentiamo che gli uomini ci reputino incapaci di far politica, di dirigere un'azienda, di pensare in modo concreto o, peggio, di avere un'intelligenza inferiore alla loro.
E poi ci lamentiamo se ci sono gli stalker che ci perseguitano, i violentatori, gli stupratori. Non so se questo dipenda dall'eccessiva grettezza degli uomini, o dalla altrettanto eccessiva libertà accampata negli ultimi decenni dalle donne.
Non lo so, so però che non sono né una bigotta né una che condivide lo stile di vita femminile delle musulmane.
Penso invece che esista una giusta via di mezzo in ogni cosa, quella classe che distingue una persona sciatta da un'altra che usa il bon ton.
Ricordo che un tempo,fino a qualche decina di anni fa, esisteva l'abbigliamento suddiviso nelle varie ore del giorno:
l'abito da lavoro o da ufficio.
L'abito per un pranzo ufficiale.
L'abito per l'aperitivo serale e quello propriamente da sera.
L'abito per andare a teatro, quello da indossare quando si entra in un luogo di culto, e quello che ci deve rappresentare in incontri ufficiali, siano essi di natura politica o di lavoro. Oggi molte cose sono cambiate, ma alcune restano, secondo me e secondo il senso pratico, inamovibili.
Una donna di classe, soprattutto se si occupa di politica o deve stare al contatto del il pubblico, dovrebbe presentarsi in questo modo, elegante, e nel contempo semplice, lineare e sicuramente di bon ton.
Perché premetto tutto questo? Per la semplice ragione che ne è nato un piccolo pandemonio, poiché mi sono permessa di dire che l'onorevole Desirée Manca ha tenuto il suo discorso pubblico in tenuta secondo me non consona all'immagine che dovrebbe dare di lei come donna politica.
Mi esprimo meglio: se VOGLIO e se lo VOGLIO fortemente come diceva Alfieri, far passare il mio punto di vista, che ritengo giusto, e mi presento con un décolleté che offre un'immagine di me molto diversa da quello che sono (simile ad una donna da marciapiede che non una donna che marcia alla grande per difendere i diritti dei più sfortunati, insomma come se fossi marcia dentro) non posso pretendere che mi si prenda sul serio, per quanto le mie parole siano veementi.
Qui sotto pubblico qualche stralcio di giornale dove la protagonista si difende dalle domande sibilline dei cronisti. Giusto perché non sto parlando a vanvera.
Tornando agli stili di abbigliamento di un tempo, e qui sospiro di sollievo, ora le barriere sono quasi del tutto crollate, ovvero si può anche andare a teatro in jeans, anche se poi ci sarà sempre qualcuno che ci contesterà, e ad una cena ufficiale in abito casual. Ma restano, a mio parere, dei limiti che non vanno oltrepassati.
In chiesa si va vestiti adeguatamente, senza eccessi di minigonne o di calzoncini tanto sgambati che si possono contare (permettetemi una caduta di stile) i peli della fica. E non si va neppure con le poppe al vento, non tanto per rispetto dei celebranti, quanto proprio per rispetto di quel Signore, Allah, o YHWH che si va ad onorare. Altrimenti andate pure in discoteca, dove meno vestiti indossate e meglio sarà per i maschietti che vi girano intorno sbavando.
Finalmente le donne si occupano seriamente di politica. Finalmente qualcuna ottiene grandi ascolti. Non mi interessa a quale partito appartenga,non sono qui a parlare di politica, ma di stile.
Se una donna vuol essere rispettata per il suo lavoro, per la sua appartenenza politica ad un qualsivoglia partito, deve sapersi anche abbigliare nel giusto modo. Una donna che tiene un discorso in un'assemblea pubblica, deve presentarsi con stile, vestendo abiti adeguati, discreti come quelli che indossano le donne che si occupano di politica nel mondo, con sobrietà. Elegantemente sobrie. Non me ne frega nulla se i loro discorsi sono seri, importanti, che toccano il cuore della gente, se l'aspetto mi fa pensare che quella donna in fondo desideri essere apprezzata solo per le sue curve. Se non è così, come sostiene la Manca, non vedo la necessità che vada in giro con le poppe al vento come un vascello!
Questo discorso vuol solo mettere in guardia le donne che credono che tutto possa esser loro concesso: non è così. La donna deve riprendersi la sua dignità non dicendo: io potrei andare in giro come mi pare, anche nuda, sono gli uomini che non devono permettersi di mettermi le mani addosso. No, cara la mia signora. Se vai in giro mezza nuda, non sai chi potresti incontrare: un maniaco sessuale, un violento che ti dà un sacco di legnate? Insomma, sto dicendo che non è proprio necessario mettere in mostra i propri attributi femminili per essere guardate come donne che usano il cervello. Il cervello si trova al di sopra delle parti sessuali femminili, molto al di sopra. E se il cervello ragiona con intelligenza, capirebbe che il mio discorso non fa una piega! L'aspetto di una donna di classe non deve mai cadere nel volgare. Dimmi cosa indossi e ti dir chi sei. Desirè è indubbiamente una bellissima donna, non ha bisogno di mettere in mostra il seno. Desiré è una persona intelligente e colta, quel che deve mostrare è cervello e cultura, che non le mancano anche se di cognome fa Manca.
Così si è espressa la Manca, ma se vuole rispetto per se stessa, non pensa che tutte le donne che lei rappresenta, debbano volere rispetto per la loro appartenenza al femminile? Io non voterei mai una donna che vuol apparire a tutti i costi, facendo parlare di sé (indossando sottogiacca tipo desabillè), bene o male poco importa, purché se ne parli, come diceva Oscar Wilde!
Danila Oppio
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