VISITA
Al varco della fame, che la vita si sia fatta sentire e lo abbia
fatto capitolare? Invece lo ritrovano sempre più verme vibrante al suolo, con
la memoria di qualche svolazzo di troppo, quasi si trattasse di guardare avanti
o indietro, sempre più gambero della miseria: a tal punto splendente di
imprecazioni. Non lo schiacciano; sanno che ci penserà qualcos’altro.
Così suonano i complimenti e il non saper rispondervi, come se qualcuno lo scuotesse. Dall’urto del reggere i fantasmi al reggere il plauso. Di là, l’indifferenza.
Per quanto non si tratti mai di noi, non ci sorprenderemmo se al momento dei saluti egli domandasse ancora ridendo:
“Io non ricordo
Foste proprio voi, quand’ero moribondo
A venire a contarmi i calli dei piedi
Sprecando preghiere come cani
Sguinzagliati verso chissà quale iride fiammeggiante?”
Così suonano i complimenti e il non saper rispondervi, come se qualcuno lo scuotesse. Dall’urto del reggere i fantasmi al reggere il plauso. Di là, l’indifferenza.
Per quanto non si tratti mai di noi, non ci sorprenderemmo se al momento dei saluti egli domandasse ancora ridendo:
“Io non ricordo
Foste proprio voi, quand’ero moribondo
A venire a contarmi i calli dei piedi
Sprecando preghiere come cani
Sguinzagliati verso chissà quale iride fiammeggiante?”
Coucou Sèlavy!
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