POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

venerdì, dicembre 6

ALLA SCUOLA DEL POVERO DIAVOLO di Coucou Sèlavy!



ALLA SCUOLA DEL POVERO DIAVOLO
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Avere oppure no gobbe di acqua salata da nutrire con accortezza, desiderare segni, come barbari, sul corpo. Che l’alibi di un marchio a fuoco condensi la violenza dell’uomo organizzato: macché! Quella si barcamena su secche vicine alla riva, lontane dagli assoluti. In ogni caso li procrastina, ieri come domani.
Abitare, delle stelle, le stalle, nelle stalle trovare stelle marine, lucciole per lanterne per lucciole per lanterne. Che ognuno strisci senza sospiri di sollievo, senza accomodarsi in celle frigorifere della buonora: macché! Troppo stanco finisce presto per riposare al freddo eterno di nuove fiamme, ieri come domani.
“Caddi misurando a passi veloci l’infanzia che se ne andava in ombra. Il mio viso era così bello che qualcosa doveva deturparlo, quell’ombra stessa prenderselo; non mi venne perdonata la corsa al vuoto, vollero essere loro a spingermi, per intontirsi di giusto e colpa in girandole, per non dover vedere attraverso di me, nemmeno nel ricordo, il fantasma della propria piccolezza ereditata, accolta, tramandata”
E allora, povero diavolo, passa pure la vita a leccarti ferite inguaribili –lo sai. E questa lingua corrosa ostenterai con orgoglio. Hai ancora tempo, non allarmarti. Quando suonano le trombe, rammentalo, è solo un altro appello: le liste d’attesa sono lunghe!

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Indicavamo, ricordate, la stella più lontana, forse solo la più piccola. E del nostro sguardo cosa resta se non il j’accuse di rito col dito puntato a ben altro oramai, i mea culpa rotondi e risonanti di petto? Noi contemplavamo i disegni col naso all’insù! E ci ritroviamo un naso bitorzoluto, nient’altro, noi che non vediamo più nulla oltre la punta di quell’estremità: ebbene, esso sarà il nostro ignoto. Naso, ecco tutto quel che ci occorre. Col naso abbiamo imparato a sospirare per vomitare vuoti d’aria; stringendo, per accomodarci in certi cantucci. Dal naso alla smorfia, il grottesco che restituisce la turpe bellezza, la volgarità e l’innocenza –c’è fin quando ci si crede, c’è solo quando non ci si crede - il comico del martire, del filantropo, delle volontà del cielo. Una scuola a buon mercato, tutto è già pagato, sebbene non lo sappiate. Venite, o rustici! Insegno a cadere in leggero declivio, ho uno scivolo per voi. Ma tu, tu dovrai cadere… con le tue gambe, per le tue gobbe –vanno nutrite con accortezza, e lo zolfo è così antiquato!
Fingeremo che così sia

Coucou, Sèlavy!

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