Lettera ad un soldato in trincea
Pietro Morando
Soldato in trincea
Alessandria 1892 - 1980
“Carissimo
Piero, amore mio mi manchi da morire!
Forse non è una bella cosa da dire, per te che stai combattendo in trincea, ma senza di te mi sento persa e penso alla tua fatica, mentre sei al freddo sui monti.
Ma
sei qui idealmente con me, non ti sei accorto che il salone dello chalet,
quello con il caminetto e il divano bianco, l'ho decorato con agrifoglio dalle
bacche rosse, con pupazzetti dell'omino di neve, Babbo Natale sulla slitta
trainata dalle renne, e dulcis in fundo, un piccolo presepe con le pecorelle e
gli angioletti intorno al Bambino? Così l'atmosfera natalizia riscalda e
rallegra l'ambiente, e anche se fuori fiocca la neve, noi siamo accanto
al fuoco che arde allegro nel caminetto. Il tappeto di lana rossa che ricopre
il pavimento, emana calore, così come i cuscini rossi posati sul divano bianco,
che ci fanno assaporare un po’ di gioia! E allora un bicchierino di grappa ci
vuole per riscaldarci di più, abbracciati mentre ci scambiamo baci…com’è bello
vivere in questo chalet!
Lo
sai che lo vedo realmente, così come vedo noi che viviamo questi istanti? Mi
pare proprio di essere lì con te, a coccolarci come due bambini, a raccontarci
tante cose carine, anche qualche barzelletta che ci fa ridere di gusto. Che
serata deliziosa!
Vedi
come la scrittura porta a sognare? Chi scrive un libro di fantasia, s’immerge e
s’esalta con le stesse esperienze dei personaggi da lui inventati, vi si
rispecchia e li vive idealmente, mentre scrive una vita parallela a quella reale, e
a volte gli sembra più vera quella forgiata dalla sua scrittura che non quella
che subisce quotidianamente. Per me è così. Come vedi, questo nostro chalet esiste davvero, l'ho addobbato con ninnoli natalizi, ora è un incanto. E noi due lo
abitiamo, in questo nostro mondo fantastico!
Ci siamo spostati nella stanza dei sogni sognati, anch'essa è arredata con un piumone rosso fuoco, e qualche candido cuscino per donare il senso di bianco Natale! Sul divanetto a due posti, sistemato in fondo al letto, ci sono dei plaid, caso mai si volesse leggere un poco, da posare sulle nostre gambe per non patire freddo. Ma perché mai scegliere la lettura, quando c'è di meglio da fare?
Ci siamo spostati nella stanza dei sogni sognati, anch'essa è arredata con un piumone rosso fuoco, e qualche candido cuscino per donare il senso di bianco Natale! Sul divanetto a due posti, sistemato in fondo al letto, ci sono dei plaid, caso mai si volesse leggere un poco, da posare sulle nostre gambe per non patire freddo. Ma perché mai scegliere la lettura, quando c'è di meglio da fare?
Spero che tutto finisca presto e di poterti rivedere, tesoro mio, ti raggiunga un caldo abbraccio e un nugolo di baci
dalla
tua Ninetta”
Così
finisce questa lettera di una povera ragazza al suo giovane marito,
partito per combattere una guerra di trincea.
La
scrisse dalla loro modesta dimora, dove spifferi gelati entravano dagli infissi
di porte e finestre, debolmente illuminata dalla fioca fiammella di una
candela o di lanterna a olio. Tutta un’invenzione per non pensare alla triste
realtà di giovani poveri e separati dal conflitto armato.
Piero
poco dopo aver letto quella lettera, ha avvertito il caldo abbraccio della
moglie che stringeva il suo corpo assiderato dal gelo. Un sorriso congelato
restò fissato sul suo viso, mentre spirava.
Ispirata
dalla ballata La guerra di Piero di
Fabrizio De André della quale riporto qui sotto due strofe:
Ninetta mia crepare
di maggio
Ci vuole tanto troppo coraggio
Ninetta bella dritto all'inferno
Avrei preferito andarci in inverno.
Ci vuole tanto troppo coraggio
Ninetta bella dritto all'inferno
Avrei preferito andarci in inverno.
Così dicevi ed era d’inverno
E come gli altri verso l'inferno
Te ne vai triste come chi deve
Il vento ti sputa in faccia la neve.
E come gli altri verso l'inferno
Te ne vai triste come chi deve
Il vento ti sputa in faccia la neve.
Danila Oppio
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