Adesso vi racconto un fatto. Presso la casa di cura
dove è degente mia madre, c’è una signora che a settembre compirà 107 anni. Si
sposta su una sedia a rotelle e da come si esprime, si crede che sia in pieno
possesso delle sue facoltà mentali. Un giorno la sento raccontare ai volontari
della Croce Rossa un aneddoto che si riferisce alla sua vita.
Diceva che a
otto anni aveva imparato una poesia a memoria, scritta da De Amicis e titolata A mia madre. Sono andata a cercarla sul
web e l'ho letta, molto bella.
Allora un giorno
– racconta - la maestra ha fatto imparare alle sue scolare questa poesia, e si
è raccomandata che la sapessero a memoria e a menadito. Così lei si è messa a
studiarla, perché sarebbe venuto a visitare la scuola nientemeno che Edmondo De
Amicis.
E un giorno -
sempre a suo dire - egli andò alla scuola e la maestra scelse lei per
recitarla, poiché era la bambina che la sapeva declamare meglio delle
compagne. Così quest'uomo, dai capelli e barba bianca, fu felice di ascoltarla
e le diede una carezza come premio. E qui finisce il racconto.
Non mi tornavano
i conti, neanche i marchesi e i baroni, e sono andata a controllare nel web. La
signora in questione è nata nel 1912, mentre De Amicis è morto nel 1908.
Com’era possibile che nel 1920, quando lei aveva 8 anni, lo scrittore si fosse
recato alla sua scuola? In veste di fantasma?
I suoi ricordi
sono frutto di una bella immaginazione. Eppure li racconta così bene che dà
l’impressione di averli davvero vissuti.
Anche lei, come gli altri ospiti della
struttura, non deve avere tutte le rotelle al posto giusto.
Mi risponde un
caro amico:
La storia è
veramente carina interessante e fantastica: per i fatti, gli accadimenti e i
tempi. I tempi soprattutto sono molto aleatori e indefiniti. In un caso del
genere come fai a escludere l'apporto della fantasia? La storia, le date, i
tempi si mescolano e alla fine ne viene fuori, ne può venire fuori una
storia bella, lavata e stirata, in cui il protagonista crede a quella
della fantasia che non corrisponde a quella documentata con prove storiche.
Una
verità costruita ad arte o anche da una storia, in parte vera come questa, può
diventare vera nella mente da apparire più vera di una verità vera. Quella
signora, a forza di pensarla e di elaborarla, trascurando o ignorando la storia
e la morte di De Amicis, ne ha romanzato un’altra!
L’amico che ha
risposto così simpaticamente a quanto gli avevo narrato è Tommaso Mondelli, classe 1919, un secolo di vita. Non è
l’età che può confondere la Storia con le storielle, ma la fervida fantasia di una vecchietta che
per rendersi interessante, ha intrattenuto con questo raccontino storicamente
sfasato, i giovani volontari della Croce Rossa, i quali magari le hanno
creduto, perché non è facile ricordare l’anno di morte dell’autore del libro
Cuore. Io so solo che è deceduto l’11
marzo del 1908, e l’11 marzo del 1920 ovvero 12 anni dopo, è nata mia madre.
Alba ha descritto così bene l’aspetto di De Amicis, dicendo che era un uomo con
i capelli ricci e folti, canuti come la sua barba, che sarebbe stato difficile
mettere in dubbio il suo ricordo bambino.
Ci sono molte foto
di De Amicis, alcune con i soli baffi e altri con la barba. Mi sono chiesta se
per caso non fosse andato suo figlio Ugo, avvocato e scrittore, a visitare le
scuole. Ma da quelle poche foto che ho esaminato, non mi risulta che possedesse un crine
ricciuto e la barba bianca. Che si fosse invece trattato del Preside della scuola? Mah, non potremo
mai appurarlo. Resta il fatto che la signora Alba ha ricordato a memoria la
poesia A mia madre. Almeno questo è
vero. Come è vero, sempre dal risultato delle mie ricerche, che De Amicis ha
abitato a Pinerolo (TO). Città
dove risiede il poeta e scrittore Mondelli: sì proprio il commentatore di questo
articolo.
Pinerolo
Dal 1877 circa De Amicis si
stabilì in Piemonte, viaggiando tra la casa di Torino e quella di Pinerolo
(a circa 40 km da Torino), soprattutto durante i mesi estivi, presso
l'elegante villa D'Aquiland, chiamata in seguito villa Accusani e quindi
denominata La Graziosa (sul viale Gabotto, in quartiere San
Maurizio). Qui scrisse Alle porte
d’Italia, dedicato alla città e ai territori valligiani circostanti (un esempio per tutti, il
capitolo de Le Termopili valdesi, ambientato
in zona Gheisa 'dla tana di Angrogna. Nel 1884 la stessa Pinerolo gli conferì la
cittadinanza onoraria con tanto di diploma datato 4 aprile.
Non sono strane tutte queste coincidenze? Il giorno e il mese di morte di De Amicis corrispondono agli stessi di nascita di mia madre, anche se sono avvenute in anni diversi. Scrivo a Mondelli raccontandogli la storiella di Alba (le ho chiesto sorridendo se facesse Parietti di cognome e lei, un po' risentita, risponde: "Alba Gazzola, non Parietti!), originaria del Piemonte pure lei) E scopro che De Amicis aveva una villa a Pinerolo.
Ed ora,
vogliamo leggere la poesia di De Amicis, ricordata dalla ultra centenaria?
A mia madre
Non sempre il tempo la beltà
cancella
o la sfioran le lacrime e gli affanni
mia madre ha sessant’anni
e più la guardo e più mi sembra bella.
o la sfioran le lacrime e gli affanni
mia madre ha sessant’anni
e più la guardo e più mi sembra bella.
Non ha un detto, un sorriso,
un guardo, un atto
che non mi tocchi dolcemente il cuore.
Ah se fossi pittore,
farei tutta la vita il suo ritratto.
che non mi tocchi dolcemente il cuore.
Ah se fossi pittore,
farei tutta la vita il suo ritratto.
Vorrei ritrarla quando
inchina il viso
perch’io le baci la sua treccia bianca
e quando inferma e stanca,
nasconde il suo dolor sotto un sorriso.
perch’io le baci la sua treccia bianca
e quando inferma e stanca,
nasconde il suo dolor sotto un sorriso.
Ah se fosse un mio priego in
cielo accolto
non chiederei al gran pittore d’Urbino
il pennello divino
per coronar di gloria il suo bel volto.
non chiederei al gran pittore d’Urbino
il pennello divino
per coronar di gloria il suo bel volto.
Vorrei poter cangiar vita con
vita,
darle tutto il vigor degli anni miei
Vorrei veder me vecchio e lei…
dal sacrificio mio ringiovanita!
darle tutto il vigor degli anni miei
Vorrei veder me vecchio e lei…
dal sacrificio mio ringiovanita!
Edomondo De Amicis
Nessun commento:
Posta un commento