POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

mercoledì, giugno 26

A MIA MADRE di EDMONDO DE AMICIS e aneddoto strano - di DANILA OPPIO



Adesso vi racconto un fatto. Presso la casa di cura dove è degente mia madre, c’è una signora che a settembre compirà 107 anni. Si sposta su una sedia a rotelle e da come si esprime, si crede che sia in pieno possesso delle sue facoltà mentali. Un giorno la sento raccontare ai volontari della Croce Rossa un aneddoto che si riferisce alla sua vita.
Diceva che a otto anni aveva imparato una poesia a memoria, scritta da De Amicis e titolata A mia madre. Sono andata a cercarla sul web e l'ho letta, molto bella. 
Allora un giorno – racconta - la maestra ha fatto imparare alle sue scolare questa poesia, e si è raccomandata che la sapessero a memoria e a menadito. Così lei si è messa a studiarla, perché sarebbe venuto a visitare la scuola nientemeno che Edmondo De Amicis.
E un giorno - sempre a suo dire - egli andò alla scuola e la maestra scelse lei per recitarla, poiché era  la bambina che la sapeva declamare meglio delle compagne. Così quest'uomo, dai capelli e barba bianca, fu felice di ascoltarla e le diede una carezza come premio. E qui finisce il racconto.

Non mi tornavano i conti, neanche i marchesi e i baroni,  e sono andata a controllare nel web. La signora in questione è nata nel 1912, mentre De Amicis  è morto nel 1908. Com’era possibile che nel 1920, quando lei aveva 8 anni, lo scrittore si fosse recato alla sua scuola? In veste di fantasma?
I suoi ricordi sono frutto di una bella immaginazione. Eppure li racconta così bene che dà l’impressione di averli davvero vissuti.
 Anche lei, come gli altri ospiti della struttura, non deve avere tutte le rotelle al posto giusto. 

Mi risponde un caro amico:
La storia è veramente carina interessante e fantastica: per i fatti, gli accadimenti e i tempi. I tempi soprattutto sono molto aleatori e indefiniti. In un caso del genere come fai a escludere l'apporto della fantasia? La storia, le date, i tempi si mescolano e alla fine ne viene  fuori, ne può venire fuori una storia bella, lavata  e stirata, in cui il protagonista crede a quella della fantasia che non corrisponde a quella documentata con prove storiche.    
    Una verità costruita ad arte o anche da una storia, in parte vera come questa, può diventare vera nella mente da apparire più vera di una verità vera. Quella signora, a forza di pensarla e di elaborarla, trascurando o ignorando la storia e la morte di De Amicis, ne ha romanzato un’altra!

L’amico che ha risposto così simpaticamente a quanto gli avevo narrato è Tommaso Mondelli, classe 1919, un secolo di vita. Non è l’età che può confondere la Storia con le storielle, ma la fervida fantasia di una vecchietta che per rendersi interessante, ha intrattenuto con questo raccontino storicamente sfasato, i giovani volontari della Croce Rossa, i quali magari le hanno creduto, perché non è facile ricordare l’anno di morte dell’autore del libro Cuore. Io so solo che è  deceduto l’11 marzo del 1908, e l’11 marzo del 1920 ovvero 12 anni dopo, è nata mia madre. Alba ha descritto così bene l’aspetto di De Amicis, dicendo che era un uomo con i capelli ricci e folti, canuti come la sua barba, che sarebbe stato difficile mettere in dubbio il suo ricordo bambino.
Ci sono molte foto di De Amicis, alcune con i soli baffi e altri con la barba. Mi sono chiesta se per caso non fosse andato suo figlio Ugo, avvocato e scrittore, a visitare le scuole. Ma da quelle poche foto che ho esaminato, non mi risulta che possedesse un crine ricciuto e la barba bianca. Che si fosse invece trattato del Preside della scuola? Mah, non potremo mai appurarlo. Resta il fatto che la signora Alba ha ricordato a memoria la poesia A mia madre. Almeno questo è vero. Come è vero, sempre dal risultato delle mie ricerche, che De Amicis ha abitato a Pinerolo (TO). Città dove risiede il poeta e scrittore Mondelli: sì proprio il commentatore di questo articolo.

Pinerolo
Dal 1877 circa De Amicis si stabilì in Piemonte, viaggiando tra la casa di Torino e quella di Pinerolo (a circa 40 km da Torino), soprattutto durante i mesi estivi, presso l'elegante villa D'Aquiland, chiamata in seguito villa Accusani e quindi denominata La Graziosa (sul viale Gabotto, in quartiere San Maurizio). Qui scrisse Alle porte d’Italia, dedicato alla città e ai territori valligiani     circostanti (un esempio per tutti, il capitolo de  Le Termopili valdesi, ambientato in zona Gheisa 'dla tana di  Angrogna.   Nel 1884 la stessa Pinerolo gli conferì la cittadinanza onoraria con tanto di diploma datato 4 aprile.
Non sono strane tutte queste coincidenze? Il giorno e il mese di morte di De Amicis corrispondono agli stessi di nascita di mia madre, anche se sono avvenute in anni diversi. Scrivo a Mondelli raccontandogli la storiella di Alba (le ho chiesto sorridendo se facesse Parietti di cognome e lei, un po' risentita, risponde: "Alba Gazzola, non Parietti!), originaria del Piemonte pure lei) E scopro che De Amicis aveva una villa a Pinerolo.
Ed ora, vogliamo leggere la poesia di De Amicis, ricordata dalla ultra centenaria?       
                         A mia madre

Non sempre il tempo la beltà cancella
o la sfioran le lacrime e gli affanni
mia madre ha sessant’anni
e più la guardo e più mi sembra bella.
Non ha un detto, un sorriso, un guardo, un atto
che non mi tocchi dolcemente il cuore.
Ah se fossi pittore,
farei tutta la vita il suo ritratto.
Vorrei ritrarla quando inchina il viso
perch’io le baci la sua treccia bianca
e quando inferma e stanca,
nasconde il suo dolor sotto un sorriso.
Ah se fosse un mio priego in cielo accolto
non chiederei al gran pittore d’Urbino
il pennello divino
per coronar di gloria il suo bel volto.
Vorrei poter cangiar vita con vita,
darle tutto il vigor degli anni miei
Vorrei veder me vecchio e lei…
dal sacrificio mio ringiovanita!
 Edomondo De Amicis



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