E' arrivata oggi copia dell'antologia Brontëana VIII collegata al premio letterario e curata dalla Prof.ssa Maddalena De Leo, referente Sezione Italiana della Brontë Society. Edizione speciale dedicata al Rev. Patrick Brontë, genitore delle scrittrici Emily, Anne e Charlotte. Contiene, tra racconti e saggi, un mio testo che presento qui sotto.
Figlie come tanti soldatini
( Ragionando sul Rev. Patrick Brontë)
Quando in una fredda mattina
del febbraio 1820 il reverendo Patrick Brontë prese possesso della canonica di Haworth – paesino
di Yorkshire vicino al confine con la Scozia – sapeva di non poter essere
accolto favorevolmente da parte dei suoi futuri parrocchiani. Il suo
predecessore aveva resistito solo poche settimane, incapace di tener testa a
una comunità indisciplinata e aggressiva, e molti erano certi che il destino
del nuovo curato non sarebbe stato diverso. Ma Patrick Brontë non era uomo da
lasciarsi intimidire: alto, robusto, non si vergognava di usar le mani se lo
riteneva necessario, e in tasca teneva una pistola sempre carica. Tutta la sua
forma mentis era basata sul concetto di disciplina e non tollerava infrazioni.
Ne erano consapevoli la moglie e i figli (cinque femmine e un maschio) nati in
appena otto anni di matrimonio, e lo avrebbero appreso presto anche i suoi
parrocchiani.
Patrick Bronte nacque a Emdale, Drumballyroney,
nella contea di Down, era quindi irlandese. Primogenito di dieci figli, iniziò
come apprendista presso l’officina di un fabbro, ma la sua predisposizione per
l'istruzione - era principalmente autodidatta - gli permise di seguire corsi
universitari. Questo fu un notevole risultato, in considerazione del fatto
che suo padre Hugh Brunty
fu un contadino di modesti mezzi finanziari.
Nell'ottobre del 1802, Patrick Brontë, venticinquenne, s’iscrisse
al St John's College
di Cambridge. Corresse l'ortografia del suo nome da Brunty a Bronte. Non si
conosce il motivo per cui lo abbia fatto, potrebbe aver voluto nascondere le
sue umili origini. Perché Bronte? Avrebbe avuto familiarità con il
greco classico ed è possibile che abbia scelto il nome dal dio mitologico greco
"Bronte" che si traduce in "tuono". Un'altra teoria è
che nel 1799 il Re Ferdinando di Napoli concesse l'onore di duca di Bronte in
Sicilia a Lord Nelson per combattere la marina francese. Si suppone che
Patrick abbia preso il nome per ossequio a Lord Nelson.
Il suo
periodo di studi al college, anche se finanziariamente gravava sulle sue
modeste entrate, ebbe successo, e come studioso si è dimostrato superiore
all’altezza media degli studenti. Fu insignito del titolo di Bachelor of Arts nell’aprile
del 1806.
Fu ordinato nella Chiesa Anglicana nel 1807. Il 29 dicembre 1812 Patrick Brontë sposò Maria Branwell alla Guiseley Church. Nel 1814 nacque Maria e nel 1815 Elisabetta. Nel 1815 fu nominato curato a Thornton a Bradford. Le sue tre figlie; Charlotte (1816), Emily (1818), Anne (1820) e il suo unico figlio Branwell (1817) sono nati tutti lì. Nel 1820 Patrick fu nominato curato perpetuo di Haworth. Nel gennaio del 1821 a sua moglie Maria fu diagnosticato un cancro e, dopo una dolorosa malattia, morì a Haworth il 15 settembre 1821. La sorella di Maria, Elizabeth, si trasferì da Penzance per dare una mano a Patrick nella cura della casa e nell’educazione dei figli. Il curato trovò piuttosto difficile la gestione di una famiglia e decise di iscrivere Maria, Elisabetta, Charlotte ed Emily alla Scuola delle Figlie del Clan a Cowan Bridge, al tempo recentemente aperta. Il duro regime e il cibo freddo e povero, gravarono pesantemente sulle bambine, per cui fu deciso di riportarle a casa, tuttavia Maria ed Elizabeth morirono poco dopo essere tornate a Haworth.
Nel 1847 Patrick fece una campagna per
migliorare l'istruzione nel distretto e nel 1849 si attivò per rendere più
agevole l'approvvigionamento idrico. Nel corso della sua vita si è potuto
osservare un cambiamento nell'istruzione e nei servizi igienici inadeguati per
la popolazione locale. Di questo suo impegno, gli abitanti del luogo gliene
diedero merito.
Dopo diversi tentativi di
cercare una nuova compagna, Patrick ha fatto i conti con la vedovanza all'età
di quarantasette anni, e ha passato il tempo a visitare gli ammalati e i
poveri, tenendo sermoni, distribuendo comunione e estrema unzione lasciando le tre sorelle Emily, Charlotte, Anne e il
loro fratello Branwell
alle cure della zia e della camerieraTabitha Aykroyd (Tabby), che raccontava loro, instancabilmente, leggende locali nel suo
dialetto dello Yorkshire.
Nell'agosto del 1846, Brontë si recò a Manchester accompagnato da Charlotte, per sottoporsi a un
intervento chirurgico agli occhi per la rimozione delle cataratte. Il 28
agosto è stato operato, senza anestesia. I chirurghi non sapevano ancora
come usare i punti per tenere insieme l'incisione nell'occhio e, di
conseguenza, al paziente era stato chiesto di stendersi in silenzio in una
stanza buia, per alcune settimane dopo l'operazione. Charlotte ha
profittato del tempo trascorso a Manchester per iniziare a scrivere Jane Eyre,
il libro che doveva renderla famosa.
Il 30 ottobre 1859 Patrick Bronte predicò il
suo ultimo sermone dal pulpito di
Haworth Church. Il 7 giugno 1861 morì all'età di
ottantaquattro anni. Il 12 giugno fu sepolto nella tomba di famiglia nella
chiesa di Haworth. Aveva
vissuto e predicato nella sua parrocchia per quarantun anni, sopravvivendo a
tutti i suoi figli.
Grazie alle sue caratteristiche il reverendo Brontë riuscì a governare Haworth a lungo, mentre alla sua tirannica potestà si sottrassero in fretta prima la moglie e quindi i figli, passando velocemente a miglior vita. Tuttavia tre delle ragazze Brontë riuscirono a trovare le energie per progettare e scrivere romanzi considerati tra i maggiori dell’Ottocento vittoriano: Cime tempestose di Emily, Agnes Grey di Anne e Jane Eyre di Charlotte. «Contrarie a esporci personalmente – confessò più tardi la stessa Charlotte – ci celammo sotto gli pseudonimi di Cutter, Ellis e Acton Bell. La nostra scelta fu dettata dallo scrupolo ad assumere nomi inequivocabilmente maschili, avevamo l’impressione che alle autrici si guardasse con pregiudizio. Avevamo notato che la critica usa per condannarle l’arma della personalità, e per lodarle una lusinga che non è un vero e proprio apprezzamento».
Tornando a Patrick, egli scrisse molte opere, che non ebbero molta popolarità. Tra queste, conosciamo The Phenomenon, Il fenomeno che era inteso quale ricompensa per i bambini che eccellevano nelle lezioni della Scuola Domenicale.
Fin dall'inizio della sua vita, Patrick aveva scritto e pubblicato
una serie di poesie e sermoni, anche se nessuno ha mai ottenuto il consenso
della critica. Attraverso queste pagine, Brontë propone una lezione dura e spietata su cosa e come i
bambini dovrebbero leggere:
“Se leggete solo le Scritture e altri buoni libri, le vostre anime
saranno edificate e confortate; ma se leggete ogni trattato che è posto
nelle vostre mani dall'astuzia o coll’intendimento di influenzare le persone, e
cercate con impazienza di sfogliare tali trattati e libri che già sapete essere
perversi, allora siate sicuri di essere corrotti e ingannati e il vostro
talento per la lettura diventerà una fonte di peccato e miseria per voi stessi
e gli altri”.
Questa visione moralistica ci colpisce in modo strano rispetto a
quanto sappiamo delle esperienze di lettura dei suoi figli. Non solo
leggevano liberamente, ma la loro giovinezza era composta da storie riccamente
fantasiose, spesso oscure e violente. Infatti, come descritto da Christine
Alexander nel Dizionario Oxford della National Biography:
A differenza della maggior
parte delle famiglie appartenenti alla classe media vittoriana, c'era poca
censura per la lettura nella parrocchia di Brontë. La Bibbia era un alimento base, eppure Patrick
Brontë ha anche incoraggiato una dieta eclettica di Omero,
Virgilio, Shakespeare, Bunyan, Milton, Papa,
Johnson, Gibbon, Cowper, Burns, Wordsworth, Coleridge, Scott, Southey e Byron.
Si è resa necessaria la narrazione di una parte biografica del
padre delle sorelle Brontë per meglio
comprendere il tipo di educazione introdotto in casa loro. Paragonandola a
quella dei giorni nostri, parrebbe duramente severa, ma non dobbiamo dimenticare
che a quei tempi il capofamiglia aveva un ruolo forte e i figli dovevano
obbedire ciecamente. In ogni caso, veniva da loro accettata come normalità,
poiché non avevano un diverso parametro di confronto, tenuto conto della
mentalità vittoriana che vigeva allora. Oserei dire che in fondo il Reverendo
Patrick fu un padre attento alle esigenze culturali della famiglia e, proprio a
causa delle sue origini modeste, desiderava offrire la massima istruzione ai
suoi figli.
Da quanto mi è parso di apprendere dalla figura del Reverendo
Patrick, egli possedeva una forte fibra, sia sotto l’aspetto fisico che
caratteriale. La sua linea educativa condusse a un ottimo risultato, quello
dell’allievo che supera il maestro, come accadde tra Cimabue e Giotto, così che
le sue tre figlie scrittrici Charlotte, Emily e Anne hanno potuto mietere
successi e riconoscimenti. Era stato esigente e duro con se stesso e così ha
voluto esserlo con i suoi figli. Come non ringraziarlo per esser stato per loro
un padre severo, questo sì, ma anche lungimirante?
Danila Oppio
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