Queste immagini mi fanno venire in mente la merda
in scatola di Piero Manzoni (nulla a che vedere con Don Lisander!) e le tele di
Fontana, che deve aver fatto una gran fatica a tagliuzzarle con un temperino. E
anche le installazioni e performance di Marina Abramovic. Ma queste persone
hanno idea di cosa sia la vera arte? Se piscio in piedi, sono un'artista di
talento pure io? Va bene che un artista abbia idee ritenute geniali (Gasp! Grrr Gnek
direbbero i personaggi dei fumetti) ma mi stupisce che i galleristi, i critici,
il pubblico stesso, vada a vedere queste schifezze e le apprezzi pure. Quanto
siamo scesi in basso? Dentro il pozzo più profondo dal quale non si riesce ancora a venirne fuori?
Disgustoso!
E questa rappresenterebbe l’arte della
bellezza italiana?
BIENNALE DI VENEZIA 2019
Itziar Okariz (donna) è uno dei due
artisti (l'altro è Sergio Prego) scelti per rappresentare la Spagna alla
Biennale di Venezia 2019.
Tra le sue performance preferite c'è
quella di urinare a gambe divaricate (stile uomo) davanti a fotografi e
telecamere. Ma quand'è che si toccherà il fondo? O ci abbiamo già posato i piedi?
Quando, magari i giovani curatori,
guarderanno al (vero) talento e alla bellezza in questa sentina (luogo dove si
raccoglie l’acqua di scolo) dell'arte contemporanea?
Ecco la notizia.
Sarà curato da Peio
Aguirre, con un progetto inedito che per la prima
volta unirà il lavoro di Itziar Okariz e Sergio Prego, il Padiglione della
Spagna alla 58° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. La
proposta di Aguirre presenterà, attraverso nuove creazioni, gli ultimi dieci
anni del lavoro dei due artisti. (sob: lavoro?)
Dall'inizio degli anni '90, Itziar Okariz e Sergio Prego hanno realizzato opere contrassegnate dalla loro coerenza estetica nella ricerca dei limiti attorno alla rappresentazione del corpo. Con risorse materiali semplici, creano un lavoro austero e potente, complesso nella sua semplicità. Per la loro prima mostra insieme, il gesto principale e la linea di passaggio consistono nell'aprire ed ampliare lo spazio attraverso una "occupazione" che è in realtà il contrario, un atto di sfratto o di svuotamento. (ecco, meglio che loro stessi siano sfrattati).
Dall'inizio degli anni '90, Itziar Okariz e Sergio Prego hanno realizzato opere contrassegnate dalla loro coerenza estetica nella ricerca dei limiti attorno alla rappresentazione del corpo. Con risorse materiali semplici, creano un lavoro austero e potente, complesso nella sua semplicità. Per la loro prima mostra insieme, il gesto principale e la linea di passaggio consistono nell'aprire ed ampliare lo spazio attraverso una "occupazione" che è in realtà il contrario, un atto di sfratto o di svuotamento. (ecco, meglio che loro stessi siano sfrattati).
l lavoro di Itziar
Okariz (San Sebastián, 1965) si presenta come un'articolazione di azioni e
dispositivi che amplificano il territorio della performativo e alterano il
segno attraverso una serie di ripetizioni e le differenze che vanno dal corpo
la voce, attraverso l'interferenza nello spazio pubblico e le variazioni
rispetto alla lingua. (non ci ho capito nulla, perché di un bel nulla si
parla!).
Le azioni di Okariz (che ne dite se abbreviamo in Oca?) propongono una serie di spostamenti che vanno
dal personale al pubblico, attraverso strategie che puntano a una struttura, la
ripetono e la differenziano.
Bene, ho letto abbastanza per capire che oggi per
arte si intende un concetto astratto e irriverente rispetto alle fatiche degli
artisti di ogni tempo, quelli veri.
Questo mio articolo non è certo
propagandistico, ma specifico per svegliare chi si è fatto irretire da una
propaganda che inneggia alle schifezze. Si vede che gli esseri umani di questa
generazione non meritano altro.
Poiché questo nostro Pianeta sta diventando un
ricettacolo d’immondizia - vedi gli agglomerati di plastica nel mare, le discariche a cielo aperto e via
discorrendo - cosa importa se al pattume che produciamo quotidianamente ne
aggiungiamo altro e lo facciamo passare per opera d’arte?
Mi
scandalizza che proprio La Biennale di Venezia, che ha avuto artisti
straordinari, si sia prestata ad una simile infamia.
Personaggi che hanno formato Venezia
Venezia non sarebbe ciò che è oggi senza le opere di numerosi personaggi famosi.
Molti pittori, artisti, architetti e avventurieri influenzarono l´immagine
della città e si guadagnarono fama che andava oltre i confini. Molti di questi
personaggi non furono neanche Veneziani di nascita, ma l´influsso della
repubblica dogale attirò molti di questi artisti nella città della laguna. A
parte pittori famosi come Tiziano, Tiepolo, Tintoretto e Veronese, c´erano
anche artisti come Palladio, Monteverdi e Vivaldi che lavorarono a Venezia.
Anche Marco Polo e Casanova non devono mancare in questo elenco. E’ così che
Venezia fu definita La città delle arti.
Troverete
le opere dei famosi pittori veneziani sparse un po’ ovunque per la città. Tra i
suoi rappresentanti più illustri ci sono Canaletto (1697-1768), Tintoretto (1518-1594) e Giovanni Bellini (1430 -1516), ma anche Tiepolo (1696-1770), Tiziano (1488-1576) e Veronese (1528-1588).
Giovanni Bellini è il rappresentante principale del Primo Rinascimento
veneziano e molte delle sue opere sono custodite nell'Accademia.
Veronese, Tiziano e Tintoretto invece passano per i più importanti pittori del
Tardo Rinascimento veneziano. Canaletto e Tiepolo fanno parte degli ultimi
grandi pittori veneziani, mentre Canaletto è noto soprattutto come vedutista,
il Tiepolo rappresenta come nessun altro il rococò veneziano. Andate ad ammirare le loro opere e boicottate la Biennale, almeno il padiglione che espone le "opere" di cui si parla.
Se
fossero viventi, i veri Maestri veneziani, resterebbero inorriditi nel vedere la loro bella città
declassata ad una specie di pattumiera per pseudo artisti, osannati dalla critica, ma a mio avviso, semplicemente rivoltanti.
Danila
Oppio
Oh, se è per questo, le prove di far pipì in piedi come i maschi, le abbiamo fatte tutte noi ragazzine! Di quante artiste è dunque disseminato il mondo!
RispondiEliminaIo ho provato a gambe larghe dritta sul water. E ne ho dedotto che era molto scomodo, anche se allora portavo ancora le gonne... E poi gli schizzi, che schifo! Sarà che noi femmine siamo sempre state demandate a pulire, ho deciso che mi sedevo sulla ciambella, accettando il mio ruolo.
Ciao, Dani.
Angela, che come sai sta affrontando faccenda ben più avventurosa del 'pisciare in piedi' e quindi si è permessa questa 'cruda' digressione.
Hai fatto bene. Le donne se fanno pipì in piedi, si lavano le gambe con la loro orina. Ma farlo in pubblico, come fosse una performance, beh, direi che è veramente la decadenza di ogni cosa, dall'arte al buon gusto! I maschietti spesso pisciano fuori dal WC, eppure hanno un attrezzo che serve perfettamente a centrarlo!
RispondiEliminaSo quel che stai affrontando e ti sono vicina, molto più vicina di quel che pensi.
Ciao ,Angela!