21 MARZO – BENTORNATA PRIMAVERA
Non voglio che tutto riprenda come prima.
Voglio che questo momento porti a una vera rivoluzione.
Dentro e fuori di noi.
Voglio imparare la lezione da questo periodo difficile, non farmi sfuggire il più piccolo insegnamento, voglio portare dentro di me le emozioni, le riflessioni e i pensieri che mi genera e far sfociare in me un profondo cambiamento di vita.
Voglio che ogni lavoro sia celebrato, rispettato e tutelato:. dal medico all’infermiere, dal giornalista all’insegnante, dall’operaio all’impiegato, dall’inserviente al muratore. Non esiste un lavoro più degno di un altro: come stiamo sperimentando ora anche la cassiera di un supermercato è un’eroina perché sta svolgendo in questo momento un compito fondamentale.
Voglio che ogni persona sperimenti il tempo per sé come lo stiamo vivendo ora. Senza un tempo lento, semplice e dilatato nessuna persona al mondo può scoprirsi, riposarsi davvero e ricaricarsi. E mettere in atto la propria creatività. E scoprire i propri doni.
Voglio che ognuno di noi diffonda nel mondo il proprio dono, proprio come sta accadendo ora dove sono nati corsi, video, iniziative delle più svariate, per poter dare un pezzetto di noi (il migliore!) in questa emergenza.
Voglio che ritorniamo a vivere dell’essenziale, a fare la spesa nei nostri paesi, a comprare solo ciò che ci serve davvero.
Voglio che l’automobile sia utilizzata il meno possibile, solo per necessità e non per svago o per comodità.
Voglio che impariamo a ritirarci dal mondo e ad ammirarlo senza il nostro disturbo e il nostro rumore.
Voglio che le nostre case diventino nidi e non luoghi di passaggio. Voglio che siano il centro delle nostre giornate, che siano curate, vissute e amate come luoghi sacri.
Voglio che sia ristabilito il tempo dei bambini. Soprattutto dei più piccoli che senza spostamenti e impegni quotidiani riescono a indirizzare liberamente le proprie energie nel gioco e nella creatività. E sono più sereni. E più calmi. E più veri.
Voglio che sia favorito laddove si può il lavoro da casa. Perché in questo modo tante risorse (economiche, fisiche ed ecologiche) siano conservate.
Voglio che siano considerate preziose le passeggiate vicine a casa e ci si renda conto che una vacanza lontana comporta costi ambientali, fisici ed economici molto grandi e, forse, ne possiamo fare a meno o comunque diminuirle molto considerandole un vero e proprio lusso.
Voglio che sia mantenuta una certa distanza. Tra le persone. Perché è solo in questo modo che ogni persona riesce a tracciare i propri confini e a non con-fondersi con l’altro. Ed è solo così che possiamo essere empatici e portare sollievo. Se invece ci fondiamo ci perdiamo e non siamo di nessun aiuto, nemmeno a noi stessi.
Voglio che i baci e gli abbracci non vengano regalati a chiunque. Sono un contatto fisico molto intimo e profondo da donare con cura e attenzione per non disperderne tutto il valore.
Voglio che gli anziani ritornino ad avere il ruolo che da sempre appartiene a loro. Custodi di storie, di memorie e di saggezza. I più vicini al divino e al mistero della vita.
Voglio che regni il rispetto, la solidarietà, la fratellanza con chiunque. Rimanendo a casa rispettiamo noi stessi ma anche la salute degli altri. Stiamo aiutando i più deboli attraverso spese e iniziative bellissime. Abbiamo iniziato anche a conoscere i nostri vicini, persone fino ad ora salutate e basta.
Voglio che la morte ritorni a essere presente come ora nelle nostre vite. Perché è la paura della morte che fa emergere l’angoscia. Perché solitamente ce ne dimentichiamo, perché la rifiutiamo. Voglio che diventi un accadimento doloroso ma sacro come lo è la nascita, entrambi parti dello stesso ciclo. Dobbiamo ritornare a venerare la morte come un dio, a parlarci, a non temerla, a considerarla come la porta che ci conduce a un mondo diverso. Come una nuova rinascita.
Tutto questo non può venire da un decreto o da una costrizione. Nasce dentro ad ognuno di noi, Dopo aver vissuto insieme un’esperienza così forte.
E’ l’ora della svolta.
E’ ora che ognuno di noi faccia la propria parte davvero.
Non per riprendere tutto come prima.
Ma per ricominciare in un altro modo.
Più creativo.
Più responsabile.
Più consapevole
Più vero.
Non voglio più la normalità.
Voglio il capolavoro.”
Kiara Torchio
Brava Kiara, ma sai quanti di simili post sto leggendo in questi giorni? Sai quanta gente sensibile sta riscoprendo i veri valori dell'esistenza, in questo terribile momento? Sono tutte considerazioni che nascono spontanee. Ma lasciami qualche dubbio...quando tutto questo sarà finito - se mai finirà - temo che ognuno riprenda a vivere come prima, anzi che la prolungata clausura dentro le mura di casa, faccia riprendere con maggior vigore quello che si è fermato, per recuperare il tempo perso. Perché, nonostante i buoni propositi, la gente dimentica facilmente. Dimentica le guerre, le carestie, i disastri ecologici e ambientali, o quelli naturali. Mi auguro che non avvenga tutto questo, ma che ognuno diventi consapevole di quanto tempo abbiamo speso in azioni inutili delle quali possiamo farne a meno.
Sono con Kiara. Anch'io desidero il capolavoro.
Danila Oppio