Hermann Hesse |
Di tanto in tanto mi piace confrontare due stili pittorici tra loro, per esempio quando un quadro lo trovo molto rassomigliante ad un altro e di altro autore. Ora, per puro caso, mi trovo ad affiancare due poesie, una di Hermann Hesse, l'altra di Cesare Pavese, e poiché quest'ultimo ha scritto la sua ode in tempi successivi a quelli di Hesse, mi verrebbe da pensare che si sia fatto, in quale modo, influenzare dalla lettura del poeta tedesco.
Hermann Hesse(Calw, 2 luglio 1877 – Montagnola, 9 agosto 1962)
Cesare Pavese |
Cesare Pavese (Scrittore italiano (Santo Stefano Belbo 1908 - Torino 1950).
Sappiamo che Pavese è morto suicida, in giovane età, quindi Hesse gli è sopravvissuto, ma guardate le date di nascita, e vi accorgerete che la produzione poetica di Hesse ha preceduto di lunghi anni quella del Pavese. Novembre 1914, lo dice il titolo stesso, è stato scritto in quell'anno, e Pavese all'epoca aveva solo 6 anni!
Vi propongo le poesie, e di seguito le commentiamo insieme.
Novembre 1914
Il bosco
lascia cadere le sue foglie,
La nebbia
grava sulla valle,
Il fiume ha
perso il suo splendore,
Senza
ebbrezza è la foresta.
Ma ora
soffia la bufera
E scuote i
limpidi capelli
Con duri
colpi spazza via
La nebbia
chiara dalla terra
Non
risparmia né rami né foglie,
Non gli è
cara nessuna cosa bella,
L'uccello
si angoscia nel suo nido,
Nel
casolare ha freddo il contadino.
Abbandono e
mando in pezzi
Ciò che non
volli conservare
E strappo
alla notte e alla morte
Il giorno
luminoso.
Hermann Hesse
da Le stagioni
Guanda
Editore 2010
Lo spiraglio dell'alba
respira con la tua bocca
in fondo alle vie vuote.
Luce grigia i tuoi occhi,
dolci gocce dell'alba
sulle colline scure.
Il tuo passo e il tuo fiato
come il vento dell'alba
sommergono le case.
La città abbrividisce,
odorano le pietre -
sei la vita, il risveglio.
Stella sperduta
nella luce dell'alba,
cigolio della brezza,
tepore, respiro -
è finita la notte.
Sei la luce e il mattino
(Cesare Pavese - Verrà la morte e avrà
i tuoi occhi, 1950)
Se prendiamo la prima strofa, dell'uno e dell'altro autore, rileveremo delle assonanze: Hesse parla del bosco, freddo, nebbioso, privo di luce. Pavese ambienta i versi in città, ma il clima è lo stesso.
Secondo verso: Hesse racconta del vento che spazzola i capelli della donna amata, Pavese racconta del passo della sua donna e del vento, del freddo in città, mentre Hesse racconta della bufera. Così come Hesse parla della terra, Pavese descrive le pietre.
Entrambi terminano allo stesso modo: Hesse strappa alla notte e alla morte Il giorno luminoso, Pavese dichiara che è finita la notte, e che lei è la luce e il mattino.
Troppe analogie, per non essere stata la prima, ispirazione alla seconda.
L'ambientazione di Hesse, nel bosco, in campagna, viene traslocata nella città, da Pavese, ma il clima freddo, invernale e notturno appare molto similare, così come il vento che continua a sibilare e a far rabbrividire in entrambe le composizioni poetiche, ma che alla fine, dopo una notte turbolenta, la luce del giorno, del mattino, torna ad illuminare la vita e le cose.
Aspetto commenti!
Danila Oppio
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