I suoi padroni l’hanno acquistata credendo fosse un “Porcellino nano”,
invece Esther è diventata sempre più grande, fino a pesare oltre un quintale.
Oggi vive in casa, insieme ai cani di famiglia e crede di essere uno di loro.
Da piccina era tutta morbida e rosa. Dormiva in una
cuccetta in salone e guardava dal basso all’alto i due cani, Shelby e Baby, e i due gatti di casa. Poi ha cominciato a crescere, il suo
pelo si è fatto sempre più ispido, il suo letto è diventato un materasso e ha iniziato ad occupare sempre più
spazio sul divano.
Oggi è un esemplare enorme di maiale da fattoria, solo che il fango e gli avanzi non ha idea di cosa siano.“Abbiamo continuato a tenerla in casa con noi anche quando ormai era evidente che non era il porcellino che credevamo – spiegano i suoi padroni –Ormai era abituata a giocare e a condividere la quotidianità con gli animali di casa”.
Esther sta
accucciata sul divano, salta sul lettone, aspetta la sua
ciotola seduta in cucina ai piedi dei
suoi umani, obbedisce agli ordini e grugnisce per fare la guardia. E guai a
chi la prende in giro: “lei non è un maiale, crede di essere un
cane e noi glielo facciamo credere”.
Ha
persino una sua fan
page su Facebook, "Esther the Wonder Pig", con più di 60 mila seguaci che ogni giorno leggono e commentano le
foto e i video che i padroni postano con lei, per far capire a tutti quanto
siano sensibili i maiali e convincere la gente“che non sono animali
stupidi da mangiare, ma sentono tutto, capiscono tutto e sono decisamente
domestici”.
Grazie
alla straordinaria partecipazione dei fans e dei media, Esther è diventata oggi un simbolo di riscatto
dell'intera specie.
I
maiali, oggi così abusati negli allevamenti intensivi a tal punto da vivere in veri e propri
inferni in terra, sono creature sensibili, delicate e soprattutto
intelligentissime, assolutamente non meno dei cani, nostri fedeli amici e
compagni di vita.
L'invito
della pagina è dunque, in ultima analisi, quello di non consumare carne, di
documentarsi sulle condizioni reali in cui vivono quasi tutti i maiali al
giorno d'oggi e diavere più rispetto e considerazione per
ciò che mettiamo nei nostri piatti.
Si
può sensibilizzare la gente guardando crudeli e raccapriccianti video ma anche,
al contrario, seguendo
la vita quotidiana di Esther, maiale casalingo che aspetta un premietto
insieme ai cani di casa, che cerca le coccole, che sale sul divano e
che ha persino imparato ad aprire il frigorifero.
Questo
per iniziare a porsi delle domande sulle discriminazioni che molti animali
subiscono esclusivamente a causa delle nostre abitudini alimentari.
In
qualità di Presidente quadrupede, vi chiedo oggi di pensarci e, la prossima
volta che vedrete della carne negli scaffali dei supermercati, chiedetevi non
solo quanta sofferenza c'è dietro a quella confezione.
Ma
anche quanta intelligenza, dolcezza e dignità mortificate.
Perché c’è interesse affinché consumiamo carne, l’industria
alimentare (che è collegata a quella farmaceutica) non ha pietà, né di noi né
degli animali che vivono su questo pianeta, che sarebbero in grado per primi ad
insegnarci cosa vuol dire amare.
I tumori non si ereditano, si ereditano semmai le cattive abitudini a tavola.
E’ ora di aprire gli occhi e di rendersi conto che non dobbiamo seguire quello
che i media vogliono propugnarci e farci digerire come ‘abitudine alimentare’;
questo discorso può essere allargato, passando dalla tavola alla politica. Non
date tutto per scontato, riflettete con la vostra testa!
E' tale proprio perché giuridicamente sottoscrive il razzismo che discrimina in
virtù della razza il potere essere uccisi e seviziati o no. e appunto ne
conserva i parametri per i prossimi salti di specie informando come una
gravissima fattispecie giuridica di sinistre possibilità i futuri contingenti
anche dell’uomo. si mischiano orridamente in questa questione l’umano e
l’animale che si mutuano di posto. umani sono questi giovani unteranimali da
macello accalcati alle sbarre della condanna all’inferno degli allevamenti
massivi, bestiali sono le società che non sono più in grado di distinguere a un
palmo dal naso il bene dal male. se si promulga una legge contro la crudeltà
sugli animali o è universale o è un inno all’omicidio o animalicidio ( e mera
contingenza questa) razzista.
se non siamo in grado di garantire universalità al diritto animale a non essere ridotti in atroci esistenze da cui usciranno solo per il macello, è meglio che siano tutti uccidibili. almeno non sarà uccisa con essi anche la verità della violenza che subiscono.
se non siamo in grado di garantire universalità al diritto animale a non essere ridotti in atroci esistenze da cui usciranno solo per il macello, è meglio che siano tutti uccidibili. almeno non sarà uccisa con essi anche la verità della violenza che subiscono.
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