Domenica, 6 marzo 2016
Cara Danila,
le dedico volentieri una mezz'oretta in questa splendida giornata di sole qui a Torino.
Spero che l'accluso poemetto di taglio narrativo/teatrale (estrapolato dalla mia ultima silloge multilingue ROCK BOTTOM REMAINDERS, nov. 2014) possa se non altro strapparle qualche amaro sorriso. Come una buona parte delle pagine satiriche di quel mio libro, si ispira all'attualità politico-sociale - in questo caso traendo spunto dal famoso tormentone renziano "la buona scuola".
Roberto Vittorio Di Pietro
CORREGGERE LA
SCUOLA?...
…O
LA FAMIGLIA?
Tutti siamo d’una stoffa
nella quale la prima piega non
scompare mai più.
(Massimo d’Azeglio)
Educare è voler
sostituire il principio del piacere
con quello della
realtà. (Sigmund Freud)
Quando desideriamo
cambiare qualcosa in un bambino, chiediamoci se non sia cosa
che faremmo meglio a
voler modificare anzitutto in noi stessi. (C.G. Jung)
Maxima debetur puero
reverentia.
(Giovenale, Satira XIV)
Un bambino in famiglia ha il dono di
rimbecillire totalmente dei bravi genitori che,
assente lui, forse non
sarebbero stati che semplici citrulli. (G.Courteline)
Chi risparmia la frusta odia suo figlio.
(Proverbi 13, 24)
MA POI
USCIRAI DI CASA…
(a
un Giusti, un Palazzeschi...
a
tutti i nostri vecchi narratori in versi)
Scesi dal treno e andai per
la campagna.
Giunto che fui alla soglia del villino,
mi s'accostò il monello sghignazzando;
lo salutai, arrischiando un "ciaaao, dolcezza"...
e, detto fatto, mi strappò gli occhiali!...
poi dalla testa mi scalzò il berretto!
lo stropicciò, lo fece roteare...
lo scagliò via lontano! e m'intimò:
"Raccòglilo!... che ci hai?...male alla schiena?
Ti vuoi sbrigare, stronzo? ... Sei in ritardo!
Sei diventato sordo?... Alza le chiappe!
Forza, molliccio...dài! che cazzo aspetti!"
Rise il papà; la mamma:
"Abbi pazienza,"
mi disse, "è un peperino... bello sveglio...
al giorno d'oggi serve...
non ti pare?...
meglio così, no?..." -- e gli soffiò un bacetto...
"Con gli ospiti
più o meno di riguardo,
parenti stretti oppure vecchi amici,"
soggiunse il padre (un caro mio nipote),
"nessuna differenza per Luigino...
E' un mostro d'energia...sto mio Del Piero!
Vedessi, in campo...è un mago
del pallone!
E ormai in famiglia...il centravanti è lui!"
* * *
Prima di accomiatarmi, dopo
cena,
(che avessi, nel frattempo, alzato il gomito?...)
cedetti alle lusinghe d'una giovane
cugina commensale che, porgendomi
un calicetto (un altro!), ora insisteva:
"Un discorsino...tu che scrivi, dicono...
stasera ce lo devi!...Due parooole...
due paroline in croce...oh sii gentileee!...
Via...e un goccettino ancora?... di Chandòn?...
Ti preeego!...Occhèi? Magari una poesiola
così, come ti viene...improvvisata...
Poesie...ne scrivo anch'io!....e belle, sai...
E in pubblico, se posso, adoooro! leggerle...
Mi sento... hhh un'incurabile romantica...hhh....
per cui, da sognatrice, sta' sicuro
che io, di te...saprò apprezzare...tuttt-to!"
Le feci un giusto inchino, da
manuale.
Sottrarmi a quell'invito?...Fra gli applausi,
ognuno intorno al tavolo, alternandosi
(in venti, o poco meno, credo fossimo...),
m'andava ripetendo: "Oggi non scappi!
No, figlio, non ti salvi!"...Cosicché...
volgendomi soltanto al ragazzetto -
quel caposquadra in erba che nel mentre
scalciava assatanato!...senza posa
mi pizzicava il braccio! e il mento! e il collo!...
sbrigliato, mi copriva d'insolenze!...-
volli brindare allora: ritto (in armi
per lo sconforto?... stizza?... o puro amore...)
schiarii la voce, sollevai la coppa:
presi l'abbrivo e in similversi sciolti
da screanzato osai lasciarmi andare:
Ma
poi uscirai di casa: fatalmente
dovrai bucare il
bozzolo consueto
per misurarti coi
fratelli umani:
li scoprirai, di
certo, fin peggiori
di come te li avevano
dipinti:
mai privi, anch’essi,
d’altrettante fisime:
uguali a te, ciascuno
con le sue
-- le tue, le tue! le stesse ingovernabili…--
medesime pretese e
presunzioni.
Ne stupirai?... Irreale ti parrà
la Realtà più
nuda?... Griderai:
“Chi sono questi intrusi?!...Eh?... Come
ardisconooo…
contendermi un
potere…il miiio! assoluto!
di fare, come al
solito, i miei comodiii!...”
E
i cari genitori tuoi corrivi,
dolci, indulgenti,
allora li amerai?...
Tradito, cercherai
l’Eden perduto
altrove, ah dove non
incontrerai
che paradisi ancora
ingannatori:
se non t’affogherai
arrendevolmente
nei fiumi d’un
bicchiere sempre in piena,
tra fumi d’altra
specie ammattirai!
O, per vendetta, ti
farai violento?...
sterminatore?...E
sparerai ad un mondo
d’un tratto - oh
cheee! no!! – ingiuuusto, incomprensiiivo!
E in fondo…
incomprensibile?...Colpevole
soltanto, dopotutto,
di non essere
in linea con la tua non-verità:
quella che,
lusingato, già accoglievi
da chi sembrava
offrirti un saggio affetto:
quella di chi,
contrario a ogni rimbrotto
dei tuoi maestri,
urlava: “Ahhh…iooo…li ammazzo!”:
quella di chi ogni
giorno, con fierezza
frammista a una
carezza, ribadiva:
“T’ho procreato iooo!…Tu sei il migliooore!
Sei figlio mio…perciò sèntiti LIBERO
di fare quando
vuoi…quel che ti pare!
Difendi a denti
stretti il tuo DIRITTO…
(saaante son le
parole di papà…)
di calpestare i
fuuurbi che s’azzardano
a far valere i loro capriccetti…
a importi qualche loro libertà…”
*
Come finì l’impresa? Zio
Innocenzo
(scemo e,
visibilmente, sbronzo marcio)
venne a schioccarmi
un bacio sulla guancia.
“Ma…braaavo, il mio Gaetano!”- ripeteva –
“Iiih, che…pp…poeeta!
abbiamo, qui in famiglia!”
Avrei sperato in un
passaggio, almeno
fino alla stazioncina
ferroviaria.
Corsi! Ma il
treno…hhh… non riuscii a pigliarlo:
dovetti farla a piedi
fino a casa
tentando inutilmente
l’autostop.
Roberto Vittorio Di Pietro
(dalla silloge “Remainders”)
La tua e mail ha stuzzicato la mia curiosità e sono andato subito in Versi in volo. Il risultato è quello che vediamo. La realtà non ci piace, non dà il frutto che ci attendiamo. Scusami se pongo una domanda, che rivolgo a me prima che agli altri e che segue la scia dell’uovo o la gallina. Cioè, si è prima genitori e poi bambini o prima bambini e poi genitori? I bambini sono diventarti genitori o, sono stati fatti diventare genitori? E’ sempre stato così o nel tempo è cambiato qualcosa? Un tempo il capo famiglia aveva diritto di vita o di morte sulla moglie e sui figli. Adesso sono i figli ad avere diritto di vita o di morte sui genitori. Quando un certo tipo distrugge la famiglia allo scopo di ereditarne i beni e li eredita é forse una cosa diversa?. Non è questo un messaggio che lo Stato di diritto suggerisce come comportamento?
RispondiEliminaDel Giusti e del Palazzeschi presi ad esempio, suggeriscono ai genitori di non mollare. Ma è la cattiva terra che produce la cattiva pianta. I genitori dovrebbero essere di esempio e fare in modo che i figli intuiscano ed eseguano. Un genitore che zoppica a quale titolo può dire al figlio che sta zoppicando come lui? Questa è una mia idea e ti ringrazio di avermela fatta esprimere, pur non sapendo quanto sia giusta e praticabile.
Immagino che sia l’esempio a trascinare; la virtù ha le marce in salita e non ha la retro.
Tommaso Mondelli
Le poesie sono di Roberto, e ispirate dalla constatazione di come la Buona Scuola, ovvero quella legge emanata da Renzi, stia invece rovinando un'istituzione che dovrebbe affiancare l'educazione genitoriale.
RispondiEliminaI ragazzi, fin da piccolissimi, inalberano pretese, sempre più frequenti e più insistenti, fino a che il genitore cede per sfinimento. Se poi i figli prendono un brutto voto a scuola, o una nota sul diario per cattiva condotta, i genitori difendono il povero bambino, e vanno a insultare l'insegnante. In questo modo, si diseducano, e poi avremo degli adulti furfanti, delinquenti e violenti. Non dico che i vecchi metodi educativi di genitori e insegnanti, che usavano battipanni, cinghie o bacchettavano sulle mani fossero giusti, tutt'altro, ma oggi non si può più dire NO ad un figlio, previo conseguente capriccio o crisi di nervi. Inoltre i genitori sono poco presenti, nel seguire costantemente i figli perché ,nella maggior parte dei casi, lavorano entrambi e, la sera ,troppo stanchi per occuparsi di loro come sarebbe auspicabile. La poesia di Di Pietro ha centrato il problema, ha messo in luce i difetti attuali, sul metodo educativo, che non deve essere coercitivo, ma neppure permissivo. Quindi torno al titolo della composizione poetica: Correggere la scuola?...o la famiglia? Si evidenza fortemente la necessità di correggere la famiglia, i genitori devono imparare ad educare i figli al rispetto, verso di loro, verso gli insegnanti, in principale modo, e poi verso tutta la società. Solo in questo modo si preparano i futuri uomini.