POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

domenica, marzo 20

De Andrè - Un Giudice



Mi piace osservare tutto ciò che mi circonda.  Soprattutto il modo di comunicare delle piccole creature a quattro zampe.
Non so voi, ma ho notato che i cagnolini di taglia piccola, come i chihuahua, i pechinesi, gli shitzu, i maltesi, bassotti, ecc., quando incontrano un loro simile, più grosso di loro, abbaiano stizzosi, insistentemente, quasi come a dire: sono piccolo, ma non mi fai paura.


Mi sono dovuta confrontare con almeno una decina di persone che assomigliano ad un chihuahua: grintose, pronte ad attaccare, che ”abbaiano” parole offensive, convinte che questo sia il modo di porsi con il prossimo. Però, se ci si permette di rispondere loro a tono, ti rilanciano accuse spietate.Il mio è un discorso generico, non faccio riferimenti particolari.
Insomma, i cagnolini tendono, oltre che abbaiare, a mordere le caviglie, con quei loro dentini aguzzi. Il danno che provocano, però,  è minimo, in ogni caso, se non ti amano, meglio tenerli a distanza. Si rendono noiosi, con il loro abbaiare furioso, insistente e acuto, e dispettosi, quando mordicchiano.Lo stesso atteggiamento l'ho notato tra gli esseri umani. Le creature minute, spesso diventano aggressive, intolleranti. Salgono su di un piedistallo, per sembrare non tanto più alte, quanto più importanti. Mentre le persone alte, o robuste, assumono un atteggiamento docile, tranquillo, pacato. Non hanno bisogno di alzare la voce, di aggredire, perché già il loro aspetto incute rispetto. Scusate la rima, che è uscita per puro caso.   
Così vale per le persone di bassa statura che non hanno saputo accettarsi perché,  se si rendessero conto di essere carine, tenere, e non si creassero complessi per la loro costituzione non longilinea, sarebbero davvero dei tesori, proprio come i piccoli deliziosi cagnolini. se solo abbandonassero quel loro atteggiamento aggressivo, che funge da corazza. Ma da chi devono difendersi? Non l’ho ancora capito, e questa volta mi riferisco ad una persona in particolare: RB.  Chi si atteggia a giudice, senza averne il ruolo, dovrebbe prima guardare a se stesso. Già la giustizia fa acqua come un colabrodo, non è il caso di imitarla.
C’è una poesia di Edgar Lee Masters, che fa parte di Spoon River, dedicata al giudice Selah Lively, che ben rende l’idea.

Judge Selah Lively 
Suppose you just stood five feet two,
And had worked your way as a grocery clerk,
Studying law by candle light
Until you became an attorney at law?
And then suppose through your diligence
And regular church attendance,
You became attorney for Thomas Rhodes,
Collecting notes and mortgages,
And representing all the widows
In the Probate Court? And through it all
They jeered at your size, and laughed at your clothes
And your polished boots? And then suppose
You became the County Judge?
And Jefferson Howard and Kinsey Keene,
And Harmon Whitney, and all the giants
Who had sneered at you, were forced to stand
Before the bar and say "Your Honor"--
Well, don't you think it was natural
That I made it hard for them?


Il giudice Selah Lively

Immaginate di essere alto cinque piedi e due pollici
e di aver cominciato come garzone droghiere
finché, studiando legge di notte,
siete riuscito a diventar procuratore.
E immaginate che, a forza di zelo
e di frequenza in chiesa,
siate diventato l'uomo di Thomas Rhodes,
quello che raccoglieva obbligazioni ed ipoteche,
e rappresentava le vedove
davanti alla corte. E che nessuno smettesse
di burlarsi della vostra statura,
e deridervi per gli abiti e gli stivali lucidi.
Infine voi diventate il Giudice.
Ora Jefferson Howard e Kinsey Keene
e Harmon Whitney e tutti i pezzi grossi
che vi avevano schernito sono costretti a stare in piedi
davanti alla sbarra e pronunciare "Vostro Onore".
Be', non vi par naturale
che gliel'abbia fatta pagare?

Traduzione di Fernanda Pivano

E poi ascoltare la canzone di Fabrizio De André, titolata “Un giudice,” e leggerne le parole nelle varie lingue, oltre all’italiano, anche in inglese, tedesco, francese e spagnolo, che in forma più mordace, rende ancor meglio quanto sto sostenendo.. Capire così che chi si è sentito oltraggiato dalla natura, e poi anche dagli uomini, cerchi di rifarsi, facendogliela pagare. Tutta colpa della statura? O piuttosto di un carattere difficile?

Cosa vuol dire avere
un metro e mezzo di statura,
ve lo rivelan gli occhi
e le battute della gente,
o la curiosità
di una ragazza irriverente
che si avvicina solo
per un suo dubbio impertinente:
vuole scoprir se è vero
quanto si dice intorno ai nani,
che siano i più forniti
della virtù meno apparente,
fra tutte le virtù
la più indecente.

Passano gli anni, i mesi,
e se li conti anche i minuti,
è triste trovarsi adulti 
senza essere cresciuti;
la maldicenza insiste,
batte la lingua sul tamburo
fino a dire che un nano
è una carogna di sicuro
perché ha il cuore troppo,
troppo vicino al buco del culo.

Fu nelle notti insonni
vegliate al lume del rancore
che preparai gli esami.
diventai procuratore
per imboccar la strada
che dalle panche d’una cattedrale
porta alla sacrestia
quindi alla cattedra d’un tribunale,
giudice finalmente,
arbitro in terra del bene e del male.

E allora la mia statura
non dispensò più il buonumore
a chi alla sbarra in piedi
mi diceva "Vostro Onore",
e di affidarli al boia
fu un piacere del tutto mio,
prima di genuflettermi
nell’ora dell’addio
non conoscendo affatto
la statura di Dio.


A Judge

What does it mean to be five feet tall, 
the eyes will tell you and the jokes of people, 
or the curiosity of a cheeky girl 
approaching only for his impertinent question: 
she wants to find out if it is true what they say about dwarves, 
who are best provided of the least visible virtue, 
among all the virtues the most indecent. 

The years go by, months, and if you count them the minutes too, 
it is sad to be adults and not be grown up; 
detraction insists, the tongue on the drum beats 
so as to say that a dwarf is a villain for sure 
because his heart is too, too close to the asshole. 

It was in sleepless nights, awake in the light of resentment 
that I prepared my exams, I became an attorney 
to take the road that from cathedral benches 
leads to the sacristy then to a court chair, 
a judge at last: arbiter on earth of good and evil.

So my height did not release humor any more 
who stood in the dock said to me, Your Honor.
And give them to the Executioner was a pleasure of mine, 
before kneeling in the hour of farewell 
not knowing at all the height of God.

Un Juge

Ce que veut dire avoir
Un mètre cinquante de taille
Ce sont les yeux qui vous le révèlent
Et les réflexions des gens
Ou la curiosité
D'une fille irrévérencieuse
Qui s'approche seulement
En raison d'un doute impertinent
Elle veut découvrir si c'est vrai
Ce qu'on dit des nains
Qu'ils sont fourni de la vertu 
La moins apparente
Entre toutes les vertus 
La plus indécente. 

Passent les ans, passent les mois,
Et si on compte aussi les minutes,
Il est triste de se retrouver adultes
sans avoir grandi;
La médisance insiste
Elle bat sa langue sur un tambour,
jusqu'à dire qu'un nain
Est une charogne pour sûr
Car il a le cœur trop
Trop proche du trou de son cul.

Ce fut dans les nuits blanches
à la lumière de la rancœur
Que je préparai les examens,
que je devins procureur
Pour emboucher la rue qui
des bancs de la cathédrale
Conduit à la sacristie,
dès lors à la chaire d'un tribunal:
Juge finalement, arbitre
sur terre du bien et du mal.

Et alors, ma taille
Ne dispensa plus la bonne humeur
À celui qui debout à la barre
Me disait : « Votre Honneur »,
Et de le confier au bourreau
Fut pour moi un vrai plaisir
Avant de m'agenouiller
À l'heure de l’adieu
En ne connaissant pas du tout
La taille de Dieu.

In Richter

Was das bedeutet, eineinhalb Meter gross zu sein,
verraten euch die Augen und die Witze der Leute,
oder die Neugierde eines respektlosen Mädchens 
die sich nur aus ihrem unverschämten Zweifel nähert:
sie will feststellen, ob es stimmt, was man über die Zwerge sagt,
dass sie am besten ausgestattet sind mit der am wenigsten sichtbaren Kraft,
unter allen Kräften die unanständigste. 

Es vergehen die Jahre, die Monate und, wenn du sie zählst, auch die Minuten
es ist traurig, sich erwachsen zu finden ohne gewachsen zu sein,
die üble Nachrede besteht weiter, die Zunge schlägt auf die Trommel,
bis sie sagt, ein Zwerg ist sicherlich ein Aas, 
weil er sein Herz viel zu nahe am Arschloch hat.

Es war in den schlaflosen Nächten als ich beim Licht des Grolls wachte,
dass ich die Prüfungen vorbereitete, ich wurde Staatsanwalt,
um in die Strasse einzubiegen, die von den Bänken einer Kathedrale 
zur Sakristei führt, dann zum Pult eines Gerichts
endlich Richter, Schiedsrichter auf Erden über Gut und Böse.

Und seither schenkte meine Statur nicht mehr gute Laune 
demjenigen, der vor der Stange (*) stehend zu mir sagte: "Euer Ehren".
Und sie dem Henker zu übergeben war eine besondere Freude von mir 
bevor ich mich verbeugte in der Stunde des Abschieds,
weil ich die Körpergrösse Gottes überhaupt nicht kenne.

(*) Die Stange zwischen Angeklagtem und Richter.


El Juez

Qué quiere decir ser
de metro y medio de estatura,
te lo dicen los ojos
y las bromitas de la gente,
o la curiosidad
de una muchacha irreverente
que se te acerca sólo
por una duda impertinente:
quiere saber si es cierto
lo que se dice de los enanos,
que son los más dotados
de una virtud poco aparente,
una de las virtudes más indecentes.

Pasan años y meses,
y si los cuentas hasta minutos,
es triste llegar a adultos
siendo siempre diminutos;
y la calumnia sigue,
con una voz que resuena duro,
diciendo que el enano
es una mierda de seguro,
pues tiene el corazón
muy cerca del hueco del culo.

Fueron noches de insomnio
velando a la luz del rencor
en que trabajando duro,
llegué al fin a procurador.
Pa' recorrer la calle
que de los bancos de una catedral,
lleva a la sacristía
y hasta la cátedra de un tribunal;
soy un juez, finalmente,
árbitro en tierra del bien y del mal.

Y entonces de mi estatura,
nunca más, nadie se reiría;
menos quien en la corte
me llamaba "Su Señoría".
Haberlo condenado
fue para mí un gran placer,
antes de despedirlo
cuando no habría de volver.
Nunca la estatura
de Dios supo conocer.

Danila Oppio

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