by REDAZIONEROSEBUD • 6 MAY 2012
Il celebre dipinto è la quarta riproduzione e l’unica ad essere in mano
ad un privato (era di Petter Olsen, discendente di una nota famiglia di
armatori, il cui padre era amico e sostenitore di Munch) le altre sono
conservate in musei. Al Museo omonimo, il Munch ad Oslo, venne rubato ben due
volte: i furti vennero messi a segno a circa dieci anni di distanza l’uno
dall’altro, ma il quadro venne ogni volta recuperato e restaurato.
Il dipinto fa parte di un più vasto progetto, “Il fregio
della vita” (1893-1918), composta da numerose tele, elaborate secondo quattro temi
fondamentali: Il risveglio dell’amore, L’amore che finisce e passa, Paura di
vivere (di cui fa parte “L’urlo”) e La Morte. Perché “L’urlo” è l’opera più celebre?Perché
divenne ben presto il simbolo stesso dell’uomo moderno e, con i sentimenti di
paura e angoscia espressi, anticipò gli orrori del secolo che stava iniziando.
Era il 1893 e Munch racconta così nel suo diario lo sgomento provato in prima
persona: “Camminavo lungo la strada con due amici quando il sole tramontò, il
cielo si tinse all’improvviso di rosso sangue. Mi fermai, mi appoggiai stanco
morto ad un recinto. Sul fiordo nero-azzurro e sulla città c’erano sangue e
lingue di fuoco. I miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di
paura…e sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura”.
Prima dell’opera dell’artista norvegese il primato era detenuto da Pablo Picasso e
il suo “Nudo, foglie verdi e busto”, battuto per 106,5 milioni di dollari nel
2010, ma in vetta alla classifica dei dipinti più costosi di sempre c’è Paul
Cezanne con i “Giocatori di carte”, venduto per 250 milioni di dollari.
Questa la
notizia, che ho riportato pari pari da Yahoo notizie, giusto per non essere
tacciata di plagio. Ma una domanda, come direbbe Lubrano, sorge spontanea: se
il dipinto battuto all’asta è la quarta riproduzione del quadro di Munch, come
mai quei prezzi? Non è opera originale dell’artista…allora torniamo al discorso
che in questa sede, su Rosebud, abbiamo già trattato, ovvero che certe opere
d’arte lo possiamo fare anche noi. L’Urlo, in effetti, non è uno dei migliori
dipinti di Munch, è solo rappresentativo di un particolare periodo
storico, della sua paura, forse, di vivere. L’angoscia, l’idea della morte lo
hanno perseguitato tutta la vita, tanto che divenne dedito all’alcool e fu
ricoverato in una clinica per malattie mentali, il cui periodo è celebrato da
una foto che ritrae il pittore mentre lavora a maglia, terapia rilassante per
malati psichici.
Molti si sono
dilettati a creare copie dell’urlo..basti navigare su internet, e se ne possono
osservare alcuni che non rispettano gli originali colori usati dall’artista
norvegese.
Tanto rumore per
nulla, direbbe indignato Shakespeare! Quanto clamore intorno all’Urlo, o Grido,
il cui titolo originale, nella lingua dell’artsta, è Skrik , tenuto conto che
agli inizi la sua arte fu mal compresa, e per lungo tempo non apprezzata.
Si deve morire
per diventare celebri? E le opere plagiate, copiate, hanno lo stesso valore di
quelle effettivamente tracciate dal pennello che stringe in mano l’artista?
Personalmente,
preferirei possedere un quadro dipinto da un artista sconosciuto, ma
talentuoso, anche se di poco valore, piuttosto che una celebre copia, che non
ha visto neanche lontanamente il suo ideatore!
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