Torino, 31 maggio 2016
in copia scannerizzata, invio una poesia tratta dalla mia silloge "A testa in giù". Spero risulti chiaramente leggibile.
Anche questo scritto, provocatorio come la maggior parte della mia opera, intenderebbe invitare ad una riflessione autentica, non viziata da alibi morali fasulli o inerzie perbenistiche di comodo. Uso il condizionale in quanto - troppo spesso, ahimè - gli stimoli in questa direzione risultano poco graditi: il lettore contemporaneo, sovente immemore di una secolare tradizione di impronta non solo lirica, tende a concepire ed accogliere la poesia piuttosto come un "piacevole momento di evasione", ovvero soggiacendo passivamente a canoni tardoromantici duri a morire.
Roberto Vittorio Di Pietro
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