Carissimo Roberto,
le raccontavo di quando ero bambina, della casa dove ho abitato in Milano. Lei aveva citato, nella biografia di Alessandro Nastasio, l'architetto Carlo de Carli.
L'ho conosciuto perché stava terminando le rifiniture della casa dove ho abitato dal 1955 al 1972. Era un uomo piccolo di statura, molto dinamico. Nato nel 1910 (coetaneo di mio padre) e deceduto nel 1999.
Eccole un po' di storia.
L’edificio,
immerso nel verde, sorge su una porzione di terreno adiacente a via dei
Giardini, originariamente compresa nel parco privato di Palazzo Borromeo d’Adda
in via Manzoni e ceduta dapprima al Comune di Milano e in seguito alla società
Alvisco, proprietaria dell’immobile.
Il
progetto, le cui prime soluzioni risalgono al 1952, è impostato su uno schema
planimetrico che si estende entro un perimetro rigidamente fissato da una
convenzione privata tra il Comune di Milano e i conti Borromeo d’Adda risalente
al 1940, che stabiliva che su tale area era possibile costruire “soltanto una villa costituita da un piano semi interrato
regolamentare, da un piano terreno e da altri due piani, fino a raggiungere
l’altezza complessiva insuperabile di m. 13”. Sulla base di tale
accordo e attraverso successive modifiche e varianti viene definita la
soluzione realizzata.
Lo
schema planimetrico, composto da un rettangolo innestato in un ottagono
traslato, è determinato anche dall’intento di valorizzare il rapporto dell’abitazione
col verde ed “assume forma irregolare per inchinarsi quasi ad abbracciare,
rispettandolo in pieno, un magnifico albero” (A. Danusso, 20 ottobre
1952). L’ottagono, corrispondente al corpo dei soggiorni, sporge infatti verso
il giardino, creando una concavità attorno al grande platano che ombreggia la
casa. La zona notte è invece collocata verso il parco che separa la casa da
Palazzo Borromeo.
La
costruzione si eleva per tre piani. Ad ogni piano corrisponde un appartamento
di circa 280 mq. La composizione poligonale, scandita orizzontalmente dalle
fasce marcapiano, determina una diversa incidenza della luce sui fronti ed è
caratterizzata dall’alternarsi delle superfici vetrate a griglie scorrevoli
esterne in legno, di quelle piene e delle leggerissime ringhiere metalliche dei
balconi. La critica contemporanea sottolinea il carattere di sobrietà e rigore
di questa residenza borghese: “una semplice, civilissima
Architettura urbana, desiderosa, se mai, di passare inosservata tra i più
ingombranti volumi edilizi che le sorgono attorno” (E. Gentili
Tedeschi, 1958).
L’edificio
è stato recentemente alterato nei fronti, originariamente in klinker color
terra chiaro, ora tinteggiati di giallo, e nella copertura piana in travertino
a opus incertum, sulla quale è sorto un vistoso coronamento in cemento.
Elena Demartini
Ecco come appare attualmente la palazzina progettata da De Carli, che è stata il mio domicilio. Il palazzo sulla destra, guardando l'immagine, di colore grigio, appartiene alla famiglia Crespi, ex proprietaria del Corriere della Sera.
La prossima puntata sarà dedicata all'artista Marino Marini
Danila Oppio
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