Come diventare primario
operando manichini!!!
di Danila Oppio. C’è da aver paura se, entrando in ospedale per un
intervento chirurgico, ci trovassimo di fronte ad un primario che si è
impratichito solo su manichini! In che mani siamo capitati? Quanta possibilità
di successo potrà mai avere questo intervento? Eppure a confermare tale fatto,
è lo stesso figlio del Rettore della Sapienza. Una sfolgorante carriera che lo
ha visto giovanissimo in veste di professore nella facoltà del padre, insieme a
mamma e sorella. Nepotismo? Ma cosa andate a pensare?
Certo non è necessario che per
essere un eccellente chirurgo, si debba avere un curriculum di grande
prestigio, universitario e scientifico. Amboise Paré, colui che ha fondato la
moderna chirurgia, pare fosse figlio di una prostituta e che abbia cominciato
seguendo il padre, operando come chirurgo e nel contempo barbiere! Il
capo-chirurgo dell’”Equipe 2” che eseguì il primo trapianto di cuore, in Sud
Africa nel lontano 1967, a fianco di Christiaan Barnard, pare (qui dobbiamo,
come precedentemente, usare una forma dubitativa) si fosse trattato di Hamilton
Naki, autodidatta con un diploma di terza media, e che essendo uomo di colore,
venne assunto come giardiniere ma che in realà aveva mani esperte in chirurgia,
tanto che, finita l’apartheid, ricevette una laurea ad honorem e la conferma di
Barnard che disse: “Tecnicamente mi era superiore”.
Appare sempre più sconcertante il
modo in cui Giacomo Frati si sia ritrovato alla guida di una Unità
Programmatica che pare essere all’avanguardia al Policlinico di Roma. Se ne
sentì parlare qualche settimana fa, dopo l’apertura di un’inchiesta
giudiziaria. Il giovane riesce in pochi anni (ricercatore a 28, professore
associato a 31, in cattedra a 36) a divenire ordinario nella stessa facoltà di
medicina nella quale il padre, potente rettore Luigi, è stato preside e dove ha
già sistemato la moglie Luciana Rita Angeletti (laurea in lettere, storia della
medicina) e la figlia Paola, laureata in legge e accasata a Medicina Legale.
Giacomo Frati, molto probabilmente è
un genio, certo è che gli ultimi passaggi della sua vertiginosa carriera
sconcertano.
L’esame da cardiochirurgo lo vinse
grazie al giudizio di una commissione formata da due igienisti e da tre
dentisti. Sono qualifiche adeguate a valutare un futuro cardiochirurgo?
Non è colpa da addebitare al dottor Frati, ma sicuramente una commissione così
formata, è stata provvidenziale. Venne poi chiamato a Latina, dove era stata
aperta un distaccamento di cardiologia della Sapienza, presso la casa di cura
Icot.
Segue in immediato rientro a Roma,
provvidenziale, prima che le nuove regole contro il nepotismo della riforma
Gelmini potessero impedire il ricongiungimento familiare.
Venne quindi creata appositamente per
Giacomo, riducendo in altri reparti i posti letto, un’ “Unità Programmatica
Tecnologie cellulari-molecolari applicate alle malattie cardiovascolari” che
gli dà diritto ad un ruolo pari a quello di primario, su decisione del
direttore generale Antonio Capparelli che, guarda caso, fu investito da tale
carica proprio poche settimane prima e da chi, se non da Luigi Frati, padre di
Giacomo!
Troppe manovre, anche per un Ateneo
uso all’abuso di nepotismo. Neppure un verdetto del Tar che dà ragione a chi
aveva presentato un esposto contro gli esiti della gara vinta da Giacomo è
riuscito a mettere un freno all’ascesa del rampollo.
Anzi, il giorno dopo avere perso il
ricorso in appello contro la sentenza, l’università gli ha concesso una
ulteriore promozione.
La storia continua, ma mi fermo qui,
con qualche domanda: siamo sicuri di uscire vivi, dopo un intervento eseguito,
non dico da Giacomo Frati, ma da un qualsiasi chirurgo che è andato avanti a
suon di spintoni da parte del padre? Siamo certi che chi ci cura, negli
ospedali, enti privati, ambulatori, ecc, sia persona esperta, e che abbia
davvero a cuore la salute dei pazienti?
Resta sempre viva in me la certezza
che la professione medica sia una vera e propria vocazione, e tale deve
restare. Incidere ed operare il corpo di un paziente, in particolare
quegli organi delicati che ci permettono di restare in vita, non è come giocare
all’Allegro Chirurgo, non si scherza con la vita di un essere umano, ma
questo può accadere, se invece di svolgere la propria attività con passione
vera, diventa solo un business.
Nell’immagine,
manichini, autore Colin Rose, opera propria,fonte Wikipedia.
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