Il
merlo e lo storno
Ero
seduta alla postazione del mio Mac e, come ogni giorno, il canto degli
uccellini mi faceva compagnia. Ieri sera, però, qualcosa di strano mi ha
convinta ad alzarmi, e sono uscita sul terrazzino per meglio capire.
All’estremità
di un ramo dell’abete, nel mio giardino, un merlo cantava una canzone d’amore.
I suoi gorgheggi erano composti di tantissime note, una più armoniosa
dell’altra.
Di
fronte a lui, appoggiato all’antenna installata sul tetto della casa del mio
vicino, uno storno emetteva suoni stonati. Una specie di taratatà taratatà, ripetitivo
e sgraziato.
Il
merlo lo stava ad ascoltare, e poi rispondeva col suo melodioso canto. Lo
storno restava in ascolto, e a sua volta riprendeva quel suo gracidio privo di
musicalità.
Il loro
dialogo in due diversi linguaggi è continuato a lungo.
Riflettendo
sull’atteggiamento dei due volatili, mi è parso chiaro che tentavano di
comunicare tra loro. Forse che il merlo era innamorato dello storno? Vai a
sapere!
Ne ho
tratto un pensiero: anche tra gli esseri umani, talvolta i dialoghi sono
improduttivi.
Chi
parla, non riesce a farsi intendere da chi ascolta, o chi ascolta, non
comprende il messaggio del suo interlocutore.
Cercano, in ogni caso, di dirsi qualcosa.
Come il merlo e lo storno.
A me hanno raccontato una storia. Basta saperli ascoltare.
Danila
Oppio
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