Appena uscito, il mio nuovo romanzo ONEIRIKOS, edito da LargoLibro.
In attesa che la Casa Editrice lo presenti sul suo sito, ve ne offro un assaggio.
In quarta di copertina potrete leggere una breve mia nota.
Qui sotto, riporto la prefazione del dottor Salvo Figura - medico anestesista e rianimatore, nonché scrittore, e la postfazione del Dott. Cav. Tommaso Mondelli, poeta e scrittore.
Ringrazio entrambi per avermi affiancato e sostenuto in questo mio lavoro, e spero che chi desidera leggerlo, lo passa apprezzare.
Per chi lo vuole, è sufficiente che scriva al mio indirizzo email: danilaoppio@gmail.com, e provvederò a spedirlo con dedica personalizzata.
Il costo del libro è di 12 euro, comprese le spese postali.
Chi invece desiderasse acquistarlo direttamente dall'editore, potrà farlo non appena lo stesso ne avrà pubblicato le coordinate.
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Prefazione
Gli
autori di narrativa hanno una naturale diffidenza verso i poeti e le prosatrici
perché abbondano con “d” eufoniche, con i “che”, le assonanze e, se si
accostano alla narrativa, di qualunque genere, si trascinano dietro le loro
regole-non regole.
Recalcitranti
nell’accettarle e ribelli fino all’ammutinamento se si cerca di correggerli.
La narrativa è tecnica e “pancia”, la poesia e la
prosa sono un insieme di cuore e pancia che scorrazzano sul foglio bianco, come
su una prateria, liberi o quasi dalle briglie della tecnica. Tant’è che si dice
“licenza poetica”.
E anch’io, come loro, quando mi proposi come editor
del romanzo di Danila fui sul punto di… pentirmi, conoscendo lei già come una
poetessa, un’ottima poetessa, ma proprio per questo, legata a doppio filo con
quelle non regole.
Poi lessi l’incipit, le prime quattro cartelle, la
sinossi completa, e la curiosità si fece materia viva, scacciando lo
scetticismo. Così l’attrazione divenne una fune che mi ancorò alla sedia; una
gomena alla sua bitta. E di pagina in pagina mi sono ritrovato alla fine indenne
dal “Moloch ribelle”. Nel romanzo di Danila Oppio ho trovato un’idea, un
“dinosauro” (così si definisce in gergo, l’idea forte che regge storia e trama)
che non immaginavo di rinvenire.
Ottimi fraseggi. Bei dialoghi, calati in ambienti bucolici,
Kafkiani o in zone sperdute del Pianeta distrutto dalla follia dell’uomo.
Danila mi ha fatto vivere nell’Eden, poi in via Panisperna, nel deserto del Nevada, tra le macerie di Hiroshima, ma
anche nell’Empireo, nei cieli di Dio e in quelli di Dante.
Ha applicato alla lettera lo show, don’t tell. La trama si dipana in un fitto dialogo fatto di
telepatia e parole vere tra due esseri sopravvissuti a una catastrofe nucleare.
Tracce di Romance e di SciFi ben
intrecciate, dove Danila, anzi i suoi personaggi sono vivi, e con maestria,
ammoniscono, rimpiangono, maledicono, sperano… e con loro i lettori, presi in
un vortice di smarrimento: quello che li prende quando sono sospesi nel sogno
del sogno, nella sospensione
dell’incredulità. Il lettore vive quel mondo in un continuo cambio di PdV giostrato con maestria, fino al finale che giunge
inaspettato, come nei migliori thriller, o nei migliori “Timeless”.
Poche le correzioni da fare in questo bel romanzo, e
anche le citazioni, ricorrenti e precise, aiutano i meno “attrezzati”.
Un’ottima performance, insomma, e sarebbe facile,
oltre che banale, affermare che in Danila Oppio, si avveri il: IN NOMEN OMEN. Ovvero che “Oppio
provochi dipendenza nel lettore!”
Questa è una “prova d’autore” ben riuscita, e so che
ne seguiranno molte altre ancora.
Salvo Figura
***
Postfazione
C'è
proprio da meravigliarsi se da un'aulica penna, come quella che danza tra le
dita della brillante scrittrice Danila Oppio, intinta nel mare azzurro della
fantasia, sia nato un poema?
L’autrice
non è alla sua prima esperienza, ha già pubblicato in cartaceo un romanzo breve, una
fiaba moderna, una silloge poetica,
in tandem con il sottoscritto e, per ogni altra sua produzione, vi
rinvio alla sua breve biografia. Torno
alla recensione.
Romanzo
fantastico che raccoglie memorie storiche, letterarie e scientifiche in cui il
lettore si trova coinvolto in un’avventura che
si svolge In un clima surreale, dove l’autrice sfiora alcuni tasti degli umani
sentimenti e situazioni di vita vissuta.
Il
racconto si basa su un dialogo, nato da un ideale incontro tra due
scrittori, alla ricerca di una memoria
storica su ciò che è andato perduto. Per sempre?
Ho avuto
il piacere e la fortuna di leggere il racconto in bozza. La storia è avvincente
e scorrevole. La fine del mondo è in attesa, sempre rievocata. E' una promessa o una minaccia? Siamo
preparati, dobbiamo crederci?
Le cose
che dovranno accadere non potranno essere evitate dall’uomo, ma quelle che
potrebbero accadere per sua colpa, sì. E' ammissibile che una riflessione possa
dare all’umanità un volto più dignitoso e un futuro migliore?
Il
romanzo evoca l’insensatezza umana, a causa della quale il sole non riesce più
a illuminare la Terra. Che ne resta dell'uomo, se di una possibile apocalisse
ne fosse il diretto responsabile?
Il romanzo, che scorre in una coinvolgente lettura,
conduce a meditare sull’attuale società. Studiosi
di diverse discipline (antropologi, sociologi, biologi) stimano che i mutamenti
in atto stiano modificando, in modo irreversibile, il nostro sistema di vita
quotidiano, il modo di pensare e di percepire il mondo e la convivenza umana.
E’ innegabile che vi siano oggi grandi vantaggi rispetto al passato, ma
l’autrice desidera anche metterci in guardia, allertandoci su aspetti meno
positivi.
Tommaso Mondelli
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