Mio padre
Mi teneva per la mano
per la strada, fra la nebbia
ma io avevo più bisogno
che stringesse quella mano.
Andavamo camminando
per le strade fra la nebbia
e io ero piccolina
e lui non abbastanza grande.
Poi a un momento fra la folla
tanta gente tanta gente
nella mano non stringevo ormai più niente
il papà non c’era più.
L’ho smarrito: dov’è ora?
Nessuno lo sa
E tu hai veduto mio padre?
- L’ho veduto che correva
ti cercava fra la gente
nella nebbia che scendeva
e non stringeva niente –
Oh mio padre ha paura
ha paura di me
egli sa dove trovarmi
ma non arriva mai.
Egli finge fra la gente
che il fantasma che è con lui
siamo io e i miei fratelli
e mia madre ma non è.
L’ho smarrito: dov’è ora?
Nessuno lo sa
E tu hai veduto mio padre?
- L’ho veduto che piangeva
che piangeva fra la gente
nella nebbia che scendeva
e non stringeva niente –
L’ho veduto, è là che aspetta
al di là di quella strada
ma le macchine che corrono
non ci lasciano passare.
L’ho veduto ed ho paura
tutti e due abbiamo paura
Lui mi tende le sue mani
io gli tendo le mie mani
Via per strada tutti e due
uno incontro all’altro
Troveremo forse amore?
Forse ci ritroveremo?
- Vi ho veduti tu e tuo padre
eravate vivi entrambi
andavate per la strada
senza nebbia e senza gente -.
(Angela Fabbri, da Ferrara domenica 4 maggio 1969)
E' incredibile. Nè io nè mio padre nè questa 'poesia' avrebbero mai immaginato di teletrasportarsi attraverso il tempo e la materia, trasferendosi in poche ore da un vecchio quaderno alla Rete stesa sul Mondo.
RispondiEliminaGrazie. Angela Fabbri
Forse tuo padre, da dove il suo spirito ancora vive, ti ha guidato alla ricerca di questa tua poesia a lui dedicata, te l'ha fatta trovare ed ora lui vive anche in rete, oltre che nel tuo affettuoso ricordo.
RispondiEliminaDanila
Affascinante speranza, Danila.
EliminaAngela