POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

sabato, luglio 4

RSA = CARCERE DURO


RSA = CARCERE DURO

Se questo paragone vi sembra esagerato, posso spiegare.
Non so come funzioni ora l’incontro tra un carcerato e i suoi parenti, ma ricordo certi vecchi film, quando qualcuno si recava in prigione per far visita a una persona lì rinchiusa. Ora mi pare di capire che non ci siano più barriere in carcere, ma restano presenti nelle RSA.
Nella stanza dei colloqui i due interlocutori si sedevano di fronte ad un vetro di separazione, molto vicini. Alzavano la cornetta del telefono e comunicavano tra loro a viso scoperto.
Il paragone calza a pennello con quanto avviene oggi presso la RSA, dove è ospite mia madre, con un’enorme differenza.
I parenti stanno al di fuori della struttura, e se dovesse piovere, non c’è riparo alcuno.
Con il cellulare in mano, comunicano con l’incaricato che sta dall’altra parte della vetrina, ma la differenza è che quello strumento in mano all'operatore è tenuto lontano dalle orecchie dell’anziano per mantenere le dovute distanze.
Come fa a sentire, se è quasi sordo?  E allo stesso modo rispondere?
Dovendo usare la mascherina, che nasconde il movimento delle labbra e il sorriso che si vorrebbe trasmettere ai nostri cari, la cosa sfiora il ridicolo.
Che senso ha portare la mascherina, se l’unico parente che può far visita all’anziano, per soli 15 minuti e una sola volta la settimana, non può mostrare all'anziano amato il proprio volto e sorriso?
Se il parente sta all’esterno della struttura, nel giardino che la circonda, non rischia di certo di contagiare o di essere contagiato dal virus.
Tornando a bomba, che differenza corre tra un carcere e una RSA?
Gli ospiti sono tenuti prigionieri, hanno diritto a un’unica visita settimanale, nelle condizioni appena descritte. Sono privati di un bacio, di una carezza, di una parola affettuosa. Tenuti sotto scorta da persone che non hanno neppure la capacità di usare gli strumenti che sono messi a disposizione.
Ora, se gli ospiti della struttura non sono affetti da Covid19, se sono stati separati da quelli che ancora ne soffrono, perché non permettere l’ingresso ai parenti?
In questo modo, dopo oltre 4 mesi che l’accesso alla struttura è severamente proibito, non è possibile neppure rendersi conto di come vengono trattati i nostri poveri vecchietti, o se manca loro qualcosa, se hanno bisogno di indumenti o di altro. Non c’è modo di interpellare un responsabile dei reparto  per essere informati sulla reale situazione.
Quando l’ingresso era libero e ci si poteva trattenere tutto il tempo che volevamo, era possibile accertarsi che agli anziani non mancasse nulla, e se per distrazione gli addetti si scordavano qualcosa, ci pensavamo noi parenti a risolvere e se anche passavamo per rompiscatole, in effetti davamo una mano agli operatori sanitari.

Mi è lecito pensare e gridare forte che chi di dovere abusa del suo potere, sia esso uomo politico o dirigente di RSA, la quale si è trasformata così in un carcere duro, duro per chi ci vive, e duro per chi sta fuori, impedito da regole ferree ma anche inumane, d’abbracciare i propri cari.
Tutto questo è ingiusto. Mi viene il sospetto che non facciano entrare i parenti nella struttura, perché in questo modo non possono vedere con i propri occhi quanto accade dì dentro, e questo sospetto striscia come una serpe velenosa, che mi avvelena l’anima. Non vado oltre, perché le cose da dire sarebbero davvero tante. Cosa sta succedendo?
Succede che sto per perdere la pazienza!
Danila Oppio


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