POETANDO
sabato, ottobre 31
MONO TONIA di MARIELLA OPPIO
C'ERA UN TEMPO...di MARIELLA OPPIO
UN ATTIMO! di MARIELLA OPPIO
UN ATTIMO!
Uno sguardo lontano
Un capriccio di nubi
Un raggio di sole
Un passero sul ramo
Una foglia che danza
Un soffio di vento
Un sospiro del cuore
Un attimo di vita
... E tutto
Inesorabilmente passa.
Mariella Oppio
FIOCCO DI NEVE - lavoretto natalizio di DANILA OPPIO
Avevo voglia di distrarmi un poco, e ho creato questa pupazza natalizia che ho chiamato FIOCCO DI NEVE. Ho anche preparato un cestino decorato per i prossimi sacchettini di lavanda che andrò a raccogliere proprio qui.
Fiocco di Neve è realizzato con materiale da riciclo. Un paio di calzini bianchi di pura lana vergine, che erroneamente erano finito nel lavaggio del cotone bianco, infeltrendosi. Perfetti per l'effetto che hanno potuto creare.
La base, ovvero la parte inferiore del busto, ha lo scheletro realizzato con un vasetto di plastica per mini cactus, ma andrà benissimo anche un vasetto di yogurt. Io avevo quell'altro a disposizione. Il busto è fatto con una pallina di polistirolo, rivestito da parte del calzino, così come il cappuccio è formato dalla punta dello stesso. Braccia e gambe sono sempre parte dela famigerata coppia di calzini infeltriti.
I capelli sono fatti con un filato di lana fantasia. I dettagli rossi ritagliati da un pezzetto di panno. Le meline bianche (qui non si notano ma sono sbirluscenti!) appartenevano ad una decorazione per pacchi dono. Insomma, con materiale di scarto o quasi, ne è venuta fuori questa cosina tenera tenera. Un lavoro che ha richiesto un po' di tempo, perché cucito a mano. La mia vecchia pistola per colla a caldo non funzionava, così ho optato per altra soluzione. Natale con Covid o senza Covid, non è Natale se non si decorano angoli della casa con oggettini che donano colore e allegria. Ve lo presento in alcune pose diverse e con qualche dettaglio.
Danila
Fiocco di neve è seduto su una fascina di legnetti ricavati da alcuni rami di pruno che il giardiniere aveva potato l'altro ieri. Tutto diventa utile al momento giusto!
NOTA DIPLOMATICA REAL GEOPOLITICS di JAMES HANSEN
Ricevo da Angela Fabbri:
NOTA DIPLOMATICA REAL GEOPOLITICS
30 ottobre 2020 — Occidente — Gerente: James Hansen
Troppi vecchi — Dev’essere una sorta d’inflazione. Ciò che è raro è spesso prezioso, viene valorizzato e protetto mentre il bene troppo comune perde di valore. Ancora a memoria d’uomo, gli anziani—una volta pochi, ma ormai molti—erano stimati e protetti, anche per il loro valore sociale come garanti delle tradizioni e portatori di saggezza. Nelle piccole comunità comandavano loro, non per la potenza fisica ma perché sapevano meglio di tutti come girava il mondo.
Ora la Svizzera, sicuramente un paese civile, ma subissata dal Covid in proporzione marcatamente più grave dell’Italia e della Germania—a fronte poi di risorse mediche almeno potenzialmente insufficienti—ha deciso scientemente di lasciare morire i propri vecchi a favore delle generazioni giovani.
Una direttiva emessa dall’Accademia Svizzera delle Scienze Mediche e dalla Società Svizzera di Medicina Intensiva, dal titolo “Triage dei trattamenti di medicina intensiva in caso di scarsità di risorse”, risponde esplicitamente a una domanda che viene posta in molti ospedali, precisando le tipologie di pazienti destinati a non essere soggetti ad “alcuna rianimazione cardiopolmonare” in caso di scarsità di posti in Terapia Intensiva: “Età superiore a 85 anni o età superiore a 75 anni se accompagnata da almeno uno dei seguenti criteri: cirrosi epatica, insufficienza renale cronica stadio III, insufficienza cardiaca di classe NYHA superiore a 1 e sopravvivenza stimata a meno di 24 mesi”. Pure altre condizioni incurabili, come la “demenza grave”, possono bloccare l’accesso alle cure.
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Ho letto, ed ero già al corrente dei suggerimenti da parte della direttiva emessa dall’Accademia Svizzera delle Scienze Mediche e dalla Società Svizzera di Medicina Intensiva a tale proposito. Non so che dire. A fronte delle situazioni mediche insufficienti...speriamo che non accada mai! Pare crudele, perché il diritto alla vita e alle cure mediche spetta a tutti, soprattutto agli anziani che per più anni dei giovani hanno versato tasse e contributi assistenziali molto più di loro. Ma si sa, quando si è vecchi si viene messi da parte come se valessimo meno di zero. Mi pare un ritorno alla Rupe Tarpea. Un tempo gli anziani erano rispettati come SAGGI. Ma è altrettanto vero che attualmente, vivendo più anni di una volta, i vecchi soffrono di demenza senile, di alzheimer, di altri deficit che non li rendono più i vecchi saggi di un tempo, che magari avevano solo 50 o 60 anni e il loro cervello non aveva ancora subito lesioni o cadute di memoria. Da un punto di vista pratico, pensano sia meglio salvare i giovani. Ma resto dell'idea che TUTTO l genere umano deve poter ottenere le adeguate cure mediche, se poi la natura non aiuta gli anziani a sopravvivere, è altra cosa. Ma la Sanità ha il dovere di curare TUTTI indistintamente.
Danila Oppio
martedì, ottobre 27
Considerazioni su ONEIRIKOS di ANGELA FABBRI e DANILA OPPIO
Scusate se ci ritorno...ma mi è stato detto che il mio breve romanzo ONEIRIKOS è più che mai di grande attualità. Dopo essere stato recensito dalla carissima Prof.ssa RENATA RUSCA ZARGAR, anche la scrittrice ANGELA FABBRI, con questo scambio di opinioni, lo conferma.
Email del 26 e 27 ottobre2020
Renata ha scritto davvero una bellissima recensione e soprattutto ha letto profondamente il tuo libro, Danila.
Angela
Lo so, Renata è straordinaria, una persona piena di attenzioni per gli altri. E visto che ho acquistato e scritto le recensioni ad un paio di suoi libri, le ho inviato copia del mio Oneirikos solo perché lo leggesse, invece mi ha fatto la sorpresa di scrivere la sua bella impressione. Non solo, l'ha anche girata al quotidiano online LIGURIA 2000. E ha capito il senso del libro. Grazie Angela!
Danila
ONEIRIKOS è diventato particolarmente attuale, Danila, con la sua distruzione del Pianeta e addirittura degli esseri umani. Dovresti pubblicizzarlo di + e ri-presentarlo ai giorni nostri.
Angela
Visto che mi sono rimaste parecchie copie, che non sono state acquistate durante la presentazione del 2018, potrei anche pensare ad una ulteriore presentazione, ma con mister Covid non si possono fare riunioni, e chissà quando torneremo ad una vita veramente normale, perché ora ci stiamo illudendo che lo sia, cercando di fare le stesse cose che facevamo ante Covid. Ma non è così e ce ne accorgiamo quando si pensa di fare una presentazione, una premiazione, una riunione familiare, un viaggio in comitiva...cose che noi non faremo comunque per ora, ma 'idea che ci abbiano costretti ad una semilibertà è psicologicamente distruttiva. Noi ce la caviamo perché non abbiamo grandi velleità, ma per altri è un tormento che spesso conduce a forte depressioni: taluni hanno scelto il suicidio.
Lasciamo perdere per ora,magari di Oneirikos potrei pubblicare qualche stralcio...come se fosse un breve racconto...in attesa di poter pubblicizzare in un futuro spero abbastanza vicino, qualche altro scritto.
Ciao a sappi che ti penso sempre...anche e a volte metti in dubbio il mio affetto per te.
Danila
Sempre su ONEIRIKOS
Email del 26 e 27 ottobre 2020
Ho scritto a Renata poco fa e voglio dirlo anche a te: Attraverso la sua recensione ho rivissuto il tuo libro. E' bello e inquietante. Soprattutto adesso.
Angela
Quando ho scritto quel libro nel 2017, lo spauracchio del Covid non era ancora apparso, e neppure gli incendi in Amazzonia e in Australia. Forse non c'erano stati ancora alcuni terremoti e alluvioni, ma la sensazione che il mondo stesse per scoppiare, l'avevo nel profondo. Pare che Albert Einstein avesse detto:
Non ho idea di quali armi serviranno per combattere la terza Guerra Mondiale, ma la quarta sarà combattuta coi bastoni e con le pietre. La citazione, attribuita talvolta anche a Omar Bradley, apparve per la prima volta nel settembre del 1946 in un articolo di Walter Winchell. Questo voleva significare che se l'uomo distrugge la terra con armi nucleari, come è avvenuto ad Hiroshima, non resteranno che bastoni e pietre che utilizzeranno quei pochi sopravvissuti, tornando all'età della pietra. Perché l'uomo non imparerà mai a vivere pacificamente.
Si tratta di un monito, come intendeva esserlo il mio libro. Chi ci assicura che questo Virus non sia la conseguenza di una guerra chimica? Perché penso che oggi, con gli esperimenti che fanno nei laboratori, non sia più necessario usare armi ma che basti diffondere un virus, o un batterio per annullare l'intera umanità. Solo che quei poveri scemi dallo spirito bellico e guerrafondaio non si rendono conto che batteri e virus possono colpire loro stessi! Una volta le guerre avvenivano con i soldati al fronte, ma coloro che pianificavano le battaglie stavano comodi nelle loro fortezze, dirigendo ben distanti dal campo di battaglia.
E' un discorso troppo lungo, ma grazie per aver scritto a Renata. Ciao
Danila
Quei 'poveri scemi' come li chiami tu sono ricchi sfondati. Non so perché, ma c'è un sacco di gente che + ha soldi + è contenta, se non ha tanti ma tanti ma tanti tanti soldi in + di quelli che le servono per vivere, non è contenta! Forse fa parte del progresso perché così architetti s'inventano case strepitose, ingegneri navali barche incredibili! non so neanche pensare a quel che riescono a desiderare.
Sono già tanto fortunata, di alzare le tapparelle e trovarmi intorno un parco pubblico dove gli alberi adesso alti erano piccoli quando ero bambina e ci venivo a giocare uscendo da un'altra casa da dove non li vedevo. E poi la GIOIA di usare le proprie mani per scrivere amate formichine nere e tracciare qualche schizzo su un foglio di carta da recupero... o prendere la cagna e svitare lo sfogo del rubinetto per pulire il filtro e avere un fiotto d'acqua corposo e fluente. Quanti hanno tutti i giorni queste cose che ho io? Le ultime zanzare rimaste che non son nemmeno + capaci di pungere e SI RISTORANO (verbo molto caro a Tommaso Mondelli e adesso anche al governo italiano) succhiando la marmellata rimasta nel piattino? E io le lascio vivere la loro ultima stagione...
Angela
Hai detto tutto! Penso di riprendere questa serie di email e riportarla sul Blog. Se sei d'accordo. Sarebbe utile anche per altro, ma sono convinta che quella tua frase finale renda chiaro il concetto...all’altro si potrà anche metter fine, ma il Covid continua e le teste di cazzo pure! Scusa ma quando ci vuole ci vuole...mi adeguo ai tempi moderni e alle espressioni ormai diventate comuni. La tua riflessione su quella ricerca dell'avere di certi personaggi è una perla davvero. Poveri infelici, colmi di denaro che esce da ogni loro orifizio e mai contenti perché non sanno apprezzare le piccole cose, che talvolta valgono più delle barche d'altro mare e degli sfarzosi palazzi. Polvere sono e polvere diverranno, come tutti, e quelle loro cose preziose le lasciano qui mentre loro spariscono nel nulla. In che senso lo dico? Perché hanno incamerato tanto, ma al mondo non hanno saputo dare nulla. E per questo non saranno ricordati se non per la loro nullità umana. Ciao
Danila
domenica, ottobre 25
ONEIRIKOS, romanzo di DANILA OPPIO recensito da RENATA RUSCA ZARGAR
Danila Oppio, Largo libro editore, 2017, pagg. 126, euro 12,00
Da tempo, sulla Terra, scarseggiava l’acqua: i ghiacciai si scioglievano e la loro riserva dolce si perdeva negli Oceani, mentre i fiumi e i laghi si erano prosciugati. Infine, una terribile guerra, nella quale erano state usate armi nucleari e chimiche, aveva trasformato il Pianeta in un globo di cenere.
Nello spazio temporale eterno, però, persistevano Adam ed Eve, due entità non corporee, rimaste, forse, a guardia del povero Pianeta martoriato dagli uomini.
Eve, nella quale si manifesta l’autrice, e Adam dialogano tra di loro in forma telepatica, in una straordinaria empatia e comprensione reciproca che rivela un’amicizia mai conclusa, neppure con la fine del percorso terreno.
Essi ricordano la vita sulla Terra quando discorrevano per mail, dacché vivevano in due città diverse, quando già la società umana era in decadenza e l’apparire era considerato più importante dell’essere. Svelano il bilancio della propria esistenza ma anche dell’umanità in generale. Ripercorrono il Pensiero di autori importanti, si soffermano su soggetti di varia natura, tra cui anche la Poesia e la scrittura in generale.
Il testo raccoglie, così, riflessioni sulla Libertà, l’Amore, il Bene, il Male, la Storia, la Morte, ma anche aneddoti piacevoli e profondi come quello dei tre setacci di Socrate.
Forse, poi, le entità si incontreranno e, probabilmente, tra qualche milione di anni, da una pozzanghera e dei fili d’erba, lentamente, tornerà la vita sulla Terra.
O, ancora, la protagonista si risveglierà da un sogno molto particolare.
Un volumetto, dunque, ricco di spunti di meditazione, magari per migliorare noi stessi e la società fino a che siamo ancora in tempo; una raccolta da tenere sempre sul comodino e da centellinare un poco ogni sera, così che il sonno faccia seguitare nella nostra mente un percorso di crescita morale e di pace, affinché il giorno seguente sia più limpido.
Nella quarta di copertina, infine, l’autrice dichiara: “Frutto di pura fantasia, perciò ogni riferimento a fatti e persone è del tutto casuale, tranne ciò che non lo è.”
Eve - Danila non ci poteva lanciare una sfida più intrigante: comprendere dove si trovi davvero la soglia tra realtà e fantasia.
Renata Rusca Zargar
Entrambi gli articoli li trovate direttamente ai seguenti link:
su LIGURIA 200O:
Su SENZAFINE di RENATA RUSCA ZARGAR:
sabato, ottobre 24
UN BATTITO D'ALI A PECHINO di ANGELA FABBRI
Un Battito d'Ali a Pechino
Com'era quella Teoria? Un battito d'ali a Pechino rimbalza di conseguenza in tutto il mondo?
A parte che qui si è trattato solo delle povere ali di un pipistrello morto, sbattute su un bancone del Grande Mercato di Wuhan...
Penso che il concetto sia stato messo in pratica.
Ma al negativo. Quella Teoria parlava di sviluppo economico globale, di colloquio fra i tanti Mondi che coesistono sulla faccia della Terra, parlava di comunicazione, di cooperazione. Era pura UTOPIA.
Finché possono, gli esseri umani si tengono ben stretto lo STATUS QUO. Solo quando non ne possono proprio + fanno le RIVOLUZIONI.
Ecco, adesso siam tutti qui seduti da qualche parte, magari qualcuno è già a letto, ma chi è qui seduto da qualche parte ha incominciato a pensare che qualcuno HA ABUSATO della sua FIDUCIA. Della PAZIENZA costruita ogni giorno per far bene e non procurare male, per permettere a una SOCIETÀ non solo di sopravvivere, ma di ANDARE AVANTI.
Ma che GRANDE ESPERIMENTO POLITICO è stato questo COVID!
Ha detto a me che i GOVERNI devono essere FATTI da PERSONE che FANNO e NON da persone che PARLANO PARLANO PARLANO.
La POLITICA in ITALIA è diventata solo FATTA di PAROLE.
Come voi ho vissuto, da MAGGIO a SETTEMBRE, pensando che chi aveva in carico i doveri di amministrare questo Paese lo stesse facendo.
Fossero Governatori di Regione o dello Stato o del Sistema Sanitario Nazionale.
Non so cosa capita a voi, che state lì seduti a pensare in questo momento, ma io di PAROLE sono STANCA.
Angela Fabbri – 24 ottobre 2020
Leggendo le poesie di CARLA MAFFINI - impressioni di Danila Oppio
giovedì, ottobre 22
FELICITÀ di MARIELLA OPPIO
dipinto dell'autrice
FELICITÀ
Felicità
Un campo di grano
Profumo di pane.
Felicità
E rosse corolle
Che sanno d'amore.
Felicità.
Vezzose nubi
Che danzano in cielo.
Felicità!
Evviva l'estate
Con Eolo che gioca.
Mariella Oppio
3 agosto 2020
lunedì, ottobre 19
ADDIO DELLA VOCE BIANCA di COUCOU SÉLAVY
Antologia UOMO LIBERO AMERAI SEMPRE IL MARE - poesia PAROLE INASCOLTATE di DANILA OPPIO
domenica, ottobre 18
Conta dei giochi, filastrocche e scioglilingua proposte da Danila
La filastrocca Apelle col pollo di Angela Fabbri, mi ha provocato un rigurgito d'infanzia così ho frugato nella mia memoria quel che sapevo da bambina: conta dei giochi e altre filastrocche e scioglilingua.
Ve le ripropongo poiché penso che qualcuna la conosciate anche voi.
- A che serve una serva che non serve? Manda la serva che non serve da chi si servirà di una serva che non serve e serviti di una serva che serve.
- A quest’ora il questore in questura non c’è!
- Trentatré trentini entrarono in Trento, tutti e trentatré t trotterellando.
- Tre tigri contro tre tigri, fanno sei tigri.
- Sopra la panca la capra campa, sotto la panca la capra crepa.
- Sereno è seren sarà; se non sarà seren si rasserenerà.
- Sopra quattro rossi sassi quattro grossi gatti rossi.
- Caro conte chi ti canta tanto canta che t’incanta.
- Una rana nera e rara sulla rena errò una sera.
- Ti ci stizzisci? E stizziscitici pure!
- Stanno stretti sotto i letti sette spettri a denti stretti.
- Nove navi nuove navigavano.
- Dietro il palazzo c’è un povero cane pazzo, date un pezzo di pane al povero pazzo cane.
- Sul tagliere gli agli taglia, non tagliare la tovaglia. La tovaglia non è aglio se la tagli fai uno sbaglio.
- Se l’arcivescovo di Costantinopoli si disarcivescoviscostantinopolizzasse, vi disarcivescoviscostantinopolizzereste voi come si è disarcivescoviscostantinopolizzato l’Arcivescovo di Costantinopoli?
- Sa chi sa se sa chi sa, che se sa non sa se sa, sol chi sa che nulla sa, ne sa più di chi ne sa.
- Dietro a quel palazzo c’è un povero cane pazzo. Date un pezzo di pane a quel povero pazzo cane.
- Chi seme di senapa secca semina sempre seme di senapa secca raccoglie.
- Andavo a Lione cogliendo cotone, tornavo correndo cotone cogliendo.
- Nel pozzo di San Patrizio c’è una pazza che lava una pezza. Arriva un pazzo, con un pezzo di pizza e chiede alla pazza se ne vuole un pezzo. La pazza rifiuta. Allora il pazzo prende la pazza, la pezza e la pizza e li butta nel pozzo di San Patrizio, protettore dei pazzi.
- Una rara rana nera sulla rena errò una sera, una rara rana bianca sulla rena errò un po’ stanca.
- Una puzzola puzzona spazza un pezzo di pazza pezza che puzza in un pozzo che spazzola una pozza spazzata.
- Ho in tasca l’esca ed esco per la pesca, ma il pesce non s’adesca, c’è l’acqua troppo fresca.
- A che serve che la serva si conservi la conserva se la serva quando serve non si serve di conserva?
- Il salume salame è un salato salume che nuoce al salame cui piace.
- Tremotino ha perso il proprio giubbottino. Traballando, lo riporta un contadino che vuol dargli un contentino.
- Tremotino nel suo trogolo tramuta paglia in oro.
- Il lupo vede un pupo e in un baleno si fa cupo.
- Dalla doccia una chiocciola sgocciola come una gocciola. zuppa e una zappa rovesciano la zuppa su di una zecca.
- Sua figlia è una foglia, ma chi se la piglia!
- Mirto e Miriana son gemelli che mangian mirtilli.
- L’aglio con l’olio li voglio, li voglio!
- Tu cogli germogli tra gli scogli? Non credo, m’imbrogli.
- Un fagiano fa il baggiano col tacchino birichino che si atteggia a piccioncino.
- Lascia la lumaca Luca.
- Lascia l’ascia e la liscia.
- Ti mostro un mostro col rostro d’inchiostro.