POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

domenica, ottobre 18

Conta dei giochi, filastrocche e scioglilingua proposte da Danila

 La filastrocca Apelle col pollo di Angela Fabbri, mi ha provocato un rigurgito d'infanzia così ho frugato nella mia memoria quel che sapevo da bambina: conta dei giochi e altre filastrocche e scioglilingua.

Ve le ripropongo poiché penso che qualcuna la conosciate anche voi.


La conta:

Sotto il ponte di Baracca
c’è Pierin che fa la cacca.
La fa dura, dura, dura,
il dottore la misura.
La misura trentatrè
uno, due, tre.

Ambarabà Ciccì Coccò
tre civette sul comò
che facevano l’amore
con la figlia del dottore.
Il dottore si ammalò
Ambarabà Ciccì Coccò

Auliulè
che t’amusè
che t’approfitta
lusinghè
tuli lem blem blem
tuli lem blem blem.

Sotto la cappa del camino
c'era un vecchio contadino
che suonava la chitarra
uno due tre sbarra.

Uccellin che vien dal mare 
quante penne puoi portare 
puoi portarne ventitrè 
uno due tre.

Cavallino arrò, arrò,
prendi la biada che ti do,
prendi i ferri che ti metto
per andare a San Francesco.
A San Francesco c'è una via
che ti porta a casa mia.
a casa mia c'è un altare
con tre monache a pregare
una dell'altre è più belletta
è Santa Barbara benedetta.

Sotto il ponte ci sono tre bombe
passa il lupo e non le rompe
passa il re e ne rompe tre
passa la regina e ne rompe una dozzina
passa il reggimento e ne rompe cinquecento

Encio bilencio
le scarpe di cencio
le calze di lana
vattene fuori
la mamma ti chiama

Rinoceronte che passa sul ponte
che sta sull'attenti,
che fa i complimenti,
che dice buongiorno
girandosi attorno.
Gira e rigira, la testa mi gira,
non ne posso più
e puff cade giù:
a star fuori sei proprio tu!

Sotto la pergola nasce l'uva,
prima acerba, poi matura.
Zeffirin, zeffirà,
a chi tocca toccherà.
Toccherà al figlio del re,
il figlio del re va al mulino
col cane vicino.
Il cane bau-bau,
la gatta miao-miao,
il pulcino pio-pio:
ti saluto caro mio.

Cade la stella in mezzo al mare
mamma mia mi sento male
mi sento male in agonia
prendo la barca e fuggo via
fuggo via di là dal mare
dove sono i marinai
che lavoran tutto il dì
a bi ci di!

Sei per otto quarantotto
vai in cucina fai il risotto
fallo come lo vuoi tu
un due tre
stai fuori tu

Un due tre
La pepina la fa'l café
la fa'l café co la cioccolata
la Pepina l'è mezza matta!

Pin pin
cavallin
sott ai gamb del taulin
pan poss
pan secc
indovina chi l'è quest!

Coccodè
la mamma non c'è
è andata in cucina
a fare il caffè
tutto per me
niente per te
uno due e tre

An ghin gò
tre galline e tre cappò
dove andavano non so
forse andavano al mercato
a comprare il pan pepato
forse andavano nell'orto
a beccare un porro storto
forse andavano in città
a studiar che cento bugie
non fan mai una verità

Farfallina bella bianca
vola, vola mai si stanca,
vola, vola sempre in su,
farfallina non c’è più
e resti fuori sempre tu.

Din don campanon
Le campane di san Simon
Che suonavan tanto forte
Da buttare giù le porte,
E buttavan giù il porton
Bim bum bom!

FILASTROCCHE

Capra capretta,
che bruchi tra l’erbetta,
vuoi una manciatina
di sale da cucina?
Il sale é salato,
il bimbo é nel prato,
la mamma é alla fonte,
il sole é sul monte,
sul monte é l’erbetta,
capra capretta!

– Manina bella
fatta pennella
dove sei stata?
– Dalla nonnina.
– Cosa ti ha dato?
– Pane e latte.
– gate gate gate!
 (il solletico in Veneto si chiama così)

C’era una volta una donnina
piccina piccina picciò;
aveva una gallina
piccina piccina picciò;
gli fece un ovino
piccino piccino picciò;
lo mise a cuocere in un tegamino
piccino piccino picciò;
venne il moscone e glielo mangiò.
Allora la donnina
piccina piccina picciò;
prese la gallina
piccina piccina picciò;
e andò a casa del sor Podestà.
Che avete quella donnina?
Sor Podestà dia la ragione a chi l’ha!
Avevo una gallina
piccina piccina picciò;
mi fece un ovino
piccino piccino picciò;
lo misi a cuocere in un tegamino
piccino piccino picciò;
venne il moscone e me lo mangiò.

Lunedì andò da Martedì
per vedere se Mercoledì
avesse saputo da Giovedì
se fosse vero che Venerdì
avesse detto a Sabato
che Domenica era festa.

Su questa bella piazza
passò una lepre pazza;
il pollice la vide,
l’indice la prese,
il medio l’ammazzò,
l’anulare la cucinò.
E al mignolino,
andato per vino
non gliene lasciarono
neppure un pezzettino!
 

La donnina che semina il grano
volta la carta e si vede il villano.
Il villano che zappa la terra
volta la carta e si vede la guerra.
La guerra con tanti soldati
volta la carta e si vede i malati.
I malati con tanto dolore
volta la carta e si vede il dottore.
Il dottore che fa la ricetta
volta la carta e si vede Concetta.
La Concetta che fa i brigidini
volta la carta e ci sono i bambini.
I bambini che van per i campi
volta la carta e si vedono i lampi.
I lampi che fanno spavento
volta la carta e si vede il convento.
Il convento coi frati in preghiera
volta la carta e si vede la fiera.
La fiera con burle e con lazzi,
volta la carta e si vedono i pazzi.
I pazzi che cantano a letto
volta la carta e si vede lo spettro.
Uno spettro che appare e va via
volta la carta e si vede Lucia.
Lucia che fa un vestitino
volta la carta e si vede Arlecchino.
Arlecchino che fa gli sgambetti
volta la carta e ci sono i galletti.
I galletti che cantano forte
volta la carta e si vede la Morte.
La Morte che falcia la gente
volta la carta e non si vede più niente.

 
Zuca pelada an fà i turtei
I ghen dan minga ai sò fradei
I so fradei fan la fridada
i ghen dan minga a zuca pelada

Sciolglilingua

In un pozzo poco cupo si specchiò una volta un lupo, che nel poco cupo pozzo andò a battere di cozzo con un cupo tonfo fioco da smaltire a poco a poco e credette di azzannare un feroce suo compare, ma rimase brutto e cupo il feroce sciocco lupo.
  • A che serve una serva che non serve? Manda la serva che non serve da chi si servirà di una serva che non serve e serviti di una serva che serve.
  •  A quest’ora il questore in questura non c’è!
  • Trentatré trentini entrarono in Trento, tutti e trentatré t  trotterellando.
  • Tre tigri contro tre tigri, fanno sei tigri.
  • Sopra la panca la capra campa, sotto la panca la capra crepa.
  • Sereno è seren sarà; se non sarà seren si rasserenerà.
  • Sopra quattro rossi sassi quattro grossi gatti rossi.
  • Caro conte chi ti canta tanto canta che t’incanta.
  • Una rana nera e rara sulla rena errò una sera.
  • Ti ci stizzisci? E stizziscitici pure!
  • Stanno stretti sotto i letti sette spettri a denti stretti.
  • Nove navi nuove navigavano.
  • Dietro il palazzo c’è un povero cane pazzo, date un pezzo di pane al povero pazzo cane.
  • Sul tagliere gli agli taglia, non tagliare la tovaglia. La tovaglia non è aglio se la tagli fai uno sbaglio.
  • Se l’arcivescovo di Costantinopoli si disarcivescoviscostantinopolizzasse, vi disarcivescoviscostantinopolizzereste voi come si è disarcivescoviscostantinopolizzato l’Arcivescovo di Costantinopoli?
  • Sa chi sa se sa chi sa, che se sa non sa se sa, sol chi sa che nulla sa, ne sa più di chi ne sa.
  • Dietro a quel palazzo c’è un povero cane pazzo. Date un pezzo di pane a quel povero pazzo cane.
  • Chi seme di senapa secca semina sempre seme di senapa secca raccoglie.
  • Andavo a Lione cogliendo cotone, tornavo correndo cotone cogliendo.
  • Nel pozzo di San Patrizio c’è una pazza che lava una pezza. Arriva un pazzo, con un pezzo di pizza e chiede alla pazza se ne vuole un pezzo. La pazza rifiuta. Allora il pazzo prende la pazza, la pezza e la pizza e li butta nel pozzo di San Patrizio, protettore dei pazzi.
  • Una rara rana nera sulla rena errò una sera, una rara rana bianca sulla rena errò un po’ stanca.
  • Una puzzola puzzona spazza un pezzo di pazza pezza che puzza in un pozzo che spazzola una pozza spazzata.
  • Ho in tasca l’esca ed esco per la pesca, ma il pesce non s’adesca, c’è l’acqua troppo fresca.
  • A che serve che la serva si conservi la conserva se la serva quando serve non si serve di conserva?
  • Il salume salame è un salato salume che nuoce al salame cui piace.
  • Tremotino ha perso il proprio giubbottino. Traballando, lo riporta un contadino che vuol dargli un contentino.
  • Tremotino nel suo trogolo tramuta paglia in oro.
  • Il lupo vede un pupo e in un baleno si fa cupo.
  • Dalla doccia una chiocciola sgocciola come una gocciola. zuppa e una zappa rovesciano la zuppa su di una zecca.
  • Sua figlia è una foglia, ma chi se la piglia!
  • Mirto e Miriana son gemelli che mangian mirtilli.
  • L’aglio con l’olio li voglio, li voglio!
  • Tu cogli germogli tra gli scogli? Non credo, m’imbrogli.
  • Un fagiano fa il baggiano col tacchino birichino che si atteggia a piccioncino.
  • Lascia la lumaca Luca.
  • Lascia l’ascia e la liscia.
  • Ti mostro un mostro col rostro d’inchiostro.

2 commenti:

  1. Ne ho letto qualcuna, delle ultime frasi (le ha scritte un bambino nella fase così detta 'anale'?)
    Me ne è venuta in mente una, vecchia e casalinga:
    LASCIA L'ASCIA e ACCETTA l'ACCETTA.
    Angela

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  2. Non so a quale frase ti riferisca..quella de "sotto il ponte di Malacca?" altre che riportino ad un bambino in fase anale non le vedo.
    Bene,la tua mi mancava
    Grazie
    Danila

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