LETTERA AL CORRIERE DELLA SERA
Come sputare in faccia alla gente in tempo di Covid e le sue deleterie conseguenze
Ieri, nel sfogliare la rivista IO DONNA allegata al Corriere della Sera, sono rimasta a dir poco basita o, se vogliamo scrivere raffinato, esterrefatta da quanto ho visto.
Posso comprendere se si trattasse di un settimanale indirizzato all’élite femminile che può permettersi di acquistare oggetti costosissimi, ma qui trattiamo di una rivista che raggiunge ogni donna italiana, di qualsiasi ceto sociale.
Se Danda Santini, direttrice editoriale e le redattrici di moda si soffermassero sulla situazione che si è creata in questo periodo di Covid, farebbero bene.
Ci sono tanti italiani che hanno perso il lavoro o se anche lo conservassero ancora per loro fortuna, non possono in ogni caso permettersi certi lussi.
Se una ragazzina guarda quel che avete pubblicato e s’ingolosisce, rompe le scatole ai genitori per avere assolutamente quel capo o quell’accessorio a costo di farli indebitare, oppure si concede a un vecchio bavoso che profuma di soldi, per ottenere quel che desidera.
Qualche esempio: una tracolla di Tod’s costa la “modica” cifra di 1.500 euro.
Ci sono persone che NON percepiscono uno stipendio mensile che corrisponda a quella cifra. E ce ne sono davvero più di quanto non possiate pensare.
Continuo e giro altra pagina. Una borsetta mignon di Fendi costa “solo” 3.000 euro, una vera sciocchezzuola!
Un paio di stivaletti di Salvatore Ferragamo li puoi acquistare al “modico” prezzo 850 euro …e via discorrendo.
A discolpa ci sono anche accessori meno cari, ma comunque non a portata di tutte le borse.
Continuo a sfogliare le pagine…e arrivo ai “gioiellini”, roba da poco, s’intende ironicamente: bracciale in oro rosa con brillanti Tiffany & Co. indica il prezzo di 10.200 euro. La pensione annuale di un anziano. E altri lo eguagliano.
Non vado oltre. Sono consapevole che il Corriere usa il suo allegato per pubblicizzare la produzione delle case di moda o dei gioiellieri. Mi pare solo poco indicato farlo su una rivista che raggiunge un vasto pubblico femminile.
Volete far pesare - a chi non potrà mai avere questi oggetti di lusso - la povertà della propria esistenza?
Volete istigare al furto, alla prostituzione, insomma a delinquere, presentando prodotti che la maggior parte delle donne non potrà mai permettersi? E che genere di pubblicità sarebbe, se solo una su mille o su centomila avrà accesso a tali articoli?
Se vostro intendimento è di raggiungere una più vasta fascia di lettrici vi assicuro che avete preso un abbaglio gigantesco. Le lettrici della fascia media italiana penseranno che la vostra rivista non è adatta a loro e non acquisteranno più neppure il vostro giornale.
Vi suggerisco di tornare a più miti consigli. Di cercare, se vi riesce, di pubblicizzare articoli per tutte le tasche, magari anche alcuni di questi che ho appena citato, ma accompagnati da altri più indicati al tenore di vita di gran parte della popolazione media nazionale.
Se volete attirare la simpatia delle lettrici, non sarebbe sbagliato darmi ascolto.
Danila Oppio
Non ho preteso di scrivere addirittura al Consiglio dei Ministri come ha fatto Angela,ma nel mio piccolo,ho scritto al Corriere della sera e al suo direttore, per richiamare all'ordine il genere di contenuto dell'allegato al Corriere stesso.Un evidente spregio alla maggior parte delle donne italiane. Ne avrete capito il senso.
RispondiEliminaDanila
Angela, chiamata in causa, risponde intanto che percepisce una pensione mensile bene ben lontana da quei fantasmagorici 1.500 euro e poi che, già che mi ci metto, preferisco girare i discorsi che faccio ai diretti interessati. In questo caso era il Consiglio dei Ministri...
EliminaGiusto, tu hai girato i tuoi discorsi direttamente ai membri del Governo, io mi sono limitata a scrivere ai redattori e direttore dell'allegato al Corriere della Sera. Perché in questo particolare caso, mi sono indignata nel vedere quali prodotti pubblicizzano, assolutamente in contrasto col tenore di vita di tanti italiani. Pensa che in Svizzera hanno deciso che lo stipendio minimo mensile deve essere di almeno 3.500 euro, perché con meno non si campa. E da noi?
RispondiEliminaDanila
Non lo so. Con la mia pensione ci campo. Cerco di gestire il poco che ho. Se i Governi che si succedono in Italia riuscissero (o potessero?) fare lo stesso, alla lunga il nostro Paese si rimetterebbe in sesto.
EliminaAngela
Pura utopia mia cara. Un tempo a scuola c'erano lezioni di Economia Domestica, ora è finita nel dimenticatoio. Ti racconto un aneddoto proprio relativo al vecchio proprietario del Corriere della Sera. La sua stiratrice gli aveva fatto notare che era ora di buttare le vecchie camicie e di acquistarne delle nuove, perché avevano i polsini sbrindellati. La risposta di Mario Crespi Junior è stata questa:
RispondiElimina"Perché mai dovrei buttarle, Certo se le indossasse una persona qualsiasi, passerebbe per straccione, ma trattandosi di me, penseranno che sto lanciando una nuova moda!" Ed è forse per questa sua parsimonia che si è arricchito! Resta il fatto che il reddito medio italiano è piuttosto basso. La Svizzera ha deciso che il reddito minimo deve essere nel suo Paese almeno di 3.500 euro, altrimenti non si campa. E' anche vero che i costi in quella Nazione sono molto alti, soprattutto negli affitti, ma molta gente in Italia vive campando, con enormi sacrifici, poiché il proprio reddito talvolta non permette di arrivare a fine mese. Una Nazione che si rispetti dovrebbe pensare ad alzare il tenore di vita, potandolo almeno ad una degna esistenza.
Finchè esisterà il MAGNA MAGNA che finchè non abbiamo finito di MANGIARE MANGIAMO e gli OSSI li buttiamo ai NOSTRI cani e non a voi...
EliminaGuarda, non c'è neanche bisogno della Mafia, bastano loro, i MAGNA MAGNA MAGNA. Che l'appetito vien mangiando.
A proposito di Insula Utopia... Ci campo davvero con quella piccola pensione. E qualche volta mi avanza anche qualcosa per i tempi bui... di chiunque
Angela