Danila Oppio, Smemoria
È un piacere leggere l'opera scritta da
Danila. Lei, come autrice, senza rendersene conto, con il suo stile, crea le
favorevoli condizioni per farti partecipare ad un gioco teatrale. Gioco, nel
quale i personaggi principali e non solo, compaiono e spariscono, non solo
perché i giochi di scena li obbligano, ma anche perché è lo stesso lettore che,
partecipando emotivamente alle parole che trova scritte, si lascia trasportare
da quell'energia che le stesse parole rivelano.
La capacità, che dimostra la scrittrice,
di donarsi a poco a poco ai lettori e di sviluppare la trama del suo racconto
in maniera così delicata, induce, a chi la legge, ad entrare completamente nei
protagonisti in maniera totalmente silente e senza che lo stesso lettore ne sia
cosciente.
Durante la lettura accade qualcosa di
simpatico. Il lettore, mentre inizia a leggere cercando di comprendere i personaggi e gli eventi che li
hanno condotti a vivere il dramma, di cui solo alla fine viene svelato, si
trova a leggere da una lettera all'altra, brani di prosa e di poesia con
contenuti così accattivanti che gli fanno dimenticare il dramma che i
personaggi stanno vivendo. La sensazione che si percepisce è che lo stesso
lettore diventa uno smemorato, giacché negli intervalli descrittivi del mondo
interno dei protagonisti, la scrittrice riesce a cogliere tutte le diverse
sfumature del loro animo, descrivendoli con una sensibilità ed una leggerezza
tale che ti senti avvolto da ogni parola.
Nelly Irene Zita Garcia
E la Nelly Irene ha perfettamente ragione nel suo pensiero, Danila è Memoria nella Smemoria e, forse, non sbaglia nemmeno una virgola, tanto è vera, nella surrealtà descrittiva
RispondiEliminaLode a lei che ne è stata capace
Gavino
Grazie Gavino, un tuo elogio mi è di grande consolazione. Irene è uno dei personaggi del mio romanzo, ha un ruolo di tutto rispetto, tra le pagine del libro, ma soprattutto nella mia vita e nel mio cuore. Una grande amica, direi anzi, una cara sorellina!
RispondiEliminaDanila