NIZAR ALI BADR
Talented sculptor Nizar Ali Badr expresses his thoughts through the ordinary media which can be found just under feet – pebbles. It is naturally for the artist living in a port city of Syria – Latakia to work with rocks and stones. Taking into consideration the difficult situation that has developed in his country – war, refugee movements, loss of loved ones – all this could not but affect the work of the Syrian sculptor. He recreates the events taking place in the country through pebbles – here, in the ancient city of Latakia he transmits the pain of the people who have to die, to suffer, to leave the country, but also there is a hope for the revival of the country, the return of human values – love, home, family. Unfortunately, I couldn’t find any biographical information about the artist.
Le sculpteur syrien Nizar Ali Badr est un homme discret. Les mots ne sont pas son truc. Lui c’est les pierres.
Je ne sais rien de lui, ni d’où il vient exactement, ni où il est juste maintenant. Je trouve sa trace sur deux, trois sites turcs. Emus par ses compositions sur les réfugiés syriens, ils présentent Nizar Ali comme « migrant ».
Sur son Facebook je vois qu’il habite à Lattaquié en Syrie. Y est-il encore ? Sinon, où il a atterri ? J’aurais voulu tellement en savoir plus. Je ne parle pas l’arabe. J’essaye alors désespérément de déchiffrer ses rares mots en traduisant avec des outils médiocres. Malgré l’approximation des traductions, je ressens la sagesse, la simplicité, une immense amour pour l’humanité, et l’espoir. Ces mots rejoignent totalement la poésie qui découle de singulières pierres, touchées par les mains d’artiste.
Je finis enfin par trouver quelques photos de lui, fondues au milieu d’une inimaginable collection de compositions de galets et de pierres sculptées.
Nizar Ali, raconte la vie.
Nizar Ali raconte la vie avec des pierres.
Je suis sûre que vous avez quelques cailloux chez vous. Nous en avons toutes et tous. Quelques unes de ces pierres que nous avons ramassées à toutes les époques de notre vie, souvent sans savoir pourquoi. Celles qui ont rempli nos paumes d’enfant, celles qui ont titillé nos yeux d’adulte, celles que nous avons oubliées au fond d’une poche au retour à la maison. Et celle que nous voulons absolument garder, qui est posée sur un meuble. Notre préférée.
Mais pourquoi donc ramasse-t-on des pierres ? Pourquoi on ne peut pas s’empêcher ? On la voit, sur le sol, sur le sable, parmi d’autres. On la voit, elle. C’est un réel rencontre. Quelque chose en elle nous parle. Sa forme, sa couleur, ses dessins, sa texture, la façon dont elle brille ou non d’ailleurs. On tend la main et on la prend. Le toucher… Comme dans une histoire d’amour. Ce n’est pas pour rien que les manchots offrent des galets à leur partenaire avant de s’accoupler.
Nos pierres collectées nous racontent des histoires intimes que seuls nous connaissons et parfois sans pouvoir les exprimer avec des mots.
Celles de Nizar Ali, racontent la Vie.
Tout ce qui fait partie de la Vie est là… Les gens, l’amour, les enfants, la joie… La tristesse, le malheur, la guerre, la mort, et l’exil aussi…
Je vous invite à survoler cette collection que je configure soigneusement en mode « aléatoire », pour mêler le bonheur au chagrin, autant que la Vie le fait.
Per chi non conosce l'inglese né il francese, scrivo una brevissima traduzione, perché mi spiace cambiare anche solo una virgola, del testo nelle due lingue.
Di Nizar Ali Badr, un artista e scultore siriano, nativo di Latakia, non sappiamo niente. Non esiste una sua biografia, non sappiamo neppure se viva ancora nel suo paese natio, o se sia fuggito anche lui, forse in Turchia, forse altrove. Ma lui continua a praticare la sua arte.
Vi sono stata una manciata di anni fa, a Latakia, ed era un bellissimo posto turistico affacciato sul mar Mediterraneo, quasi al confine con la Turchia. Da un po' di tempo in qua, quel luogo è la speranza dei fuggitivi siriani, che cercano di imbarcarsi verso la Turchia, la Grecia o l'Italia,
Tornando a Nizar, egli non usa parole per esprimere il suo pensiero, ma con i sassi, racconta la Vita. La vita quando era tranquilla e felice, e quella dei rifugiati, che fuggono agli efferati assassini perpetrati in Siria. Che si tratti di bombe lanciate da aerei francesi, o di sparatorie e decapitazioni a mano degli jiadhisti, delle guerre intestine dei soldati di Bashar al Assad contro il popolo che si ribella al clima dittatoriale, non importa, quel che conta che la Siria era una Nazione pacifica, che conviveva in pace con cristiani, ebrei e musulmani, ed ora è sconvolta.
Nizar forse non può più scolpire le sue opere e allora si accontenta di raccogliere i sassi levigati dal mare, per farne dei quadri che esprimono più delle parole.
Un'idea da considerare: quante volte abbiamo raccolto sulla spiaggia, dei sassolini colorati, dalle forme particolari? Sarebbe una bella idea realizzare qualcosa di simile, magari facendolo fare ai piccoli di casa o a scuola. Un modo di fare arte semplice, ma di effetto.
Le pietre di Nizar raccontano la Vita, possiamo raccontarla anche noi, a modo nostro.
Danila Oppio
Nel prossimo post, una galleria di opere dello scultore. Ve ne sono moltissime sul suo sito Facebook che potrete visitare, cliccando sulla scritta blu in questo articolo.
Per chi non conosce l'inglese né il francese, scrivo una brevissima traduzione, perché mi spiace cambiare anche solo una virgola, del testo nelle due lingue.
Di Nizar Ali Badr, un artista e scultore siriano, nativo di Latakia, non sappiamo niente. Non esiste una sua biografia, non sappiamo neppure se viva ancora nel suo paese natio, o se sia fuggito anche lui, forse in Turchia, forse altrove. Ma lui continua a praticare la sua arte.
Vi sono stata una manciata di anni fa, a Latakia, ed era un bellissimo posto turistico affacciato sul mar Mediterraneo, quasi al confine con la Turchia. Da un po' di tempo in qua, quel luogo è la speranza dei fuggitivi siriani, che cercano di imbarcarsi verso la Turchia, la Grecia o l'Italia,
Tornando a Nizar, egli non usa parole per esprimere il suo pensiero, ma con i sassi, racconta la Vita. La vita quando era tranquilla e felice, e quella dei rifugiati, che fuggono agli efferati assassini perpetrati in Siria. Che si tratti di bombe lanciate da aerei francesi, o di sparatorie e decapitazioni a mano degli jiadhisti, delle guerre intestine dei soldati di Bashar al Assad contro il popolo che si ribella al clima dittatoriale, non importa, quel che conta che la Siria era una Nazione pacifica, che conviveva in pace con cristiani, ebrei e musulmani, ed ora è sconvolta.
Nizar forse non può più scolpire le sue opere e allora si accontenta di raccogliere i sassi levigati dal mare, per farne dei quadri che esprimono più delle parole.
Un'idea da considerare: quante volte abbiamo raccolto sulla spiaggia, dei sassolini colorati, dalle forme particolari? Sarebbe una bella idea realizzare qualcosa di simile, magari facendolo fare ai piccoli di casa o a scuola. Un modo di fare arte semplice, ma di effetto.
Le pietre di Nizar raccontano la Vita, possiamo raccontarla anche noi, a modo nostro.
Danila Oppio
Nel prossimo post, una galleria di opere dello scultore. Ve ne sono moltissime sul suo sito Facebook che potrete visitare, cliccando sulla scritta blu in questo articolo.
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