NON ERO UN POETA, ERO UN UOMO
dalla località Sforzesca, vicino Vigevano, 22 marzo1849
Rachele,
nessuna parola di rimprovero il mio cuore innamorato (sì
innamorato, nonostante) può muoverti.
Di chi è la ragione? Di chi il torto?
Rachele cara, io non avrò il tempo di scoprirlo.
Lascio a te questa cura, se il tuo cuore vorrà pure
caricarsela.
Piango: oh, non con gli occhi, col cuore.
Piango per me e per te: il nostro amore.
L’odi? Suona la rima, ma tu l’odi.
Andiamo a Novara, Rachele. Sono le 3 di questa mattina.
Stiamo per ripartire.
Domani scorrerà altro sangue, il sangue dei soldati
gettati alla morte. E ci sarò anch’io. Gli uomini, tu l’hai creduto giusto,
devono comportarsi in tal modo.
Vorrei, oh lo vorrei che tu mi amassi, cara… vorrei che
la speranza non fosse ancora morta qui nella mia mente prima che nel cuore, ma…
Io ero un uomo, Rachele, e tu non l’hai capito.
N.d.T. Pierfederici
Massimo di Simone, Alessandria 23/08/1829, 23/03/1849 Novara,
11°
Fanteria, Brigata Casale.
Soldati della Battaglia di Novara |
La storia in breve è questa:
Siamo
nel pieno della Prima guerra d'indipendenza Italiana.
Il 9 agosto 1848 era stato concluso il cosiddetto armistizio di Salasco che metteva fine temporaneamente alle
ostilità tra il Regno di Sardegna e l'Impero d'Austria culminate con la vittoria austriaca
nella battaglia di
Custoza.
L'armistizio venne denunciato
ufficialmente il 12 marzo 1849 con ripresa della guerra a partire dal 20 marzo.
Il 21 si svolge la battaglia di Mortara
(vittoria austriaca).
La notizia della sconfitta arriva al
comando piemontese all'una del mattino del 22. Alle ore 3 viene tenuto
consiglio di guerra (presente il re di Sardegna Carlo Alberto) e viene deciso
il ripiegamento di tutto
l'esercito a Novara.
Tra le 3-4 del mattino dello stesso giorno il ripiegamento su
Novara ha inizio.
La battaglia di Novara (detta anche battaglia della Bicocca, dal
nome del sobborgo sud-est della città dove avvennero gli scontri più
importanti) ebbe luogo a partire dal
mattino del 23 marzo 1849, fu lo scontro decisivo della Prima guerra
d'indipendenza italiana e si concluse con la completa vittoria dell'esercito austriaco guidata dal maresciallo Josef Radetzky.
Le perdite furono pesanti da ambo le parti: 2.392 morti, feriti e
prigionieri fra i piemontesi
e 3.223 per l'esercito austriaco.
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