La nebbia in piazza Ariostea a Ferrara |
NEBBIA di Angela Fabbri
Oggi, andando in bici dal medico nuovo, passando sotto
un viale alberato e un altro e un altro viale alberato della mia città, mi è
tornato in mente il discorso sulla nebbia fatto stamane tardi col mio secondo
Marco che doveva portare una fornitura di vino al mare.
E da quello ho ricordato vivamente quando lavoravo a
Ravenna e il commesso viaggiatore molto più vecchio di me a cui piacevo tanto,
mi veniva a prendere la domenica sera a casa dei miei e tornavamo verso Ravenna
insieme.
Ma quella sera d'autunno ci fu una nebbia così intensa
nel buio che a un certo punto abbiamo perso l'orientamento.
Volevamo fermarci a Porto Garibaldi a cenare col
pesce, ma i cartelli non si vedevano più e lui fece un'improvvisa inversione in
quel buio pesto, che mi spaventai a morte. Aveva invece ripreso il controllo
della direzione e ci riportò sulla strada dei lidi.
Ecco... mi dicevo in bici, questo episodio vissuto
andrà perduto, a me non serve più, è passato, ma magari a qualcuno sì.
E allora ho ricordato una frase, adesso importante,
dai miei libri:
" Se è vero che la luce di ogni momento della
nostra vita viene raccolto e custodito dalle stelle, un giorno qualcuno si nutrirà di noi, di tutti noi "
Che sollievo!
Questo è quello che accade andando in bicicletta.
Se vuoi, pubblica intera la mia email. Per le poesie
in frammenti non ho ancora trovato il tempo. Il presente mi prende troppo. Oggi è stato un pomeriggio
bellissimo, tenuto conto che l'ho passato fuori e poi dentro la sala d'attesa
di un medico...
E' stato un pomeriggio di nebbia, grigio, ma così
ricco e così pieno di vita che tornando nel buio e fermandomi a comprare
cioccolatini dove non riesco mai a andare e poi una scamorza bianca di quelle
divine che hanno solo alla Bottega del Formaggio di quelle, per intenderci, che
quando tagli una fetta, la pelle esterna viene via perchè son stagionate a
dovere... dicevo tornando verso casa nel buio, riattraversando gli stessi viali
alberati, fuori e dentro dalle luci calde dei lampioni, mi sembrava di essere
la ragazzina che correva in bici dentro la sua città e, anche se sapeva che lì
non era felice e l'avrebbe lasciata, lì si sentiva a casa.
In fondo a Via Garibaldi mi sono fermata dal
meccanico, quello simpatico che quest'estate mi ha inspiegabilmente dato un
bacio sulla guancia, che è sempre sporco di 'sunzone', cioè la morchia che si
usa per lubrificare e gli ho chiesto se mi sistemava il fanalino rosso
della bici. E mentre lui si chinava, svitava, controllava, gli ho detto "
Lo vuoi un cioccolatino? li ho appena comprati " Lui ha alzato la
testa sorpreso, dicendo sì con quei suoi occhi tondi.
" E vuoi una bananina o un cremino? "
Ha scelto il cremino.
Ciao. Angie
La foto è ripresa dal sito di Loretta Bassani, di Ferrara, e lo cito per etica professionale.
http://www.lorettabweb.net/ferrara/index.php?page=storia/ferrara.php&settore=int
Ma mi pareva perfetta perché scattata a Ferrara, e con una signora che conduce una bicicletta a mano. "quasi" in tema!
La foto è ripresa dal sito di Loretta Bassani, di Ferrara, e lo cito per etica professionale.
http://www.lorettabweb.net/ferrara/index.php?page=storia/ferrara.php&settore=int
Ma mi pareva perfetta perché scattata a Ferrara, e con una signora che conduce una bicicletta a mano. "quasi" in tema!
Nessun commento:
Posta un commento