Foto di Giulio Montini |
Schegge
Di cielo
Imbronciato
I tuoi occhi
Simili
A marciapiedi
Di cemento
Sui quali
Il pensiero
Va sospinto
Dal vento
Foglie
Arrugginite
Dal tempo
Le tue mani
Avvinte
Da tristezza
Autunnale
Intirizzite
Da brezza
Glaciale
Di granito
Il tuo viso
Scolpito
Dallo scalpello
Degli anni
Inciso
Dal tempo
E dai ricordi
D’un passato
Ormai smarrito.
Cancellato
Da sinapsi
Bruciate
Che isolano
Dalla prigione
Di carne
Il tuo corpo
Sfibrato.
Danila Oppio
Inedita
Il dolore più grande, per chi ha un proprio caro malato di Alzhaimer è proprio quello di non poter comunicare come un tempo con la persona affetta da questo disturbo, non essere riconosciuto, e il dispiacere nel rendersi conto che tutto quello che quella persona era, coi suoi ricordi, pensieri, e azioni, è sparito e non ha ritorno. Certo che chi l'ama, ricorda quello che era, e non dimentica anche il bene ricevuto. Può accadere a tutti, anche a me. E' un male terribile. Ma non penso proprio che la mia poesia sia paragonabile ad un esame clinico. Diciamo piuttosto che si tratta di una descrizione visiva. Come farebbe uno scultore o un pittore, prima di realizzare una statua o un ritratto. Ciao Angie!
RispondiEliminaDani
Mi è piaciuta molto. Carica di partecipazione, di sensibilità, di amore verso chi non ha più la salute e la giovinezza. Ti fa onore averla scritta.
RispondiEliminaGio
Grazie Gio! L'ho scritta di getto, ma col cuore, non come un esame clinico, come qualcuno ha scritto!
RispondiEliminaTi abbraccio
Dani
Ho cancellato alcuni commenti, poiché intrisi di cattiveria gratuita e non richiesta.
RispondiEliminaE oltre tutto, neppure è stato compreso il senso della poesia che era quello descritto nel mio commento. Ho dipinto il ritratto di una persona malata di alzhaimer, di come è cambiata a causa della malattia, e i sentimenti che nascono da questo contesto sono talmente privati e dolorosi, che non devono essere commentati. Solo Giovanna,la cui sensibilità è assodata, ha interpretato la mia poesia nel giusto modo.
Danila
Danila