Fulgide essenze le donne
A lievi e decisi passi sortite
Da un’assemblea di fate
In combattenti trasformate
Mascherate da miti sorrisi
Quelle sofferenze appese
Su nodosi rami contorti
Da gravi impietose offese
Cantano di donne violate
Uccise da amori falsati
Bruciate da quei fidanzati
Calpestate, poi annientate.
Cantano, come usignoli
Rinchiusi in dorata gabbia
Invocando libertà e giustizia
Con grida furiose di rabbia.
Cancellato ormai il tempo
Sdolcinato, tra rose e viole
Gli amari versi gridati
Squarciano le loro gole.
Vergognati, lurido verme
Deciso a strappare alla vita
Distrutta, lasciata inerme
Lei, che hai detto d’amare.
Armate di penna e di versi
Agguerrite da energico piglio
A lottare per difender la vita
Donne non più allo sbaraglio.
Basta con violenze e soprusi
Siate uomini e non animali
Non più soggette ad abusi
Onoratele come fossero altari.
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