Oggi ho ricevuto la nuova silloge poetica di Tommaso Mondelli. Vorrei una volta ancora, presentarla personalmente, dopo che lo ha fatto L'ArgoLibro Editore.
Il fronte copertina
La quarta di copertina che riporta la presentazione dell'Editore
La foto dell'autore, scattata il giorno del suo 97° compleanno e che si trova inserita nel libro
La mia recensione, o meglio dire, presentazione, alla silloge stessa
RECENSIONE DI DANILA OPPIO
O tempora o mores!
O tempi, o costumi!
Seneca il Retore, (Suasoriae VI.3)
commentando la corruzione dei costumi, chiama in aiuto Cicerone con queste
parole: "Tuis verbis, Cicero, utendum est: o tempora! o more!
Dobbiamo usare le tue parole, o
Cicerone: o tempi! o costumi!. Cicerone, infatti, deplora spesso la corruzione
che si è diffusa anche tra i politici e rimpiange il passato proprio con questa
esclamazione: o
tempora, o mores! che
si ripete in varie orazioni. Oggi l'esclamazione ciceroniana è spesso usata in
tono scherzoso o bonariamente polemico.
L’autore Tommaso Mondelli,
parafrasando Cicerone, ha scelto un titolo che, pur seguendo le tracce dello
scrittore e oratore latino, non fosse pedissequo. Tempora et mores.
I tempi sono passati, ma non ci
sembra che siano cambiati molto, dall’epoca romana. La corruzione è un male che
scorre come veleno, e percorre i secoli e i millenni.
Mondelli, nelle sue poesie, con
piglio pungente, disegna i comportamenti dei politici attuali, degli economisti
che, invece di far economia, sperperano patrimoni che sono della Nazione e non
loro personali. Il tutto, a danno dei poveri italiani, cui non resta che
piangere, proprio come in quel film del 1984, di Massimo Troisi e Roberto
Benigni.
In effetti, abbiamo le mani
legate, poiché il popolo non ha più voce e deve subire le decisioni di un
governo che non opera per l’interesse del popolo ma per proprio tornaconto.
Però non ci restano solo lacrime! Al
poeta, la soddisfazione di comunicare, con le sue composizioni poetiche, quel
che accade in questi tempi, non la si
può negare. Mani legate, dunque, ma lingua sciolta!
Sono felice che Mondelli, dopo un
periodo piuttosto difficile, trascorso in ospedale per un suo delicato
intervento, e poco dopo, in lutto per la dipartita di sua moglie, abbia ripreso
la volontà di continuare nella scrittura. “Volli,
e volli sempre, e fortissimamente volli”
è diventato anche il suo motto,
non solo dell’Alfieri. Così, dal secondo semestre dello scorso anno, fino a
pochi giorni fa, ha inanellato versi per una nuova silloge. Le ultime poesie le
ha composte dopo aver festeggiato il suo 97mo compleanno.
Che dire? Non è da tutti, essere
scrittori prolifici. Conosciamo però la grande inventiva dell’autore, che segue
il corso degli eventi, e li traduce in rima. In questa silloge possiamo anche
leggere versi su argomenti non propriamente di natura politica. Tutte le poesie
sono spassose e da gustare interamente.
E concludo anch’io con la parodia
del film di Benigni e Troisi : “non ci resta che ridere!”
Bravissimo Tommaso Mondelli, sono
certa che non ti fermerai qui.
Finalmente ora ho a mie mani l'edizione cartacea, dopo aver lavorato spalla a spalla (si fa per dire! con Mondelli. L'autore ed io comunichiamo e lavoriamo attraverso il solo pc) su questa sua recente opera, il risultato di quanto studiato, e ne sono felice. E' come quando si hanno gli ingredienti per fare un buon ragù (e questo Angela Fabbri sa bene come realizzarlo!) ma fino a che non è cotto e assaggiato, non se ne conosce il risultato.
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