10 agosto
L'incandescenza
Della notte di San Lorenzo
Di pascoliana memoria
Inesistente
L'incandescenza
Della notte di San Lorenzo
Di pascoliana memoria
Inesistente
La scia
Di un meteorite lontano
Elevato al rango
Di stella cadente
Appare come lo strofinio
Di stella cadente
Appare come lo strofinio
Di zolfanello
Su nero bitume
Su nero bitume
Cielo d'agosto
Bucato di stelle
- Capocchie di spilli -
Bucato di stelle
- Capocchie di spilli -
D’algido chiarore
E anni-luce lontane
Ancora e sempre
Apparenza
Ancora e sempre
Apparenza
D’immensi infuocati
Corpi celesti
Brucianti ribollenti
10 agosto
S'incendia un pensiero
Se ciò che inganna
Uno dei cinque sensi
Corpi celesti
Brucianti ribollenti
10 agosto
S'incendia un pensiero
Se ciò che inganna
Uno dei cinque sensi
Abbaglia l’uomo
In modo tanto clamoroso
In modo tanto clamoroso
Di cosa dovremmo mai stupirci?
Danila Oppio
Beh, certamente non posso paragonare la mia poesia a quella di Giovanni Pascoli, E dunque, diamo spazio anche al grande poeta.
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena de' suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono…
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!
”
—Giovanni Pascoli, X agosto
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