Romanzo SMEMORIA di Danila Oppio
Recensione di Tommaso Mondelli
Sono china su un blocco di appunti, con la
matita in mano, indecisa se disegnare un volto umano, o se far svolazzare
qualche verso.
Un modo meraviglioso di usare la penna
e disporre le parole per un racconto romanzato.
Il racconto di Danila Oppio, inizia con
queste parole ed è tra questi svolazzanti fogli di carta che sono pensieri, che
inizia il tormentoso viaggio del personaggio Sibilla diretto alla ricerca di se
stessa, della sua identità e della sua memoria, svanita nel nulla. Così che
tutto si inabissa in un tunnel che appare senza via di uscita.
La tenue luce di quegli appunti e il
ritrovo di una consonante nell'alfabeto, della lettera G. che dice tutto e
nulla e insieme a delle poesie vergate senza principio né fine, inizia quel
cammino che, passo dopo passo, seguito da una fiammata generata da una sigaretta sufficiente
a squarciare quel velo che toglie le parentesi di una vita virtuale
interpretata in modo singolare dall'autrice di questo prezioso manoscritto. Di
particolare attenzione risulta la differenza tra i due dialoganti: Sibilla un
personaggio conosciuto, il proprio, mentre
quello di G. è un personaggio sconosciuto, anonimo, ma idoneo tuttavia a
dare vita ad un armonioso e singolare dialogo.
Ma chi è questo G. ancora avvolto nel mistero che fa dire a Sibilla: Ho letto quei tuoi versi.
Hanno suscitato in me domande, che ora ti porgo: quella poesia l'avevi scritta
per me? Ero io colei la cui presenza
t'illuminava? E tu ora dove sei? Quelle altalene senza corde, cosa
rappresentano? La risposta di G. non si fa attendere: " Sibilla
cara lo sai molto bene che le poesie sono moti dell'anima, che non sempre si
rifanno a fatti o sentimenti davvero vissuti e provati". La
forza della poesia è la potenza dell'amore verso la catarsi che è luce della
mente e del cuore.
Strada facendo, come spesso accade, il
personaggio G. si innamora di Sibilla e a quel punto la stessa raccoglie il
fatto con un certo imbarazzo e quasi di colpevolezza, ma il dialogo
fortunatamente continua e questo indica come a volte una gestione irriflessa di
un aspetto può condurre a situazioni estreme, che in questo caso, per qualche
istante di attesa ha scongiurato la possibile chiusura del dialogo e favorito
la soluzione fortunata della vicenda.
Il romanzo Smemoria di Danila Oppio
varca la soglia principale dell'edificio ed entra nel novero delle opere
letterarie per la scorrevolezza e un nuovo moderno stile, tanto per struttura
quanto per significato.
L'aspetto strutturale è nuovo ed entra
nell'argomento con una certa timidezza, con un filo di incertezza
sull'itinerario da seguire e una dubbia apertura ai due personaggi del romanzo
di un uomo e donna, di amore e dolore, incertezza e speranza. I capitoli in
numerazione romana indicano le tappe che sono XII, come le dodici tavole. E una
significativa appendice sull'amore cantato da Fabrizio De André dal titolo la
Marcia Nuziale.
L'apertura allo scorrere fluido e
l'alternarsi dei due personaggi immaginari, Sibilla e G, posti ai due
lati della scacchiera che l'autrice muove alternativamente con la genialità di
un maestro d'orchestra, si avvia speditamente e con spettacolare chiarezza
verso l'epilogo che conduce all'incontro tra Sibilla e la propria memoria. Non
meno significativa è la scoperta e l'incontro col personaggio G., pedina necessaria e insostituibile per il ritorno
della temporanea assenza della memoria.
Quando con abile maestria di
consumata scrittrice si alterna da una sedia all'altra del tavolo della scacchiera
a tessere il dialogo dei personaggi dalla stessa inventati, interpretati, e dei
quali ha vissuto l'ansia e la struggente ricerca della memoria che può avvenire solo col raggiungimento della stessa.
Quel faticoso cammino
appiccicato su quegli insignificanti pezzi di carta, senza capo né coda
spalancano a Sibilla, e tenacemente voluto
dall'autrice, finestre chiuse che si affacciano sulla via della
serenità e dell'amore. Onde evitare che: ... se si esauriscono le parole tra
due persone che si amano, magari rimangono gli sguardi, i sorrisi ... talvolta
anche le lacrime. Sono modi per comunicare, che ad alcuni mancheranno sempre.
Come a un monco manca la mano, e a un orbo, l'occhio.
Tutto il racconto procede in
modo da portare la lettura al capitolo successivo e così fino all'ultimo senza
pausa, tra il suono vibrante delle parole che sono il frutto e il colore e il
calore di forza che nasce dal profondo di un cuore nutrito di alti sentimenti
che non s'arrende davanti alle difficoltà dell'esistente e alle sconfitte
disseminate lungo il cammino dell'avventura umana.
"Essere poeti non
significa solo sapere scrivere versi. La poesia è uno stato d'animo, quello che
ti fa guardare alle persone, alla natura, agli eventi con uno sguardo d'amore,
di dolcezza, di comprensione, di sofferenza, ma sempre uno sguardo
profondamente umano, diretto all'altro e non rivolto alla propria persona.
Questo pensiero è lineare ad uno stile di vita che va al di là del concetto
cristiano di amare il prossimo tuo come te stesso.
Si deve leggere il romanzo Smemoria
di Danila Oppio per sentire appieno la forza dell'amore, per uscire a rivedere
la luce di una memoria e vivere il perché della nostra unica e fenomenale
esistenza terrena.
Danila, non fermare il tuo
cammino su questa strada, che davanti a te è un'autostrada.
Ego gratulor tibi.
Tommaso Mondelli
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