Vuoi leggere il commento che
ho pubblicato sul blog della mia amica Renata? Ogni tanto collaboro e ieri
notte ho messo qualcosa all'articolo sul Gioco e l'Azzardo.
Angela
Eccone uno stralcio.
La pubblicità ci invita a giocare per cambiare la nostra
vita, diventare ricchi ed entrare in un cerchio magico. Così, come afferma
Marica Guiducci della Presidenza Nazionale Auser, in un paese dove cresce la
povertà, la disoccupazione, e gli anziani sono sempre più a rischio di
esclusione, il fatturato dell’azzardo ha raggiunto i 90
miliardi di euro. C’è una slot machine ogni 150 cittadini, cioè ci sono più slot machine che posti letto a nostra disposizione negli ospedali. In Italia, i giocatori sociali, ossia a basso
rischio di dipendenza da gioco, sfiorano i due milioni ma coloro che si avviano
verso una vera e propria patologia sono oltre 800 mila. Molti di questi sono
anziani perché gli anziani hanno disponibilità di tempo e di risparmi o di una
rendita, come la pensione, o persino di sussidi immediatamente e regolarmente
utilizzabili. Inoltre, molti godono di buona salute, hanno figli ormai
indipendenti, hanno voglia di uscire e socializzare. A questo punto, si impone
(è la parola giusta) l’offerta di divertimento unito a un possibile guadagno
tanto che, addirittura, nei giorni di ritiro della pensione, si verifica
un’impennata di ogni sorta di giochi! Eppure, il gioco d’azzardo può diventare dipendenza generando patologia proprio
come altri tipi di dipendenze da sostanze.
L’Auser, in quanto associazione impegnata in favore delle
persone anziane, ma attenta all’intergenerazionalità, ha promosso nel 2013 la
ricerca intitolata “L’azzardo non è un gioco” in collaborazione con il Gruppo
Abele e Libera, tra persone over 65.
Sono stati distribuiti mille questionari nei circoli e sono
stati intervistati in forma anonima gli iscritti e i volontari dell’Auser.
Commento di Angela Fabbri sab,
giugno 21, 2014 23:38:45:
Oh, ma quanta QUANTA
preoccupazione per tutti questi vecchietti e tutte queste vecchiette che vanno
a giocarsi la pensione alle slot machine!
Certo preferireste che se ne stessero in casa, gli uni a guardare le partite dell'Italia (ma quali partite dell'Italia, che venerdì pomeriggio se fossi stata un vecchietto maschio sarei uscita volentieri a farmi una bella partita a briscola con gli amici) e le altre a sfornare lasagne e torte di mele come all'epoca della nonna Abelarda!
Meglio ancora sarebbe se vecchietta e vecchietto sedessero in poltrona, una accanto all'altro tenendosi per mano, fissando insieme un ricordo sul soffitto...
Che poesia! Che pathos! Così possiamo dimenticarceli là, i 2 vecchietti, almeno fino al momento in cui dobbiamo richiamarli alla realtà perché abbiamo urgente bisogno di un prestito, o, chiamiamolo col suo nome, di una regalia.
Eh sì! perché i due vecchietti sono colpevoli, molto colpevoli di essere arrivati all'età della pensione e di percepirla e quindi va serbata per figli e nipoti.
Ora, se c'è un'età dell'azzardo, signori miei che leggete e anche signore mie,
è proprio quando i sessant'anni si sono passati da un pezzo.Certo preferireste che se ne stessero in casa, gli uni a guardare le partite dell'Italia (ma quali partite dell'Italia, che venerdì pomeriggio se fossi stata un vecchietto maschio sarei uscita volentieri a farmi una bella partita a briscola con gli amici) e le altre a sfornare lasagne e torte di mele come all'epoca della nonna Abelarda!
Meglio ancora sarebbe se vecchietta e vecchietto sedessero in poltrona, una accanto all'altro tenendosi per mano, fissando insieme un ricordo sul soffitto...
Che poesia! Che pathos! Così possiamo dimenticarceli là, i 2 vecchietti, almeno fino al momento in cui dobbiamo richiamarli alla realtà perché abbiamo urgente bisogno di un prestito, o, chiamiamolo col suo nome, di una regalia.
Eh sì! perché i due vecchietti sono colpevoli, molto colpevoli di essere arrivati all'età della pensione e di percepirla e quindi va serbata per figli e nipoti.
Ma perché il vecchietto, magari vedovo, dovrebbe restare in casa invece che andare a giocare con le figurine come quando era bambino? Adesso, dietro quelle figurine, non c'è solo il gioco e la meraviglia, c'è anche la gioiosa sorpresa di qualche soldo!
E perché mai la vecchietta dovrebbe smettere di giocare al lotto, sua madre lo faceva sempre e, sapendo scegliere i numeri dei sogni e associandoli ad altri indizi, dopotutto sua madre arrotondava il bilancio familiare. Davvero non lo sapete, signore e signori?, ma allora in che mondo vivete? Siete forse della Costa Rica?
Risposta di Danila
Angela, io so di un fatto, andando regolarmente dalla tabaccaia per
acquisto di sigarette e per pagare Postpay.
Le persone che incontro sono
sempre le stesse. Donne e uomini di ogni età, che comprano non una schedina del
lotto e del gratta e vinci, ma la quantità
che possono ottenere con 50 euro la volta e, non contente, si attaccano
alla slot machine e ci stanno ore. (questo non l'ho visto altrimenti sarei dovuta
restare da Elena un giorno intero, ma me lo ha detto lei e ci credo).
Quindi ben venga la piccola
emozione di una scheda settimanale del lotto e del gratta e vinci, ma quando
diventa una malattia, è un problema compulsivo. Un vizio, una droga, se vogliamo.
E si giocano non solo la pensione, ma anche la possibilità di pagare l'affitto
di casa, le utenze e pure il pane, e quindi vanno poi dal Parroco a chiedere un
aiuto economico.
Per ora, questo è quanto, alla
prossima!
Ho letto anche
l'articolo, e sono d'accordo con chi l'ha scritto, ovvero, creare dei luoghi
ludici, dove poter giocare a carte, ballare, o qualche altra attività creativa
e ricreativa.. Non costa nulla, o poco se richiedono una quota associativa, un
buon un modo per socializzare e passare piacevolmente il tempo.
Ma non reca danno. La tua
ironia, sul fatto che i nipoti si aspettano di ereditare quello che i nonni si
sono mangiati al gioco, è valida solo in alcuni casi. Di solito la maggior
parte dei pensionati non riceve una pensione considerevole. Molti di loro, come
già dicevo, non hanno una proprietà immobiliare, per cui se sottrai l'affitto,
le utenze, il necessario per vivere, cosa resta loro? Intaccare i pochi
risparmi che sono riusciti ad accantonare. Se subentra il vizio del gioco, non
arrivano alla fine del mese. Vincono 1 e perdono 10. Perché chi deve
guadagnarci è lo Stato, o le società proprietarie delle slot o di vattelapesca
cosa.
Come ti dicevo, c'è la fila
dal mio parroco, per chiedergli se può pagare la bolletta della luce, o il
riscaldamento. E vanno a mangiare alla mensa dei poveri. Un giorno, se restano
soli e non autosufficienti, si rivolgeranno alla casa di riposo, ma questi
luoghi sono cari, e la loro pensione non copre che una minima parte della retta
richiesta. Così il Comune deve contribuire, ovviamente tassando i cittadini. E'
la storia del cane che rincorre la sua coda. Non sono d'accordo con la
pubblicità del gioco. Eppure lo Stato italiano permette che tutto questo si
allarghi a macchia d'olio.
Se fosse un'emozione saltuaria,
lo posso capire, ma poi la passione prevale, e quei momenti diventano sempre
più ravvicinati. Così saranno i nipoti, a pagare i debiti dei nonni, la retta
della casa di riposo o, alla meno peggio, alloggiarli in casa propria, perché
si saranno venduti anche la loro casa, ammesso che ne possiedano una.
Il gioco, come la droga, è
demoniaco. Vado al parco, di tanto in tanto, con mio marito. Lì ci sono dei
tavoli con le panche di legno, sotto le fresche frasche, vicino al bar e i
pensionati, di ogni età, si divertono tutti i pomeriggi a giocare a scopa,
scopa d'assi, scala quaranta. Senza spendere una lira. Senza scommesse, e se
hanno sete, vanno al bar ad acquistare una bottiglietta di acqua minerale o a
bersi un caffè. Eppure mi accorgo che si divertono da morire, bisticciando
amabilmente sulla carta che non andava giocata, o su quella che invece dovevano
giocare.
Scusa la lunghezza, ma questo
argomento mi prende.
Hai scritto quello che ti
sentivi di dire, a me piace COME lo hai scritto, ma forse si sarebbe dovuto
conoscere a fondo i guasti che procura il gioco, e quando diventa una malattia,
distrugge come la droga.
Danila
Di nuovo Angela:
Anche me, prende.
Forse non sei informata che,
dati i prezzi, le case di riposo sono off-limit. Una badante? Percepiscono talmente tanto
che probabilmente mia madre è stata l'ultima persona che conosco a potersela
permettere. L'altra è tua madre, che ha te.
So bene che per i vecchi non
ci sono speranze ed ecco perché auguro a quelli che lo sono già, di divertirsi
finché possono, prima di diventare delle larve con gli sguardi persi nel vuoto.
Questo m'importa di più, molto di più del problema di 4 vecchietti che (ma sarà
vero?) giocano d'azzardo.
Come ho scritto, e questa è
l'anima non-divertente del mio commento, l'azzardo vero è accettare di
diventare vecchi, con tutto quello che comporta. Ebbene, io mi sto abituando
all'idea e voglio che succeda a me come agli altri, se non riesco a eliminarmi
prima ma questa sarebbe vigliaccheria e quindi non so se lo farò.
La verità è che quelli che
giocano alle macchinette non sono i poveri pensionati, difficile che il denaro
lo butti chi l'ha guadagnato con fatica, ma sono i loro nipoti. Che usano
il denaro dei nonni.
Ma anche qui, come biasimarli
questi nipoti? Non si possono creare reggimenti di nullafacenti che sono stati
abituati a avere soldi da casa e pretendere che non cerchino un escamotage per
continuare a avere soldi. Così le ragazze la danno via e i ragazzi fanno
altrettanto con quello che hanno, anche se non se ne parla.
Complimenti, giovani e vecchi,
siamo tutti messi bene. Ben posizionati.
Ci vorranno almeno 2
generazioni di educazione, anzi di rieducazione, per vedere cambiare qualcosa.
E a questo serviranno sì il
lavoro e i soldi che porta, ma anche la conoscenza del valore del denaro e il
senso del lavorare.
Questi valori non sono andati
perduti, ma certo che in mezzo a cotanto casino si sono, in modo molto
naturale, smarriti..
Angela
Ancora Danila
Una risposta,
seppur breve, te la voglio dare...hai ragione. Si sono persi i valori, e questo
a causa dei nostri politici che sono i primi a dare cattivo esempio, perciò chi
li osserva, pensa "se lo fanno loro, perché non io?" E così crolla
tutto, anche i buoni insegnamenti dei genitori.
Danila
E di nuovo Angela
Anche i buoni insegnamenti dei
genitori sono andati perduti. La generazione dei nostri figli, venuta al mondo
dopo la società del benessere, è naturalmente solo desiderosa di avere. Perché
loro è stato dato tanto di materiale da impedirgli di pensare al valore che ha
ogni cosa. L'unica cosa che loro importa e di cui si preoccupano è se il bene
materiale gli viene a mancare.
Lo so che hai dei figli bravi
e industriosi e dei bravi nipoti, perché per fortuna qualcosa si riesce a
passare da una generazione all'altra.
Ma nemmeno i tuoi figli
saprebbero immaginare una vita senza frigorifero (vedi che parlo di cosa
essenziale, non di motorini o auto) quando il burro si conservava dentro
l'acqua e non esistevano i supermercati perché i cibi non si potevano
conservare, quando si faceva la macedonia comprando al mercato la frutta troppo
matura che sarebbe marcita (perché non c'erano i frigo) e te la
davano per poco. Adesso va di moda la macedonia di frutta acerba che non sa di
niente... E si strofinavano le bistecche con l'aglio quando
prendevano quel certo odorino di ben-oltre-la frollatura.
E di tante cose che per noi
due erano meravigliose, loro si sono già stancati...
Scrivo così, a braccio. Anche
perché odio dare giudizi e, anche quando ci sembra di constatare soltanto, in
pratica si finisce per giudicare.
Angela
Corrispondenza tra il 22 e 23 giugno 2014
Hai perfettamente ragione, sapiente Danila, lo spettacolo di questi ultimi tempi delle macchinette dei biglietti etc. è da voltastomaco.
RispondiEliminaCaro Anonimo, mi piacerebbe che ti firmassi, quando commenti! grazie!
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