ASSASSINIO NELLA NOTTE
28 giugno 2020.
Sono le 4 del mattino e mi svegliano grida terribili che provengono dalla strada.
Chi stanno ammazzando? È la prima domanda che mi pongo, tanto le urla sono impressionanti.
Mi affaccio alla finestra e vedo uno stuolo di ragazzini che corrono, invece di parlare piano si urlano addosso, e poi raggiungono il piccolo parco poco distante da casa mia.
Guardo di nuovo l’ora. Sono proprio le quattro.
Se avessi una carabina, sparerei a salve per spaventarli, come loro hanno terrorizzato me con il loro baccano.
Che ci fanno dei ragazzetti, maschi e femmine, in giro a quell’ora di notte, sicuramente minorenni poiché hanno la voce ancora un po’ chioccia tipica degli adolescenti?
O, piuttosto, dove sono i genitori di quei rompiballe?
Come li educano, lasciandoli liberi di girovagare di notte fino alle prime ore del mattino?
Avranno bevuto e magari anche fumato qualche spinello o, ancor peggio, fatto uso di droghe pesanti?
Ne parlo con mio figlio, all’ora di colazione.
Queste bande, almeno due volte la settimana, passano gridando sotto le finestre di casa nostra. Non sempre li sento, ma quando capita, ogni volta mi spavento, perché sembra che rincorrano le ragazzine con l’intento di violentarle. Le urla sono davvero disumane.
Mio figlio mi racconta di essersi affacciato alla finestra in una precedente notte, e di aver visto una ragazza accucciarsi sul marciapiede con l’intento di fare pipì o qualcosa di più grosso.
Allora non ci ha visto più e ha gridato loro: ”Che cosa state facendo?” Sono scappati a gran carriera, ma hanno continuato a berciare dai giardini vicini.
Non sapevo che il Covid19 influenzasse anche il cervello della gente.
Danila Oppio
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