POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

martedì, giugno 9

DISSERTANDO E CELIANDO di DANILA OPPIO e ANGELA FABBRI


DISSERTANDO E CELIANDO di DANILA OPPIO e ANGELA FABBRI


ovvero saltando di palo in frasca su due argomenti, ma con una certa similitudine: maschile o femminile? Inglese o italiano? 

Su quanto mi scrive Angela Fabbri:

A furia di voler volgere tutto al femminile non vorrei che tutto il mondo diventasse UNA PASSERA cioè, sostanzialmente UN BUCO.
Se poi si riflette che un buco esiste per essere RIEMPITO, ecco giustificata la nascita del MASCHIO.
Questo che ti ho appena scritto lo puoi raccontare alla tua amica, magari non ci ha mai pensato prima, ma è una bella prova che la FEMMINA è nata PRIMA del maschio. PRIMA il PROBLEMA, POI la SOLUZIONE.
Ma, siccome fra i filosofi sono da sempre SOFISTA, si potrebbe anche dire che IL PIENO andava in cerca di un VUOTO da riempire e l'ha trovato per caso in una PASSERA. Questo giustifica il fatto che il MASCHIO si consideri CONSISTENTE e consideri la FEMMINA come un eterno VUOTO incolmabile...


Così concisa e chiara, come non sarò mai capace di esprimermi, rispondo con alcune email che ho messo insieme. Il tutto nasce da quanto asseriva un’amica, sulla necessità e sulla sua ferma opinione che la donna, come tale, dovrebbe non accettare i titoli accademici o onorifici al maschile. Che è ora di difendere i propri diritti anche nel linguaggio quando ci si rivolge a lei in quanto donna. Così Angela ed io abbiamo trattato di questo argomento. Giusto o sbagliato?

Nel linguaggio informatico, ormai i termini inglesi sono la lingua ufficiale. Quindi: Download sta per scarica, File per documento ecc. e c'è chi sostiene di salvare la lingua italiana perché esiste il corrispettivo. Non è il caso per il linguaggio tecnico che è di dominio pubblico. 
Solo che, stranamente, quando si usa un vocabolo in lingua inglese, inserito in un testo in italiano, vale solo il singolare e non il plurale. Quindi anche le Royalty dovrebbero essere scritte al singolare, ma ora nell'uso corrente si usa anche Royalties. Vai a capire queste varianti.
Quel che invece mi trova d'accordo con chi difende la nostra lingua, è l'inutilità nelle comunicazioni ufficiali sul Covid-19 di usare termini stranieri quando esiste la parola in italiano. Triage è un termine francese, perché non dire "smistamento"? E Lockdown? Basterebbe dire chiusura. Non pensano a quelle persone che non hanno studiato lingue straniere, e non capiscono il significato di questi termini, in quale difficoltà si vengono a trovare?


In certi casi sono d'accordo sul difendere il proprio sesso femminile. La donna nei millenni è sempre stata SOTTOPOSTA, e non solo sessualmente, all'uomo. Se pensiamo che secondo le Leggi ebraiche, al momento del censimento, si registravano solo i nominativi maschili, mentre donne bambini e schiavi erano ritenuti poco più importanti degli animali. Le donne non potevano esprimere la propria opinione neppure in tempi più recenti, infatti il voto è stato concesso loro dalla metà del secolo scorso in molti Paesi, compresa l'Italia. E in casa c'era sempre il CAPOFAMIGLIA, e solo dal 1975 la Legge ha stabilito uguaglianza tra marito e moglie.
Quindi posso capire le femministe che si battono per avere gli stessi diritti degli uomini anche sul lavoro. E qui non è questione di buchi o di vuoti. 
Le donne hanno una marcia in più rispetto ai maschi: sensibilità, intuizione per esempio, mentre l'uomo è più pragmatico. Ma sarebbe un discorso troppo lungo.
Torniamo alla grammatica. Come nell'uso di un vocabolo inglese, che va sempre messo al singolare quando si scrive in italiano e si capisce la differenza dall’articolo che lo precede, così esistono da sempre parole al femminile e al maschile, giusto per distinguere il genere. E questo vale anche per le professioni. Solo che ci sono eccezioni, come per esempio ARTISTA che vale per entrambi i sessi. Penso che se una donna è ingegnere, sia bene che resti questo titolo accademico anche per lei al maschile. E' un suo diritto.
Al maschile. Per esempio "Giudice" come lo trasformeresti al femminile? Giudichessa? E anche "avvocato" per me suona meglio di avvocatessa. Anche "diavolo" diventa diavolessa. E così via con altri titoli accademici. Ingegnera? Che brutto! 
Quindi mi trovi d'accordo anche su "scrittore". In inglese non si dice forse "Writer" anche al femminile poiché non esiste altra forma? però si capisce  proprio dal nome (Emily o George) che si cita. 
Ho giocato un poco su certe espressioni.

Rivoluzionare tutto al femminile, mi pare un abbassare la cresta ancora una volta, un sottomettersi alla propria condizione di donna, così com’era stata considerata da secoli eterni INFERIORE ALL'UOMO. Altro che buchi da riempire. Noi donne non ne abbiamo bisogno. Siamo già complete mentre ci sono uomini che hanno tanti vuoti da colmare.
La lingua inglese, tranne qualche eccezione, è forse la più facile da apprendere. Ed è diventata internazionale. Penso sia questo il motivo base per cui nel linguaggio informatico è diventato d'uso comune. Se parecchi anni fa, almeno in Piemonte e Lombardia, il francese era quasi una seconda lingua (Napoleone e i Savoia ce l'hanno inculcata) ora è l'inglese a farla da padrone, e ormai l'italiano è infarcito di parole anglosassoni. Però resto dell'idea che se nel linguaggio informatico è giusto che si usino termini inglesi, divenuti universali, non trovo altrettanto corretto che i giornalisti, parlando a un popolo eterogeneo colto e ignorante, debbano inserire vocaboli stranieri. C'è chi non sa cosa vogliano dire, e quindi dovrebbero esprimersi così come mangiano. Ovvero SOLO in italiano. Fa figo intercalare nella nostra lingua termini stranieri? Come dicevo, un tempo era soprattutto il francese a farla ad avere la meglio, ora è sostituito dall'inglese.
Pensavo al modo di dire: “parli arabo" per affermare che si tratta di qualcosa di incomprensibile. Certo la pronuncia non è facile, ma la difficoltà di quella lingua consiste nelle declinazioni verbali che sono ben tredici. Infatti ho interrotto lo studio di tale lingua proprio per le complessità che man mano si presentavano. Era veramente arabo per me!
L'inglese ha una struttura semplice, e quindi più facile da apprendere. Però è giusto difendere la lingua che parliamo, compresi i vari dialetti regionali, e sono stati per questo creati corsi ad hoc. Per non dimenticare le proprie radici. 

Danila Oppio

2 commenti:

  1. A proposito. E' da quarant'anni che sono CAPOFAMIGLIA.
    Angela

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  2. Lo so! Ed è così che dovrebbe essere per tutti, anche per quelli che vivono dentro una comunità di più persone.
    Danila

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